Papa Francesco ai fratelli Ortodossi: “avanti insieme verso unità dei cristiani”

“Apriamoci tutti con coraggio e fiducia all’azione dello Spirito”, ha detto il Pontefice ricevendo la Delegazione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, a Roma per la festività dei Santi Pietro e Paolo, Francesco ha ricordato il viaggio in Terra Santa, lo storico abbraccio fra Paolo VI e Atenagora e la preghiera per la pace in Vaticano: “Il Signore ci ha donato queste occasioni di incontro fraterno, nelle quali abbiamo avuto la possibilità di manifestare l’uno all’altro l’amore in Cristo che ci lega, e di rinnovare la volontà condivisa di continuare a camminare insieme sulla strada verso la piena unità”. Bergoglio apparso in buona forma, dopo il malore di ieri che ha impedito la programmata visita al Policlinico “Agostino Gemelli”, nel 50° anniversario dell’apertura

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Città del Vaticano – La piena unità dei cristiani “è un dono di Dio, un dono al quale l’Altissimo ci dà sin d’ora la grazia di attingere, ogni volta che per la forza dello Spirito Santo riusciamo a guardarci gli uni gli altri con gli occhi della fede, a riconoscerci per quello che siamo nel piano di Dio, nel disegno della sua eterna volontà, e non per ciò che le conseguenze storiche dei nostri peccati ci hanno portato ad essere. Se impareremo, guidati dallo Spirito, a guardarci sempre gli uni gli altri in Dio, sarà ancora più spedito il nostro cammino e più agile la collaborazione in tanti campi della vita quotidiana che già ora felicemente ci unisce“. Lo ha detto questa mattina papa Francesco alla Delegazione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, a Roma per la festa dei Santi Pietro e Paolo, che si celebra domani 29 Giugno.

La Delegazione inviata dal Patriarca Bartolomeo I è guidata da Sua Eminenza Ioannis (Zizioulas), Metropolita di Pergamo, co-presidente della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa, accompagnato dall’Arcivescovo di Telmissos Job e dall’Arcidiacono patriarcale John Chryssavgis.

Ai presenti, Francesco ha ricordato il recente viaggio in Terra Santa e l’incontro con Bartolomeo I. “È vivo nella mia mente e nel mio cuore il ricordo degli incontri che ho avuto recentemente con l’amato fratello Bartolomeo. Durante il nostro comune pellegrinaggio nella Terra di Gesù, abbiamo potuto rivivere la grazia dell’abbraccio che ebbe luogo cinquanta anni fa, nella Città santa di Gerusalemme, tra i nostri venerati predecessori, Atenagora I e Paolo VI. Quel gesto profetico – ha continuato Bergoglio – diede decisivo impulso ad un cammino che, ringraziando il Signore, non si è più arrestato. Considero un dono speciale del Signore aver potuto venerare insieme quei luoghi santissimi, unirci in preghiera sul luogo del Sepolcro di Cristo, là dove possiamo toccare con mano il fondamento della nostra speranza. La gioia dell’incontro si è poi rinnovata quando insieme abbiamo idealmente concluso quel pellegrinaggio elevando qui, presso la tomba dell’apostolo Pietro, una fervente invocazione a Dio per il dono della pace nella Terra Santa, insieme ai Presidenti israeliano e palestinese. Il Signore – ha affermato il Papa – ci ha donato queste occasioni di incontro fraterno, nelle quali abbiamo avuto la possibilità di manifestare l’uno all’altro l’amore in Cristo che ci lega, e di rinnovare la volontà condivisa di continuare a camminare insieme sulla strada verso la piena unità“.

Francesco poi ha aggiunto “che questa unità è un dono di Dio, un dono al quale l’Altissimo ci dà sin d’ora la grazia di attingere, ogni volta che per la forza dello Spirito Santo riusciamo a guardarci gli uni gli altri con gli occhi della fede, a riconoscerci per quello che siamo nel piano di Dio, nel disegno della sua eterna volontà, e non per ciò che le conseguenze storiche dei nostri peccati ci hanno portato ad essere. Se impareremo, guidati dallo Spirito, a guardarci sempre gli uni gli altri – ha esortato il Papa – in Dio, sarà ancora più spedito il nostro cammino e più agile la collaborazione in tanti campi della vita quotidiana che già ora felicemente ci unisce“.

Questo sguardo teologale, ha sottolineato, “si nutre di fede, di speranza, di amore; esso è capace di generare una riflessione teologica autentica, che è in realtà vera scientia Dei, partecipazione allo sguardo che Dio ha su se stesso e su di noi. Una riflessione che non potrà che avvicinarci gli uni agli altri, nel cammino dell’unità, anche se partiamo da prospettive diverse. Confido pertanto, e prego, affinché il lavoro della Commissione mista internazionale possa essere espressione di questa comprensione profonda, di questa teologia ‘fatta in ginocchio”. La riflessione sui concetti di primato e di sinodalità, sulla comunione nella Chiesa universale, sul ministero del Vescovo di Roma, non sarà allora un esercizio accademico né una semplice disputa tra posizioni inconciliabili“.  

Abbiamo tutti bisogno di aprirci con coraggio e fiducia all’azione dello Spirito Santo” – ha concluso Papa Francesco “di lasciarsi coinvolgere nello sguardo di Cristo sulla Chiesa sua sposa, nel cammino di questo ecumenismo spirituale rafforzato dal martirio di tanti nostri fratelli che, confessando Gesù Cristo il Signore, hanno realizzato l’ecumenismo del sangue“.

Papa Bergoglio è apparso in buona forma, dopo il malessere di ieri, che gli ha impedito all’ultimo istante di recarsi al Policlinico “Agostino Gemelli” di Roma, nella programmata visita in occasione del 50° Anniversario dell’inaugurazione. Confermati tutti gli altri impegni di oggi e domani, solo un’emicrania improvvisa causata dal carico di lavoro, da cui Papa Francesco non svicola mai. Almeno finché è possibile. 

(AsiaNews)