Renzi bene per Meriam, ma con una certa inclinazione allo spettacolo

Il blitz del Governo in Sudan accompagnato da una predisposizione all’autocelebrazione, mentre non si comprende perché il trasferimento non sia stato predisposto dalle autorità americane, coinvolte a livello legale nella protezione di propri cittadini. Un assist di Obama a Renzi da mettere a frutto su altri scenari? Pistelli in grande spolvero: si prepara a sostituire Mogherini in partenza per Bruxelles? Per i Marò tutto tace e non si intraprendono le vie giudiziarie internazionali

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Alla notizia che l’Airbus del 31° Stormo in uso alla Presidenza del Consiglio stesse portando in Italia Meriam Yahia Ibrahim Isha, nessun italiano con una media stabilità mentale si sarà dispiaciuto. La storia della donna sudanese condannata a morte – e prima ancora a 100 frustate – per un’abiura dell’islam a sua insaputa (visto che il padre, musulmano, l’aveva abbandonata in tenera età e la madre l’ha educata al cristianesimo ortodosso), aveva fatto rivoltare le budella di rabbia all’opinione pubblica.

Italians for Darfurs”, l’associazione che ne ha seguito le traversie in questi mesi, ha aggiornato sugli ostacoli, gli arresti e i patimenti di Meriam, così come prima aveva riportato la gioia sospesa di dare alla luce una bambina con molte incognite in più dell’ordinario. Ciascun genitore si interroga se riuscirà a veder crescere i propri figli, Meriam a un certo punto della sua recente esistenza vedeva questo paradigma del tutto ribaltato: sapeva che probabilmente non avrebbe potuto veder crescere i propri figli.

Ma così non sarà, grazie anche al Governo italiano e al riservato lavoro diplomatico svolto con le autorità sudanesi, confermato dall’ambasciatrice del Sudan in Italia, Amira Daoud Hassan Gornass, che ha reso noto come il proprio Paese abbia apprezzato le dichiarazioni dell’esecutivo italiano improntate al massimo rispetto per la “sovranità del Paese, come ad esempio l’ultimo appello del presidente della Repubblica”. Insomma, il silenzio paga.

20140725-meriam-renzi-pistelli-landini-mogherini-320x410-sxI detrattori del Governo Renzi potrebbero a questo punto dire che un profilo “remissivo” ha fruttato la libertà della donna, peraltro già ospite dell’ambasciata americana di Karthoum, visto che il marito e i figli sono cittadini americani. I sostenitori di Renzi, al contrario, potrebbero magnificare le virtù progressive del Condu’ator toscano che – maremma estera – è capace di fare quel che gli altri si sognan di fare.

Tuttavia, e non per sentimento antinazionale, sovvengono tre considerazioni.

Anzitutto, il lavoro condotto in Sudan da Lapo Pistelli, sottosegretario agli Esteri, fa tornare l’Italia in quella parte dell’Africa. Ma abbiamo interessi da tutelare in Sudan o si agisce solo per ragioni di principio e umanitarie, importanti ma senza prospettive?

Ancora, visto che il marito e i figli di Meriam sono cittadini americani, perché le autorità americane hanno lasciato questo spazio di manovra all’Italia? Forse Obama avrà concesso a Renzi di beneficiare di un ritorno di immagine internazionale a favore dell’Italia, da mettere a frutto in altri scenari di crisi? Anche per la concomitante presidenza semestrale italiana del Consiglio UE?

Infine, l’arrivo di Meriam e della sua famiglia in Italia segna il debutto operativo in società di Agnese Landini nel ruolo di Prima Moglie, in un’occasione in cui mantenere un basso profilo, evitare la ridondanza della presenza di Pistelli (perfino dal Papa), avrebbe contribuito a mantenere un distacco con la nuance dell’eleganza. Pistelli – il peacemaker – ha avuto una visibilità primaria, forse eccessiva in presenza della titolare del dicastero, apparsa quasi in posizione minore. Saranno soddisfazioni a futura memoria, magari perché il sottosegretario si prepara a sostituire Federica Mogherini in partenza per Bruxelles?

Un appunto off-records viene naturale farlo: forse a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due fucilieri di Marina del Reggimento San Marco “sequestrati” di fatto in India da quasi due anni e mezzo, converrebbe promuovere un’associazione: Indians for Italian Marines.

Chissà che i due militari italiani non possano avere più successo di quanto ne abbiano finora accumulati sotto gli ultimi tre governi – Monti, Letta e il presente, Renzi – incapaci di far valere le proprie ragioni (e su questo si potrebbe perfino transitare, non dipendendo dalla mera volontà del reclamante), ma soprattutto di avviare un iter giudiziario internazionale come consentito dalle norme del diritto internazionale sul diritto marittimo.

Felicità per Meriam e per la propria famiglia, ma è intollerabile pensare che due militari italiani siano considerati meno, perché nei fatti è così (o così appare a tutte le persone di media stabilità mentale).

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Il video diramato sul canale Youtube della Presidenza del Consiglio