Esclusiva Andkronos: padre Paolo Dall’Oglio “è ancora vivo”, detenuto dall’Isil in Siria

Sull’argomento secco “no comment” dell’intelligence italiana. Fonti internazionali qualificate, contattate in esclusiva dall’Adnkronos, hanno confermato l’avvenuto incontro avvenuto circa un mese fa, nella zona in cui il religioso viene trattenuto. Il gesuita è stato rapito dai miliziani qaedisti il 29 luglio del 2013 a Raqqa, nel nord della Siria. La sorella: nulla di concreto. Si tratta di rumors

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Padre Paolo Dall’Oglio “è ancora vivo” in Siria. Lo ha appreso Aki-Adnkronos International da fonti mediorientali definite dall’agenzia di stampa del Gruppo GMC come “qualificate”. Circa un mese fa, una delegazione italiana si sarebbe recata nella zona in cui il religioso viene trattenuto e lo avrebbe incontrato.

Ambienti dell’intelligence italiana hanno opposto all’indiscrezione un rigoroso “no comment”, ma le fonti di Adnkronos hanno dato particolari sull’incontro tra la delegazione italiana e padre Paolo Dall’Oglio. “La cautela è d’obbligo, i contatti sono in corso“, è stato rivelato, mentre è in corso una delicata trattativa con i miliziani dell’ISIL (Islamic State of Iraq and Levant), il movimento qaedista sunnita protagonista dell’insurrezione contro il regime alawita di Bashar al-Assad.

Una “partita a scacchi” che per posta ha al vita del sacerdote italiano, per cui “si cerca di evitare ogni mossa che possa costituire una turbativa intesa come un potenziale pericolo” dalle frange qaidiste che tengono in ostaggio Dall’Oglio. L’obiettivo è “mantenere aperto uno spiraglio con lo scopo di arrivare alla sua liberazione“.

Purtroppo non abbiamo nulla di concreto. Per quel che ci riguarda, si tratta di rumors, ha commentayo Francesca Dall’Oglio, sorella del gesuita rapito il 29 luglio dello scorso anno in Siria. “Negli ultimi quindici giorni si sono rincorse voci di questo tenore – ha affermato – ma per quel che ci riguarda non abbiamo in mano nulla di concreto“, con una cautela comprensibile vista la complessità della trattativa e i vari attori presenti sul terreno.

Probabile che ad affiancare le risorse italiane siano forze di intelligence di Paesi alleati, come la Turchia, molto presente nella confinante Siria e che mantiene canali di contatto di primissimo ordine con gli insorti, soprattutto con i movimenti sunniti come ISIL e Al-Nusra

(Fonte: Adnkronos/Aki)