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Una fuitina per la “guerra santa”: aumentano le donne che partono dall’Europa per sposare i jihadisti

In crescita il numero di musulmane cittadine di paesi europei che decidono di lasciare il Vecchio Continente per unirsi in matrimonio ai miliziani che combattono il regime di Bashar al-Assad. Nella maggior parte dei casi si tratta di ‘amori’ nati su chat e forum online. Ultimo caso, quello delle gemelle di origini somale partite da Manchester

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Londra – Secondo uno studio condotto dall’International Centre for the Study of Radicalisation presso il King’s College di Londra, cresce il numero di donne musulmane – ma cittadine di Paesi europei – che decidono di partire verso la Siria (e l’Iraq) per sposare i miliziani dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (ISIL) e partecipare al jihad (guerra santa). 

Lo studio cita numerosi casi di donne partite dal Regno Unito, dalla Francia, dal Belgio, dalla Svezia e dalla Serbia, recatesi nel Vicino e nel Medio Oriente per supportare i combattenti contro il regime di Bashar al-Assad. Tra le donne partite, spesso originarie dei Paesi arabi, anche casi di donne europee convertite. Da altri Paesi europei, secondo la stima dei ricercatori, sarebbero decine – se non centinaia – le donne partite per la “guerra santa”.

Sotto accusa l’attività delle moschee, accusate di condurre propaganda a favore del jihad fino a impostare delle vere e proprie campagne di lavaggio del cervello per spingere le donne ad abbracciare l’islam fondamentalista e jihadista. 

Uno degli autori della ricerca, Shiraz Maher, ha sottolineato il ruolo di internet e delle chat islamiste in questo fenomeno. Secondo il professor Maher, alcuni matrimoni sono celebrati in videochat, sfruttando l’estrema flessibilità della sharia in materia matrimoniale, ma solo per permettere alla novella sposa di viaggiare da sola verso la Siria, senza violare quindi la rigida morale islamica.

Questo fenomeno si aggiunge a quello denunciato dai ribelli di Aleppo – non fondamentalisti islamici – che al quotidiano Asharq al-Awsat hanno rivelato come i dirigenti dell’ISIL (Stato islamico dell’Iraq e del Levante) costringano le donne della città e quelle di Raqqa a sposare propri jihadisti, per far sì che ottengano “tutti i comfort” sessuali nei periodi di riposo. I matrimoni tra i miliziani jihadisti e le donne siriane (ma anche quelle di provenienza europea) non durano spesso più di qualche mese, a causa del ridispiegamento dei battaglioni jihadisti sul fronte siriano e iracheno. 

L’ultimo episodio di emigrazione di donne verso i territori del jihad si è verificato a Manchester, dove due gemelle inglesi di 16 anni, di origine somala, hanno fatto perdere le proprie tracce, scappando nottetempo in Turchia. La storia è stata riportata dal Daily Mail, secondo cui le due ragazze sono letteralmente scappate di casa di notte, prendendo un volo per la Turchia da dove hanno raggiunto la Siria. 

Una mattina i genitori hanno trovato la sorpresa, quando sono andati nelle loro camere per svegliarle perché andassero a scuola. Lanciato l’allarme, le forze di sicurezza britanniche hanno ricostruito il viaggio verso Istanbul. Quando le le due ragazze hanno contattato i genitori per dir loro che si trovavano in Siria e non avevano intenzione di tornare indietro, la polizia antiterrorismo è stata allertata.

Così è stato ricostruito il percorso che le ha portate dalla profonda religiosità manifestata a Manchester all’offrirsi spose ai jihadisti, unendosi idealmente ai 1500 britannici che secondo le stime dell’intelligence sono in Siria per combattere contro Assad. 

Il capo della polizia della città britannica, Peter Fahy, ha puntato il dito sulle pratiche di “convincimento” da parte di predicatori fondamentalisti, che spingono le giovani britanniche ad andare sul ‘fronte‘ per combattere il jihad. In merito ai genitori delle due gemelle sedicenni, Fahy ha sinteticamente illustrato il quadro: “i genitori sono disperati”.

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