Confesercenti: “sparite 100 imprese al giorno”, regna il pessimismo più nero

Tra gennaio e agosto 2014 hanno chiuso 24.167 aziende, un’ecatombe. Commercio, previsioni nere: oltre il 60 per cento prevede calo del fatturato nel 2014

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Perugia – “A meno di un eccezionale recupero nei prossimi mesi, anche il 2014 sembra destinato ad essere un anno nero per il commercio e per il turismo“, ha sostenuto il presidente di Confesercenti, Marco Venturi, nell’ultimo giorno del meeting annuale a San Martino in Campo (Perugia), diffondendo i numeri su aperture e chiusure nei primi 8 mesi dell’anno.

Considerando tutti i comparti d’attività del settore (commercio in sede fissa, ambulanti, alloggio e somministrazione), tra gennaio e agosto il saldo di imprese e’ negativo per 24.167 unita’. In media, ne sono sparite per sempre circa 100 ogni giorno.

20140913-marco-venturi-312I nostri settori stanno ancora attraversando una fase molto difficile – afferma Venturi, secondo il quale il dato – “non sorprende: dal 2007 ad oggi in media ogni famiglia ha perso 4.400 euro di potere d’acquisto, un crollo che si e’ pesantemente riflettuto sui consumi. Anche quelli turistici: quest’estate, complice il maltempo, le attivita’ ricettive hanno perduto 1,2 miliardi di fatturato rispetto al 2013“.

L’auspicio – aggiunge – che lancio in occasione dell’Ecofin di oggi, e’ che dall’Europa arrivi un segnale forte e non ambiguo che confermi la necessita’ di sostenere la crescita. Non solo in Italia, ma in tutta Europa: perdere altro tempo, in queste condizioni, significherebbe – conclude Venturi – inchiodare l’intera Unione europea ad una pericolosissima situazione di stagnazione e deflazione” .

Sondaggio SWG-Confesercenti sull’economia: 78 per cento fiducioso che la crisi si supererà – Oltre il 60 per cento dei commercianti prevede un calo del fatturato nel 2014 rispetto al 2013, ma il 78 per cento , pur ammettendo difficolta’, spera di superare la crisi e andare avanti.

Un mix di pessimismo e speranza emerge da un sondaggio Swg per Confesercenti eseguito tra il 9 e 10 settembre su un campione casuale di 600 titolari di Pmi. Per il 55 per cento degli intervistati il Paese e’ entrato in una fase di stagnazione, mentre per il 45 per cento la crisi continua e, anzi, in futuro peggiorera’. Rispetto al 2014, solo il 10 per cento afferma di aver recuperato, mentre il 47 per cento sostiene di aver perduto terreno e il 43 per cento che non ha visto variazioni rispetto al 2013.

Per la fine dell’anno il 57 per cento non prevede grandi cambiamenti, per il 36 per cento la situazione peggiorera’, mentre migliorera’ solo per il 7 per cento .

Riguardo al fatturato nel 2014 rispetto al 2013, il 24 per cento pensa che resterà invariato, ma il 37 per cento prevede un calo tra -15 e -25 per cento , il 24 per cento prevede un calo tra lo 0 e -15 per cento , il 13 per cento prevede un aumento tra lo 0 e il 15 per cento e solo il 2 per cento un aumento tra il 15 e il 25 per cento .

Sui progetti futuri, il 15 per cento dichiara che chiudera’ il prossimo anno e si ritirera’, il 3 per cento che chiudera’ per aprire un’altra impresa, il 4 per cento dichiara che la sua attivita’ va bene, mentre il 78 per cento dice che ha delle difficolta’ ma spera di superare la crisi.

(AGI)