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La rivoluzione di Renzi per “la buona scuola”: “Vi propongo patto educativo: un anno per una rivoluzione” (documenti)

Il premier invita a leggere il documento del governo : “Noi proponiamo il rapporto sulla scuola e dal 15 settembre al 15 novembre lanciamo la campagna di ascolto”. Da gennaio i testi di legge

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Presentate le linee guida per la riforma della scuola sul nuovo sito ‘Passo dopo passo’, vero e proprio ‘cronoprogramma’ del governo.

“Vi propongo un patto, un patto educativo, non la solita riforma, non il solito discorso che propongono tutti i politici: ‘adesso dobbiamo cambiare le regole…’. No, vi propongo una cosa diversa: abbiamo un anno di tempo per rivoluzionare la scuola italiana, ma soprattutto per darle importanza perché i politici di solito, quando parlano di scuola, la mettono in fondo al sacco, la mettono come una delle ultime ruote del carro”, così il premier Matteo Renzi presenta in un videomessaggio, postato sul sito del governo, il lancio del Patto Formativo #labuonascuola (I 12 PUNTI DELLA RIFORMA).

“Noi oggi proponiamo il rapporto sulla scuola – prosegue il premier – e dal 15 settembre al 15 novembre lanciamo la campagna di ascolto: ci interessa l’opinione di tutti, nessuno si senta escluso”. Poi “con la legge di stabilità mettiamo più soldi sulla scuola, perché mettere i soldi sulla scuola non è un costo ma un investimento per i nostri figli, per il futuro, per l’Italia perché chi vuole bene all’Italia vuole bene alla scuola”. Da gennaio i testi di legge.

Sul “ruolo degli insegnanti – dice Renzi – noi diciamo basta ai precari e alla supplentite. Ma si deve anche avere il coraggio di dire che si devono giudicare gli insegnanti e gli scatti di stipendio devono essere sulla base del merito non sulla base dell’anzianità“. Uno degli obiettivi del programma, illustrato sul sito, è proprio quello di un piano straordinario per assumere, entro settembre 2015, 150mila docenti. Il provvedimento riguarda “tutti i precari storici delle graduatorie ad esaurimento, così come tutti i vincitori e gli idonei all’ultimo concorso”. Per questo, il governo ha intenzione di bandire “nello stesso tempo, un nuovo concorso per permettere ad altri 40mila abilitati all’insegnamento di entrare in carriera, sostituendo, tra il 2016 e il 2019, i colleghi che andranno in pensione e rinverdendo così la platea degli insegnanti”.

Nel documento del governo Renzi (disponibile qui, pubblicato sul sito ‘Passo dopo passo’, si prevede anche di “spingere più in là la frontiera dell’alfabetizzazione, potenziando la conoscenza delle lingue straniere, del digitale e dell’economia”. “La scuola – si legge ancora nel documento del governo – deve diventare una vera risposta strutturale alla disoccupazione giovanile e l’avamposto del rilancio del Made in Italy”.

Perché, scrive il premier nel messaggio che accompagna il video, “l’Italia cambierà solo se noi metteremo al centro la scuola”. Il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini da parte sua scrive in un tweet: ”Oggi tiriamo una linea col passato. Percorso di rinnovamento coinvolgerà tutti”.

Intanto Matteo Renzi di buon mattino torna ad attaccare “i salotti buoni”, in un’intervista ai microfoni di Radio Rtl in cui non nasconde di preferire “investitori stranieri” ai “soliti noti”, ovvero ai “presunti capitalisti italiani che hanno fatto finta di investire” ma che, “di fatto, non hanno aumentato i posti di lavoro”.

Sulla scuola, sempre a Rtl, Renzi dice: “Rispetto alla questione dei supplenti, diciamo che tutti quelli che sono dentro alle graduatorie ad esaurimento devono essere assunti e in cambio di questa assunzione, chiediamo di cambiare le regole del gioco, con i presidi che possono scegliere gli insegnanti più adeguati, ad esempio”. “Noi assumiamo ma chiediamo di non considerare il processo di scuola ingessato – prosegue il premier – Noi proponiamo nelle linee guida un percorso, ascolteremo i soggetti che sono sul territorio. Gli insegnanti devono essere messi nella consapevolezza che gli insegnanti bravi vengono premiati e a quelli meno bravi viene fatto capire che si devono impegnare di più“. Poi aggiunge: “più inglese nella scuola. Deve essere la lingua madre, non si deve parlare come faccio io che più che english sembra globish“. È l’autocritica, bellezza!

(Adnkronos)