Obama: “per noi guerra finita, non invieremo truppe in Iraq”

Di fronte all’avanzata jihadista dell’ISIL, il presidente Usa afferma che serve un piano politico del governo iracheno

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New York, 13 giu.- “Non invieremo truppe in Iraq ma studiamo opzioni per aiutare il Paese”. Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, che ai suoi appuntamenti odierni ha aggiunto proprio le sue dichiarazioni per descrivere la situazione nel Paese in cui i miliziani dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isil) si stanno spingendo verso Baghdad dopo avere preso il controllo di Mosul, la seconda maggiore città irachena.

“Negli ultimi giorni abbiamo visto i passi avanti fatti da Isil, ciò pone minacce non solo per i cittadini iracheni ma anche per gli Stati Uniti”, ha aggiunto il presidente americano affermando che “l’Iraq ha bisogno di aiuti aggiuntivi”.

Obama ha però spiegato che quella in Iraq “non è una sfida solo militare”, ma “è un problema regionale e di lungo termine”. Obama ha aggiunto che “Isil ha guadagnato terreno in Siria, ecco perché siamo preoccupati”. A Damasco, il presidente Bashar al-Assad “non ha alcun interesse nel vederci coinvolti là”.

Per Obama, “gli Usa hanno investito molto denaro nelle forze di sicurezza irachene ma il fatto che non siano disposti a combattere e difendere il loro territorio contro terroristi indica che c’è un problema di morale (non alto), di impegno e infine un problema politico che nel Paese c’è da tempo”. Secondo il presidente bisogna combinare “azioni selezionate da parte dei militari” con “uno sforzo internazionale per ricostruire Paesi e comunità distrutte da guerre settarie”.

“Abbiamo bisogno di diversi giorni per decidere come agire, non è una decisione che si può prendere da un giorno all’altro”, ha spiegato l’inquilino della Casa Bianca, prima di chiarire che “non ci sarà alcune azione militare statunitense senza un piano politico del governo iracheno” per risolvere le divisioni settarie e creare un sistema politico inclusivo. “Gli Stati Uniti non si impegneranno in un’azione militare in sua assenza”.

Poi, forse per tranquillizzare i mercati, il presidente Usa ha detto che per il momento in Iraq “non ci sono interruzioni di forniture di petrolio”.

“Se Isil ottiene controllo di raffinerie, siti produttivi significativi” allora “ciò potrebbe essere fonte di preoccupazione”, ha aggiunto Obama. “Uno dei nostri obiettivi è quello di fare in modo che, con la collaborazione dei Paesi nella regione, altri Paesi produttori nel Golfo suppliscano ad eventuali carenze” nel caso in cui le temute interruzioni si verifichino.

(TMNews)