Iraq, Mosul. L’ISIL impone la sharia: vietato radersi, donne nel mirino, costrette a sposare i mujahiddin

I miliziani qaedisti dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante impongono la legge islamica e seminano il terrore. Donne si sarebbero suicidate per sfuggire a matrimoni forzati

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Baghdad – Il filo del terrore è teso a Mosul, dove i guerriglieri qaedisti dello Stato Islamico di Iraq e Levante (ISIL) hanno imposto la sharia, la legge islamica, in tutta la provincia nord-orientale irachena di Niniwa. Le norme della sharia hanno imposto alla popolazione una serie di divieti: vietato fumare, vietato radersi la barba o sfoggiare un taglio di capelli all’occidentale. Sono stti posti fuori legge i saloni di bellezza e gli specchi da barba, le donne possono uscire solo se coperte con velo islamico integrale sunnita (niqab) e devono essere accompagnate da un marito, un fratello o un figlio maggiorenne.

L’ISIL ha comunicato che saranno comminate 80 frustate a chiunque nomini il nome dell’organizzazione in pubblico (“Daash” in arabo). Secondo fonti del governatorato di Niniwa, elementi dei miliziani hanno iniziato una serie di visite a tappeto delle famiglie di Mosul, esercitando pressioni affinché le figlie sposino i mujaheddin, minacciando punizioni per chi si rifiuta. Alcune donne, secondo le fonti di agenzia, hanno preferito darsi fuoco piuttosto che accettare la richiesta.

Secondo testimoni oculari della provincia, infine, uomini armati hanno imposto ai dipendenti pubblici di tornare ai loro posti di lavoro, senza però garantire loro alcuno stipendio.

(AGI/NOVA)