Hacker cinesi spiano esperti Usa per proteggere i loro investimenti petroliferi in Iraq

L’azienda di cybersecurity CrowdStrike ha scoperto che il gruppo di hacker “Deep Panda” sarebbe direttamente riconducibile al governo cinese. E chi lo dice ora alla cancelliera Angela Merkel?

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In piena crisi irachena gli hacker cinesi spiavano gli esperti di questioni mediorientali dei principali think tank di Washington. Lo hanno scoperto i ricercatori CrowdStrike, un’azienda di cybersecurity, secondo la quale il gruppo di hacker che sarebbe dietro ai casi di spionaggio, ribattezzato ‘Deep Panda’, sarebbe altresì riconducibile al governo cinese.

La CrowdStrike, senza fare i nomi dei think tank infiltrati dagli hacker cinesi, rivelato di avere registrato un “radicale” cambiamento nei comportamenti di Deep Panda il 18 giugno scorso, lo stesso giorno nel quale dall’Iraq giungeva la notizia che i ribelli sunniti dell’Isil avevano preso il controllo della raffineria di Bajii, la principale del Paese.

Il gruppo di hacker cinesi in passato si era concentrato su alcuni esponenti di rilievo dei think tank esperti di questioni asiatiche, ha svelato Dmitiri Alperovitch, uno dei responsabili di CrowdStrike. Ma il mese scorso, improvvisamente, ‘Deep Panda’ ha iniziato a prendere di mira personalità che hanno legami con l’Iraq e le questioni mediorientali. La ragione dell’interesse cinese per quanto sta accadendo in Iraq sarebbe strettamente legata alla ‘sete’ di petrolio del gigante asiatico, che lo scorso settembre ha superato gli Stati Uniti quale principale importatore mondiale di greggio e di altri combustibili liquidi.

In Iraq, la Cina è uno dei principali investitori stranieri nel settore petrolifero.Non ci sarebbe da sorprendersi del fatto che il governo cinese sia molto interessato a capire quali possibilità vi siano di un maggiore coinvolgimento militare degli Stati Uniti, che possa contribuire a proteggere l’infrastruttura petrolifera cinese in Iraq“, ha spiegato Alperovitch.

Verrà un colpo alla cancelliera Merkel, che proprio ieri si era lasciata andare a certi convenevoli con il primo ministro cinese Li Keqiang, il quale ha condiviso lo spirito contrario a ogni operazione di intelligence commerciale. Ma solo per dire…

(Fonte: Adnkronos)