Pericolo infarto? Un test del sangue rivelerà il grado di rischio

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Ricercatori del Georgia Institute of Technology, della Emory University e della Princeton University hanno individuato un particolare profilo genico associato a un elevato rischio di morte per infarto. La scoperta potrebbe aprire una nuova frontiera nella prevenzione delle morti a causa delle malattie cardiovascolari

Ricercatori americani del Georgia Institute of Technology, della Emory University e della Princeton University hanno condotto uno studio su 338 pazienti con malattia coronarica, individuando un un particolare profilo di attività genica associato a un elevato rischio di morte cardiovascolare. La scoperta potrebbe aprire la strada all’individuazione di un metodo più semplice degli attuali per diagnosticare, con una semplice analisi del sangue, un maggiore livello di rischio di morte per infarto.

La ricerca apre peraltro la strada a trattamenti personalizzati sui pazienti predisposti alle disfunzioni cardiovascolari. La ricerca si inserisce in un filone di studi che sembra promettente, perché analoghi risultati furono comunicati da un altro team statunitense lo scorso marzo.

Questa volta però i ricercatori statunitensi hanno trovato le ‘impronte digitalidel rischio infarto confrontando i profili di espressione genica di 31 soggetti morti per cause cardiovascolari, con quelli degli altri pazienti del gruppo studiato. Tutti avevano tra 51 e 73 anni.

L’osservazione ha portato gli scienziati nordamericani a trovare che 25 dei 31 deceduti avevano lo stesso profilo di rischio elevato. In questi soggetti i geni che influenzavano l’infiammazione erano iperattivi, mentre quelli che coinvolgono il sistema immunitario e le cellule T non lo erano abbastanza. I risultati della ricerca sono stati pubblicati online su ‘Genome Medicine‘.

Prevediamo che con il nostro marker di espressione genica, insieme ad alcuni marcatori biochimici e ad informazioni su genotipo e storia familiare, potremmo produrre una valutazione a più livelli del rischio di eventi coronarici“, ha spiegato Gregory Gibson, direttore del Center for Integrative Genomics del Georgia Institute of Technology.

Questo potrebbe portare ad un approccio di medicina personalizzata per le persone che hanno subito un attacco di cuore o un bypass coronarico“. Ma si potrebbe perfino individuare una sorta di test che evidenzi le persone con maggiore rischio infarto.”Il nostro sogno sarebbe quello di mettere a punto un device portatile che permetterà ai pazienti, attraverso una goccia di sangue, un po’ come fanno oggi i diabetici, di ottenere una valutazione a casa del proprio rischio. Per aiutarli ad adottare così comportamenti più sani“, ha commentato Gibson, aprendo uno scenario quasi fantascientifico che potrebbe portare a un’impennata della prevenzione del rischio infarto, soprattutto nelle persone più soggette ai disturbi cardiovascolari.

Vogliamo ricordare che condurre una sana alimentazione, non fumare, avere un’attività fisica moderata e costante, sono i principali pilastri della prevenzione dei disturbi cardiaci, mentre la vita sedentaria, diete ipercaloriche, assunzione di alcol, fumo, sono fattori assoluti di rischio.

(Fonte Adnkronos)