Batman, il film cult di Tim Burton compie 25 anni!

Un quarto di secolo per il Batman firmato da Tim Burton, con Michael Keaton nelle vesti del crociato incappucciato

20140623-batmangun-655x420

Era il 23 giugno 1989 quando nelle sale americane faceva la sua comparsa “Batman”, diretto da Tim Burton, film che segnò una svolta nel mondo del cinema collegato al fumetto e che avrebbe segnato un intero decennio. La pellicola di Burton inoltre avrebbe portato alla ribalta l’attuale configurazione del crociato incappucciato, schivo e solitario, al contrario di quella fino ad allora nota al mondo del cinema grazie alle gesta di Adam West (1966).

Le intenzioni della Warner di portare sullo schermo il cavaliere oscuro erano note fin dai primi anni Ottanta, ma l’occasione arrivò dopo l’uscita della celebre graphic novel di Frank Miller “The Dark Knight Returns” che rivisitò completamente la fisionomia dell’eroe senza super poteri e nel successivo “Year One” contribuì a rivisitarne completamente il canone.

La scelta del regista a cui affidare il progetto, dotato di un grosso budget, non si rivelò affatto facile; complice il successo al botteghino di “Pee Wee’s Big Adventure” e quello di critica per “Beetlejuice”, la scelta ricadde sul giovane Tim Burton, ex animatore per la Walt Disney, licenziato da quest’ultima senza troppi complimenti perché ritenuto troppo “dark” per la casa di Topolino.

Burton, al di là della giovane età, seppe imporre il proprio volere al colosso produttivo Warner, e si circondò di validi collaboratori come Sam Hamm per lo script e l’amico Danny Elfman per le musiche; Anton Furst venne ingaggiato per ricostruire in studio il set e la celebre Gotham City.

Così si diede inizio alla scelta del protagonista e alla fine la spuntò Michael Keaton. La scelta di Keaton scatenò le ire dei fan del fumetto (tanto da fare impallidire quelle di qualche mese fa per Ben Affleck, futuro Batman nel prossimo crossover di Zack Snyder) che avevano notato l’attore in commedie come “Mr. Mom” o “Night Shift”. Il produttore Jon Peters e soprattutto lo stesso Burton, che aveva rifiutato di scegliere attori noti suggeriti dalla Warner e aveva già diretto Keaton in “Beetlejuice” appoggiò l’idea.

Le proteste dei fan si rivelarono, come spesso accade nel mondo del cinema, del tutto infondate e Michael Keaton divenne da subito la miglior rappresentazione dell’eroe tormentato e solitario per eccellenza. La prova dell’attore venne lodata dalla critica, così come quella di un gigante della recitazione come Jack Nicholson, interprete di Joker. Il film di Burton rimpinguò le casse della Warner con 411 milioni di dollari (a fronte dei 48 spesi) e il regista ottenne il completo controllo creativo per il sequel, “Batman Returns”, uscito nel 1992.

Michael Keaton, Jack Nicholson e Tim Burton in una pausa sul set
Michael Keaton, Jack Nicholson e Tim Burton in una pausa sul set

“Batman” contribuì quindi in modo significativo a rilanciare a Hollywood il genere del cinefumetto, la cui parabola si era affievolita con l’ultimo, pessimo film della saga di Superman (1987); il tono dark dell’opera conferito da Burton ebbe certamente il suo peso, e da allora il regista di Burbank avrebbe incantato anche le giovani platee di appassionati che la Disney non riteneva sufficientemente mature per una visione così cupa della realtà.

Oggi la critica considera il Batman di Tim Burton come uno dei migliori cinefumetti mai realizzati e lo inserisce nella lista dei cult cinematografici più apprezzati dai fan. Passati venticinque anni, il tempo sembra essersi fermato per questa pellicola, imitata da tutti i film del genere distribuiti successivamente, perfino nella più recente saga di Christopher Nolan si avverte l’assenza di quel tocco magico, quella inquietudine malinconica marchio delle opere di Burton. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il trailer originale del film: