Siria: fonti non verificate affermano che 145 bambini curdi sarebbero stati rapiti dall’ISIL

La denuncia dell’Osservatorio siriano per i diritti umani: i ragazzini, tutti alunni della scuola media, sarebbero stati sequestrati lo scorso 29 maggio dopo aver sostenuto gli esami di fine anno nella città di Aleppo. Notizia non ancora verificata. Cinque sono riusciti a scappare: “Volevano arruolarci tra i combattenti”. L’altra guerra, l’infanzia perduta dei bambini soldato

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Londra – Combattenti dello “Stato islamico in Iraq e nel Levante” (ISIL) avrebbero rapito 145 bambini curdi nella provincia di Aleppo, nel nord della Siria. Lo denuncia l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, Ong con sede in Gran Bretagna legata agli attivisti delle opposizioni. Stando a quanto si legge sul sito web in lingua araba dell’Osservatorio, i bambini – tutti alunni della scuola media – sarebbero stati sequestrati lo scorso 29 maggio dopo aver sostenuto gli esami di fine anno nella città di Aleppo, in un’area sotto il controllo delle forze lealiste. I bambini, sostiene l’Ong, sono stati rapiti mentre tornavano a casa nella città di Ayn al-Arab.

Cinque ragazzini, secondo la ricostruzione dell’Osservatorio che però non è ancora stata verificata, sono riusciti a fuggire dopo il sequestro e hanno raccontato alle loro famiglie che l’ISIL voleva arruolarli tra i combattenti dopo “corsi di addestramento” al jihad. Nella stessa giornata, il 29 maggio, secondo la stessa fonte, miliziani dell’ISIL avrebbero rapito anche un gruppo di 193 curdi di età compresa tra i 17 e i 70 anni nel villaggio di Qabbasin, nel Rif della città di Al-Bab, sempre nella provincia di Aleppo.

Dal Sud America all’Africa fino al Caucaso e al Medio Oriente. Indifesi e più facili da trasformare in ‘soldati’ leali, i bambini sono spesso due volte vittima dei conflitti: subiscono le guerre e, in alcuni casi, vengono trascinati in prima linea con le armi in spalla. A rilanciare l’allarme lanciato oggi, ma – ripetiamo – non ancora verificato. 

20140618-bambino-soldato-graffito-xinhua-aki-320x238Lo scorso dicembre era però stato il Washington Post – fonte di certo più autorevole – a fare luce sui ‘Cuccioli di Zarqawi’, le brigate di bambini che l’ISIL ha creato in Siria. L’esistenza di queste milizie di bambini sarebbe dimostrata da un gran numero di video che il gruppo ha pubblicato sul web e che mostrano i piccoli, di età compresa tra i dieci e i 14 anni, intenti in attività di addestramento militare o durante ‘lezioni’ di istruttori con il volto coperto o ancora con i fucili in spalla. I bambini vengono anche indottrinati all’estremismo religioso, poco radicato in Siria fino all’esplosione della rivolta anti-Assad nel marzo del 2011.

Altri video pubblicati nei mesi scorsi sul web mostravano militanti dell’ISIL o del Fronte al-Nusra, altro gruppo legato ad al-Qaeda, in visita nelle scuole siriane. Per Steven Stalinsky, direttore del Middle East Media Reserach Institute di Washington, ci sono inquietanti analogie tra i ‘Cuccioli di Zarqawi’ (un ‘omaggio’ al defunto leader al-Qaeda in Iraq, Abu Musab al-Zarqawi) e gli ‘Uccelli del Paradiso’, le milizie di bambini create un decennio fa in Iraq e destinate a condurre azioni militari e attentati suicidi.

Non solo l’ISIL. Nei mesi scorsi Onu, Human Rights Watch e altre ong avevano denunciato lo sfruttamento di bambini-soldato in Siria, sia da parte dei ribelli – compresi i gruppi laici riconosciuti dall’Occidente – sia da parte del regime. Vengono usati in operazioni di supporto o in veri e propri combattimenti, lavorano come addetti ai magazzini e al trasporto di armi o come vedette, quando non come scudi umani.

Nella primavera del 2013 dalla Siria aveva fatto il giro del mondo la storia di Ahmed, bambino soldato di Aleppo. Un video pubblicato dal sito web del Telegraph lo ritraeva con una sigaretta tra le dita e un AK-47 Kalashnikov tenuto a fatica. Ahmed diceva di avere appena otto anni e di non aver avuto altra scelta che unirsi ai ribelli dopo che la sua famiglia era stata sterminata. Anche il Corriere della Sera, il 5 luglio 2012, pubblico una foto tratta da un filmato della France Presse, che mostrava un bambino armato di AK-47 Kalashnikov e accompagnato da un uomo.

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Il 12 febbraio si celebra, ogni anno, la Giornata Internazionale contro l’impiego dei bambini soldato. Ma nel mondo sarebbero ancora più di 250mila, secondo le stime dell’Onu, i bambini e gli adolescenti coinvolti nei conflitti, rapiti dalle loro case e privati dei loro diritti e dell’infanzia.

Dal Medio Oriente all’Africa: nel 2012 nel nord del Mali la promessa del paradiso e ben 900 euro al mese erano gli incentivi che i gruppi islamici usavano per reclutare bambini soldato in un Paese in cui il salario medio non supera i 54 euro. Secondo le denunce riportate dal sito di notizie ‘Afrik’, il Movimento per l’unità e il jihad in Africa occidentale (Mujao) arruolava anche bambini con meno di dieci anni.

Negli anni Novanta era dalla Sierra Leone che arrivavano notizie e immagini di un esercito di ragazzini vittime del Fronte patriottico unito (Ruf) e di un conflitto che si trascinò dal 1991 al 2002. Afghanistan, Angola, Colombia, Costa d’Avorio, Liberia, Uganda, Repubblica Democratica del Congo, Somalia e Sudan sono solo alcuni Paesi in cui migliaia di bambini sono stati rubati alla loro infanzia, reclutati, mutilati, stuprati, indottrinati e obbligati a commettere atrocità.

(Adnkronos)