Aids, appello dell’Oms: “Omosessuali prendano farmaci come profilassi preventiva”

La raccomandazione dell’Organizzazione mondiale della sanità perché i tassi di infezione da Hiv tra gli uomini che fanno sesso con gli uomini rimangono elevati quasi ovunque. La bambina ‘guarita’ dall’Hiv ha di nuovo il virus

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Ginevra –  Per la prima volta l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms, World Health Organization-WHO) raccomanda vivamente agli uomini omosessuali di prendere in considerazione l’assunzione di farmaci antiretrovirali come ulteriore metodo di prevenzione dell’infezione da Hiv, intraprendendo la cosiddetta ‘profilassi pre-esposizione‘, integrando l’uso del preservativo. E questo perché i tassi di infezione da Hiv tra uomini che fanno sesso con uomini rimangono elevati quasi ovunque e sono urgentemente necessarie nuove opzioni di prevenzione.

L’Oms ha rilasciato ieri le linee guida consolidate sulla prevenzione, la diagnosi, il trattamento e la cura dell’Hiv nelle popolazioni chiave, a pochi giorni dalla Conferenza Internazionale sull’Aids che si terrà a Melbourne, in Australia, a partire dal 20 luglio. Secondo le stime, a livello globale, con la profilassi pre-esposizione si potrebbe raggiungere una riduzione del 20-25% dell’incidenza dell’Hiv tra uomini omosessuali, evitando fino a 1 milione di nuove infezioni in questo gruppo in 10 anni.

Gli studi indicano inoltre che queste persone sono 19 volte più a rischio di avere l’Hiv rispetto alla popolazione generale, mentre le donne lavoratrici del sesso sono 14 volte più a rischio e le donne transgender sono quasi 50 volte più in pericolo.

Per le i tossicodipendenti che usano le siringhe per drogarsi gli studi mostrano rischi di infezione da Hiv che possono essere anche 50 volte superiori rispetto alla popolazione generale. Alla fine del 2013, circa 13 milioni di persone stavano assumendo la terapia anti-retrovirale nel mondo, con 11,7 milioni di queste che vivono in Paesi a basso e medio reddito. Questo ha portato a un calo del 20% delle morti legate all’Hiv tra il 2009 e il 2012.

La mancata fornitura dei servizi adeguati contro l’Hiv per gruppi ‘chiave’ come gay, persone in carcere, persone che si iniettano droghe, prostitute e transgender – sostiene l’Oms – minaccia il progresso globale nella battaglia contro la malattia. Queste persone sono più a rischio di infezione da Hiv, ma hanno meno probabilità di avere accesso alla prevenzione, ai test e al trattamento. In molti Paesi le leggi e le politiche discriminatorie sono i principali ostacoli all’accesso a questi servizi.

Le linee guida comprendono una gamma completa di raccomandazioni cliniche, ma per renderle efficaci l’Oms raccomanda quindi che i Paesi rimuovano le barriere legali e sociali che impediscono a molte persone di accedere ai servizi.

Nessuna di queste persone vive in isolamento“, ha spiegato Gottfried Hirnschall, direttore del dipartimento Hiv dell’Oms. “Le lavoratrici del sesso e i loro clienti hanno mariti, mogli e partner. Alcuni si iniettano droghe. Molti hanno bambini. Non fornire servizi alle persone che sono a maggior rischio di Hiv compromette gli ulteriori progressi contro l’epidemia globale e minaccia la salute e il benessere degli individui, delle loro famiglie e della comunità“.

(Adnkronos)