L’Isil detta l’agenda dell’apartheid in Iraq. Segnate le porte dei cristiani a Mosul: “casa espropriata”. Stop a razioni di cibo

Ricorda inequivocabilmente la Stella di David con cui i nazisti segnarono le case e i negozi degli ebrei in Germania prima della Seconda Guerra Mondiale, ma potrebbe anche essere una riedizione del “dhimma”, il contratto di protezione per la “Gente del Libro”. Tuttavia, mentre la persecuzione colpisce i cristiani nel mondo, l’intellighentia difende Hamas e gli islamofascisti

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Baghdad – Un segno rosso e la scritta “immobile di proprietà dello Stato Islamico“, ovvero lo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (Isil). A Mosul, nel nord dell’Iraq, nelle ultime 48 ore i miliziani sunniti dell’Isil hanno segnato – secondo testimonianze raccolte da Aki-Adnkronos International – le porte e i muri delle case dei cristiani iracheni che non hanno voluto o non sono riusciti a fuggire dalla città occupata ormai da più di un mese. “Gli uomini armati dell’Isil hanno fatto il giro dei quartieri di Mosul chiedendo delle case dei cristiani“, testimoni hanno raccontato agli inviati dell’agenzia di stampa del Gruppo Giuseppe Marra Communications. “Una volta individuate le case dei cristiani hanno segnato le porte di ingresso con una vernice spray“. La discriminazione settaria dei miliziani sunniti non è finita qui. Fonti locali sostengono che i miliziani jihadisti sunniti di Mosul starebbero anche vietando la distribuzione di razioni alimentari alla popolazione cristiana e a quella sciita.

Sulle porte o sui muri delle case, racconta un gruppo di cristiani coperti da anonimato per motivi di sicurezza, ora c’è un cerchio con al centro una ‘nun’, la lettera ‘n’ dell’alfabeto arabo, che sta a indicare ‘nasara‘, ovvero ‘cristiani‘. Su tutte le case dei cristiani, anche la scritta in nero: “Immobile di proprietà dell’Isil“. L’operazione è stata condotta in pieno giorno e – stando alle testimonianze raccolte – non avrebbe creato il panico tra la popolazione.

I miliziani dell’Isil “girano spesso armati in macchina per le strade di Mosul, vestiti di nero e con la faccia coperta“, riportano le fonti contattate da Aki. Alcuni abitanti cristiani di Mosul raccontano di aver anche chiesto spiegazioni agli uomini armati dell’Isil e di essersi offerti di lasciare “pacificamente” le proprie case. “Non 20140717-yellow_star_Jude_Jewvogliamo che andiate via – avrebbero assicurato i miliziani protagonisti dell’avanzata in Iraq dopo le conquiste in Siria – Vogliamo che rimaniate qui e vogliamo mettere tutti in guardia dall’avvicinarsi alle vostre case“. Gli uomini dell’Isil, stando alle fonti, avrebbero giustificato l’operazione spiegando che a Mosul “ci sono tante case di cristiani rimaste vuote e tante altre che sono state occupate“. Le porte segnate sarebbero quindi, nella versione dell’Isil, una forma di “protezione“.

Una protezione che avrebbe una giustificazione religiosa nel concetto islamico di “dhimma”, il contratto di protezione cui si sottomettevano i sudditi non-musulmani di uno Stato governato dalla shari’a, la legge islamica. L’istituto era in uso nell’Impero islamico e sotto il Califfato, poi anche durante l’Impero Ottomano. Con Dhimma si intenderebbe dunque un “patto di protezione” contratto tra non musulmani e un’autorità di governo musulmana. Lo status di dhimmi era riferito anzitutto all’Ahl al-Kitab (la “Gente del Libro”), cioè ebrei e cristiani discendenti di Abramo

Tuttavia, nelle ultime ore, riportano le fonti di Aki, a Mosul circolano anche voci secondo cui gli uomini armati dell’Isilsi fermano con i loro mezzi davanti ai negozi dove si possono ritirare le razioni alimentari con i ‘buoni’ del governo e ordinano ai gestori di non dare alimenti ai cristiani e agli sciiti“. I ‘buoni‘ per il ritiro degli alimenti vengono assegnati ogni mese alle famiglie irachene in base al numero di componenti sin dall’inizio degli anni Ottanta.

Nella stessa Mosul c’è però anche chi dichiara di non aver avuto problemi nel ritiro delle razioni. “Gli uomini armati dell’Isil agiscono in modo indipendente – dicono rassegnati dalla città irachena – ognuno nel gruppo fa un po’ a suo piacimento“.

Il segno lasciato nelle porte delle abitazioni dei cristiani ricorda indiscutibilmente la stella gialla apposta dai nazisti alle proprietà degli ebrei nei Paesi occupati. Ma questo non causa nessuna reazione della cosiddetta intellighentia, che invece difende Hamas e gli islamofascisti in giro per il mondo.

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