La CEI lancia un grido di dolore: “Non possiamo più tacere davanti alla persecuzione dei cristiani”

I vescovi italiani annunciano per il prossimo 15 agosto una Giornata di preghiera per i battezzati di Paesi come Iraq e Nigeria, che “vivono un autentico Calvario, marchiati per la loro fede e oggetto di continui attacchi terroristici”. La visita del Papa in Corea e i martiri asiatici “scuotano questa nostra Europa, distratta e indifferente, cieca e muta”

20140803-cei-preghiera-cristiani-perseguitati320x220Roma – La Conferenza Episcopale Italiana ha lanciato ieri un grido di dolore per le persecuzioni sui cristiani nei Paesi islamici, sollecitando le istituzioni politiche europee ad agire sui governi per fermare questo massacro. L’Europa – scrivono in vescovi italiani in una nota – è “distratta e indifferente, cieca e muta davanti alle persecuzioni di cui oggi sono vittime centinaia di migliaia di cristiani. I battezzati di Paesi come Iraq e Nigeria vivono un autentico Calvario, sono marchiati per la loro fede e fatti oggetto di attacchi continui da parte di gruppi terroristici. A fronte di un simile attacco alle fondamenta della civiltà, della dignità umana e dei suoi diritti, noi non possiamo tacere. L’Occidente non può continuare a volgere lo sguardo altrove”.

La CEI ha per questo annunciato per il prossimo 15 agosto una Giornata di preghiera per i cristiani perseguitati, una data fortemente simbolica perché la Madonna è venerata da migliaia di musulmani come mamma speciale di un profeta speciale.

Nel testo i presuli ricordano l’imminente viaggio di papa Francesco in Corea del Sud. “Per le nostre comunità è un’occasione preziosa per accostare la realtà di quella Chiesa – affermano – una Chiesa giovane, la cui vicenda storica è stata attraversata da una grave persecuzione, durata quasi un secolo, nella quale circa 10.000 fedeli subirono il martirio: 103 di loro sono stati canonizzati nel 1984, in occasione del secondo centenario delle origini della comunità cattolica nel Paese”.

In questa luce, scrivono i vescovi, “si coglie la forza del tema che scandisce l’evento: Giovani dell’Asia! Svegliatevi! La gloria dei martiri risplende su di voi: ‘Se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con Lui’ (Rm 6,8). Sono parole che vorremmo potessero scuotere anche questa nostra Europa, distratta ed indifferente, cieca e muta davanti alle persecuzioni di cui oggi sono vittime centinaia di migliaia di cristiani”.

Se la mancanza di libertà religiosa – che è alla base di tutte le altre libertà umane – impoverisce vaste aree del mondo, continua il testo, “un autentico Calvario accomuna i battezzati in Paesi come Iraq e Nigeria, dove sono marchiati per la loro fede e fatti oggetto di attacchi continui da parte di gruppi terroristici; scacciati dalle loro case ed esposti a minacce, vessazioni e violenze, conoscono l’umiliazione gratuita dell’emarginazione e dell’esilio fino all’uccisione. Le loro chiese sono profanate: antiche reliquie, come anche statue della Madonna e dei Santi, vengono distrutte da un integralismo che, in definitiva, nulla ha di autenticamente religioso. In queste zone la presenza cristiana – la sua storia più che millenaria, la varietà delle sue tradizioni e la ricchezza della sua cultura – è in pericolo: rischia l’estinzione dagli stessi luoghi in cui è nata, a partire dalla Terra Santa“.

A fronte di un simile attacco alle fondamenta della civiltà, della dignità umana e dei suoi diritti “noi non possiamo tacere – scrivono i vescovi italiani – L’Occidente non può continuare a volgere lo sguardo altrove, illudendosi di poter ignorare una tragedia umanitaria che distrugge i valori che l’hanno forgiato e nella quale i cristiani pagano il pregiudizio che li confonde in modo indiscriminato con un preciso modello di sviluppo. Vogliamo che la preoccupazione per il futuro di tanti fratelli e sorelle si traduca in impegno ad informarci sul dramma che stanno vivendo, puntualmente denunciato dal Papa”.

Con questo spirito “invitiamo tutte le nostre comunità ecclesiali ad unirsi in preghiera in occasione della solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria  (15 agosto) quale segno concreto di  partecipazione con quanti sono provati dalla dura repressione. Per intercessione della Vergine Madre, il loro esempio aiuti anche tutti noi a superare l’aridità spirituale di questo nostro tempo, a riscoprire la gioia del Vangelo e il coraggio della testimonianza cristiana”.

(Credit: AsiaNews)