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Bce: deficit Italia supererà il 2,6%. Ue: industria -25% pre-crisi, ma a nessuno viene in mente che si stia sbagliando qualcosa?

Il board di Francoforte: “la ripresa perde slancio, servono interventi non convenzionali”. A nessuno viene in mente che si stia sbagliando qualcosa e che il rigore sia un metodo valido in generale, ma non adeguato all’attuale momento storico?

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Bruxelles/Francoforte – La produzione industriale italiana è di circa il 25 per cento inferiore ai livelli precedenti la crisi, ovvero quelli del 2007. Il dato emerge dal rapporto della Commissione Europea sulla competitività industriale europea. “Si tratta – si legge nel rapporto pubblicato oggi – di un calo generalizzato che ha colpito anche settori, quali quello automoblistico, calzaturiero e degli elettrodomestici, che per lungo tempo hanno rappresentato la struttura portante dell’industria italiana“. Ecco perché, secondo gli esperti di Bruxelles, anche se sono stati fatti alcuni passi avanti, “è ancora richiesto un impegno continuativo e globale per far emergere un contesto imprenditoriale competitivo“. Secondo la Commissione, l’Italia appartiene a quel gruppo di paesi la cui competitività, in partenza forte, è in stagnazione o declino (assieme a Belgio, Gran Bretagna, Austria, Francia, Svezia Finlandia e Lussemburgo).

Ocse: Pil G20 +0,8 per cento nel II trimestre,  ma in Italia giù -0,2 per cento – Il Pil dei paesi del G20 è salito dello 0,8 per cento nel secondo trimestre, accelera nelle economie emergenti, ma continua a calare in alcuni paesi come Brasile (-0,6 per cento ) e Italia (-0,2 per cento ). Lo rileva l’Ocse, L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo in Europa. In particolare, le economie con andamento più positivo sono la Cina (+2 per cento contro l’1,5 per cento del I trimestre), il Messico (+1 per cento contro lo 0,4 per cento ) e il Canada (+0,8 per cento contro lo 0,2 per cento ). Rimbalzo per gli Stati Uniti e il Sud Africa, stabile in alcuni paesi come il Regno Unito e la Francia.

Su base tendenziale, e cioè rispetto al II trimestre 2013, il Pil dei paesi del G20 è calato del 3,2 per cento, mentre la Cina mostra l’aumento più significativo (7,5 per cento ) e il Brasile invece il calo più forte (-0,8 per cento ). 

20140911-bce-reuters-agi-312Bce pronta a interventi non convenzionali se necessario – Anche dalla Bce arriva un allarme per il nostro Paese: a causa della fase economica negativa, l’Italia rischia di non raggiungere l’obiettivo di un deficit al 2,6 per cento del Pil nel 2014. “Persistono i rischi per il conseguimento dell’obiettivo di disavanzo pubblico per il 2014, soprattutto alla luce di andamenti economici peggiori delle attese”, si legge nel bollettino mensile, “in prospettiva, è importante rafforzare ulteriormente l’orientamento delle politiche di bilancio nazionali al fine di assicurare il rispetto degli obblighi del Patto di Stabilità e crescita, in particolare per quanto riguarda la riduzione del debito delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil”.

Nel primo trimestre gli “investimenti diversi dalle costruzioni” sono diminuiti dello 0,2 per cento nell’Eurozona, un dato che “cela andamenti divergenti”: in particolare, gli investimenti “sono aumentati in Germania e nei paesi Bassi mentre sono diminuiti in Francia, Italia e Spagna”, riporta il bollettino mensile della Bce.

Gli ultimi dati disponibili indicano “una perdita di slancio nell’espansione congiunturale” dell’Eurozona, pur “rimanendo coerenti con una modesta crescita“, prosegue il documento di Francoforte. “Nel secondo trimestre di quest’anno il Pil in termini reali dell’area dell’euro è rimasto invariato rispetto al periodo precedente, dopo quattro trimestri di moderata espansione“, si legge nel bollettino, “sebbene questo andamento sia in parte riconducibile a fattori una tantum, il risultato e’ stato inferiore alle attese“.

Il consiglio direttivo della Bce ha ribadito il suo “impegno unanime” nel ricorrere a “ulteriori strumenti non convenzionali nell’ambito del proprio mandato” qualora “diventi necessario per contrastare ancora i rischi di un periodo troppo prolungato di bassa inflazione“. Lo si legge nel bollettino mensile di Francoforte.

Bce: divergenze significative tra le economie avanzate. Noyer, Banca di Francia: l’euro deve deprezzarsi – Tra le “principali economie avanzate” esistono “differenze significative e crescenti in termini di ciclo di politica monetaria“, prosegue ancora il bollettino mensile della Bce. In particolare, “sembra che si sia osservato un indebolimento di natura ciclica in alcuni paesi dell’area: tra i maggiori paesi dell’area dell’euro, il Pil reale nel secondo trimestre è diminuito in Germania e Italia, è rimasto invariato in Francia ed è aumentato in Spagna e nei Paesi Bassi“.

L’euro deve deprezzarsi ancora perché l’inflazione torni ai livelli di guardia e la Bce è pronta a intervenire con nuove misure, se sarà necessario. Lo ha affermato il presidente della Banca di Francia, Christian Noyer. “Siamo riusciti perfettamente in quello che era uno dei nostri obiettivi, allo scopo di riavvicinarci al nostro obiettivo del 2 per cento di inflazione“, ha affermato Noyer intervistato dalla Radio Europe 1, “avevamo bisogno di indebolire l’euro e abbiamo ancora bisogno di indebolire l’euro“.

Resta inspiegabile le cecità tedesca e dei Paesi nordici membri dell’UE, strenui difensori di un rigorismo di bilancio (richiesto solo all’Italia…) che è uno straordinario metodo generale di buon governo, ma è attualmente inadatto ad affrontare le tempeste della crisi, da cui così non si uscirà mai. 

Servono investimenti pubblici e privati, che devono trovare condizioni favorevoli, come ha affermato oggi il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco.

(AGI)