Continuano i raid a Gaza: 126 morti. Razzo sulla folla, sei vittime

Nel 25° giorno di lanci missilistici da Gaza, 5° giorno da quando è partita la reazione israeliana, colpiti oltre mille obiettivi. Secondo “Quds Press”, nel nord della Striscia l’aviazione israeliana avrebbe preso di mira un centro per disabili, provocando la morte di due ragazze e il ferimento grave di altre cinque persone, ma la notizia non è stata confermata da fonti indipendenti. Hamas: “Pronti alla guerra”

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Tel Aviv – Israele continuerà la campagna aerea contro la Striscia di Gaza “nelle prossime 24 ore”, ci sono ancora “molti obiettivi” da bombardare. Lo ha detto alla radio dell’esercito israeliano il portavoce militare Moti Almoz, precisando che le Forze armate si stanno preparando per le “prossime fasi” dell’Operazione ‘Confine protettivo’, presumibilmente l’invasione di terra della Striscia.

Sono saliti a 126 i morti dell’offensiva israeliana contro Gaza, arrivata al quinto giorno di bombardamenti, offensiva che finora ha colpito oltre mille obiettivi. Le vittime palestinesi dell’ultima ondata di raid condotta da Israele contro la Striscia sono dieci.

Centro per disabili – Il responsabile dei servizi di emergenza, Ashraf al-Qedra, secondo l’agenzia di stampa palestinese “Quds Press”, avrebbe riferito che sette persone sono rimaste uccise in due distinti attacchi mirati nei pressi di una moschea nella parte occidentale di Gaza City e di una moschea a Jabaliya. Tra i morti, anche tre bambini disabili. Nel nord della Striscia è stato invece colpito un centro per disabili, provocando la morte di due ragazze e il ferimento grave di altre cinque persone. La decima vittima è un 17enne, ucciso in un raid contro la via principale di Gaza.

Raid di Israele su Gaza. Nuovo attacco dell’aviazione israeliana sul quartiere di Sheikh Radwannel a Gaza City. Sei i morti, una decina i feriti. Su Facebook il figlio dell’ex premier denuncia che è stata colpita anche la casa della sorella dell’ex primo ministro di Hamas, Ismail Haniyeh e sono deceduti due suoi nipoti.

Hamas – I feriti dell’operazione sono saliti a 920. Secondo quanto sostenuto da Hamas, i due terzi delle vittime nella Striscia sono civili, per la maggior parte donne e bambini. Da Gaza contro Israele sono stati lanciati cinque razzi, per un totale di 690 sparati negli ultimi cinque giorni.

Hezbollah – E i militanti palestinesi si stanno “coordinando” con i libanesi di Hezbollah contro Israele. Lo ha detto Osama Hamdan, dirigente di Hamas, in un’intervista al quotidiano libanese ‘Assafir’. “Il nemico è lo stesso e la tattica è la stessa. Per questo ci stiamo impegnando a scambiare le nostre conoscenze. Ci sono cooperazione e coordinamento costanti sul terreno”. Legami che “si fondano sullo scontro con i sionisti e sull’obiettivo della liberazione della Palestina”.

L’Egitto riapre il valico di Rafah – Nuovo monito del presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi sulla crisi in corso a Gaza. Se non si troverà a breve una soluzione, ha detto il presidente, le violenze costeranno la perdita di altre “vite innocenti”. Al-Sisi ha quindi confermato di essere in contatto sia con Israele che con Hamas per trovare una soluzione al conflitto in corso. Intanto l’Egitto ha riaperto il valico di Rafah con la Striscia di Gaza per consentire l’evacuazione di feriti e l’ingresso nel territorio palestinese di personale medico. Il valico, che era stato aperto in via eccezione anche due giorni fa, è in genere tenuto chiuso dal Cairo a causa della fragile situazione di sicurezza nel Sinai, dove l’esercito egiziano si confronta con gli insorti islamici. Rafah è per Gaza l’unico collegamento con l’esterno che non passi per Israele.

Hamas si dice “pronto a combattere per mesi”, aggiungendo che un cessate il fuoco dovrà comportare la rimozione del blocco di Gaza e la liberazione dei detenuti arrestati il mese scorso. Il leader di Hamas a Gaza, Ismail Haniye, rivolto a Israele, ha detto: “La nostra gente vincerà a prescindere dal numero di vittime e dalle minacce. Il nostro popolo è unito e sostiene la resistenza”. Detto, fatto. L’ala militare del movimento islamista mette in guardia le compagnie aeree internazionali dai rischi che correrebbero nel proseguire i voli sull’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. Il messaggio, riporta Ynet news, è rivolto “a tutte le compagnie aeree straniere con voli verso l’entità sionista”, e chiede di “fermare i voli alla luce dei pericoli che circondano l’aeroporto a causa della guerra”. Le Brigate al-Qassam, braccio armato di Hamas, hanno rivendicato, nel frattempo, il lancio di “quattro razzi M-75 (Qassam) contro l’aeroporto Ben Gurion: “L’attacco è una risposta ai crimini sionisti contro il nostro popolo e alla continua aggressione barbarica contro la Striscia di Gaza”. E’ la prima volta che l’aeroporto di Tel Aviv finisce nel mirino di un attacco con razzi.

Hamas si è detto “pronto a combattere per mesi”, aggiungendo che un cessate il fuoco dovrà comportare la rimozione del blocco di Gaza e la liberazione dei detenuti arrestati il mese scorso, durante le operazioni di ricerca dei sospettati di aver assassinato i tre seminaristi israeliani, i cui cadaveri sono stati trovati vicino a Hebron il 30 giugno scorso.

Il leader di Hamas a Gaza, Ismail Haniye, rivolto a Israele, ha detto: “la nostra gente vincerà a prescindere dal numero di vittime e dalle minacce. Il nostro popolo è unito e sostiene la resistenza“. Detto, fatto. L’ala militare del movimento islamista ha messo in guardia le compagnie aeree internazionali dai rischi che correrebbero nel proseguire i voli sull’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. Una minaccia a tutti gli effetti, che – come ha riportato Ynet news – è rivolto “a tutte le compagnie aeree straniere con voli verso l’entità sionista“: questo il modo con cui Hamas identifica lo Stato di Israele, che non riconosce e di cui non riconosce il diritto a esistere. Quindi Hamas ha chiesto di “fermare i voli alla luce dei pericoli che circondano l’aeroporto a causa della guerra“. Le Brigate Ezzedin al-Qassem, braccio armato di Hamas, hanno rivendicato, nel frattempo, il lancio di “quattro razzi M-75 (Qassam) contro l’aeroporto Ben Gurion. “L’attacco è una risposta ai crimini sionisti contro il nostro popolo e alla continua aggressione barbarica contro la Striscia di Gaza“. Per la prima volta l’aeroporto di Tel Aviv è finito nel mirino di un attacco missilistico da parte di Hamas.

(Adnkronos)