Esercito, sottratti fondi per 6 milioni: tre arresti

Segnalati altri 44 soggetti alle procure militare e ordinaria, per i reati di peculato militare, riciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza illecita

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Una distrazione di fondi per 6 milioni di euro dalle casse dell’Esercito italiano, scoperta dagli stessi responsabili del Centro amministrativo dell’Esercito e immediatamente denunciata ai carabinieri, ha portato all’arresto, questa mattina, di tre persone e alla segnalazione di altri 44 soggetti alle procure – militare e ordinaria – per i reati di peculato militare, riciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza illecita.

I provvedimenti sono stati eseguiti nell’ambito di un’indagine svolta congiuntamente da Guardia di Finanza e Carabinieri della Capitale, sotto la direzione e il coordinamento di Roberto Felici, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma. Destinatari delle misure cautelari dell’Autorità giudiziaria romana sono un commercialista, un imprenditore e un pensionato campani.

L’attività di Carabinieri e Guardia di Finanza di Roma ha consentito di portare alla luce un vasto sistema fraudolento che, in virtù dell’infedeltà di un maresciallo dell’esercito, già rimosso e sospeso dal suo incarico dallo stesso Esercito e la cui posizione è attualmente al vaglio dalla Procura militare di Roma, e di una fitta rete di collegamenti, ideati e attuati da un commercialista, ha portato alla distrazione di circa 6.000.000 di euro, finiti su conti correnti di decine di persone compiacenti, residenti per la maggior parte nella provincia di Napoli.

L’operazione è l’epilogo di indagini condotte, sul territorio nazionale, in sinergia dai militari del I Gruppo della Guardia di Finanza di Roma e della Compagnia dei Carabinieri di Roma Piazza Dante. Attraverso l’analisi di copiosa documentazione bancaria, intercettazioni telefoniche, indagini patrimoniali e assunzione di informazioni testimoniali da decine di persone a vario titolo coinvolte, è stato possibile ricostruire tutti i flussi finanziari creati, accertando così, sottolineano gli investigatori, “la sussistenza di una radicata struttura delinquenziale ramificata soprattutto in territorio campano“.

(Adnkronos)