Bossetti dal Gip rompe silenzio: “A casa la sera del delitto Yara”

Il presunto assassino, all’udienza di convalida del fermo ha rigettato le accuse

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Bergamo – All’udienza per la convalida del fermo con il Gip, Massimo Giuseppe Bossetti, sospettato di aver ucciso la piccola Yara Gambirasio, ha rotto il silenzio rispondendo a tutte le domande dei giudici. L’avvocato Silvia Gazzetti, che difende il presunto assasino, ha detto, parlando con i giornalisti, che il suo assistito “La sera del delitto era a casa con la famiglia“. Sul fatto, invece, che il suo telefono fosse stato spento per 14 ore, l’avvocato ha spiegato che “questo lungo momento è stato dovuto al fatto che il telefono era scarico, ed e’ stato messo in carica“.

Infine l’avvocato di Bossetti ha ribadito che il suo assistito non conosceva Yara e di avere incontrato il padre della ragazzina solo una volta all’interno “di un cantiere per motivi di lavoro, non ha mai parlato con lui, non ha avuto nessun rapporto, lo ha riconosciuto perché visto sui giornali”. Inoltre l’avvocato ha tenuto a precisare, uscendo dal carcere di Bergamo: “il mio assistito ha risposto a tutte le domande del Gip e del Pm, ha rotto il silenzio“.

L’avvocato ha poi aggiunto che il suo assistito ha dichiarato la sua “innocenza e non si spiega il perché il suo Dna sia stato trovato sugli indumenti di Yara. Vedremo di dimostrarlo durante il processo“. L’avvocato, infine, ha detto che Bossetti non conosceva Yara. “I processi ci sono per questo, per fare emergere la verità“.

L’avvocato ha poi aggiunto che Bossetti non sapeva “di essere figlio illegittimo” e inoltre ha detto di non aver mai incontrato Yara e di aver conosciuto il padre della ragazzina solo dopo i fatti. Infine l’avvocato Gazzetti ha detto che il Gip si è riservato di decidere in merito alla convalida del fermo.

(AGI)