Papa Francesco agli ebrei: “Ancora sofferenze, adesso tocca a noi cristiani”

Incontro con il presidente del Congresso Mondiale Ebraico (World Jewish Congress, WJC), Ronald S. Lauder, al quale ha affidato un saluto per i cristiani dell’Iraq e della Siria rifugiati in Giordania. Lauder: “non si è spesa una parola sulle violenze ai cristiani“, perché? “Monito ai nuovi vescovi: “Non circondatevi di corti, cordate e cori di consenso”

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Roma – “Il Papa ha detto che siamo in una guerra mondiale caratterizzata da estremismi e combattuta in diversi momenti. Il Pontefice ha detto che prima era il nostro turno mentre ora è il momento dei cristiani“. Lo ha detto il presidente del Congresso Ebraico Mondiale, Ronald S. Lauder, durante la conferenza stampa in cui ha riferito dell’incontro avuto ieri sera con Papa Bergoglio.

“È stato un incontro insolito sotto molti punti di vista – ha aggiunto Lauder – abbiamo parlato delle centinaia di profughi in Giordania e provenienti dalla Siria e il Papa mi ha detto di portare loro le sue preghiere”. “La verità”, ha aggiunto Lauder è che “esiste solo un paese nel Medio Oriente in cui i cristiani sono al sicuro ed il loro numero sta crescendo e questo è Israele. Mi chiedo come mai il mondo non reagisca: si è parlato tantissimo di Israele, durante le recenti vicende di Gaza, quando si è difesa come avrebbe fatto qualsiasi altro Stato, ma non si è spesa una parola sulle violenze ai cristiani“.

20140918-Nun_arabic_Nazarene-212x196Lauder ha poi mostrato un foglio con la lettera “nun” dell’alfabeto arabo che, ha spiegato, “viene usata per indicare le abitazioni dei cristiani in Iraq e Siria, esattamente come lo era la Stella di David per gli ebrei. Il mondo non può rimanere in silenzio – ha concluso Lauder – bisogna reagire”, ha esortato il presidente del CME che poi ha aggiunto: “il Papa mi ha detto che dobbiamo pregare insieme per la pace nel mondo“.

Oggi intanto il Papa ha ricevuto in udienza i nuovi vescovi nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico in Vaticano e li ha esortati a non cadere “nella tentazione di sacrificare la vostra libertà, circondandovi di corti, cordate o cori di consenso”. Il Pontefice ha quindi ricordato che “nelle labbra del vescovo, la Chiesa e il mondo hanno il diritto di trovare sempre il Vangelo che rende liberi”.

Non latitanti ma presenti, non di passaggio ma stabili. Queste le raccomandazioni che Papa Francesco ha rivolto20140918-sd-1-212x230 ai nuovi vescovi, nominati nel corso dell’ultimo anno. Il Papa ha messo in risalto “l’inscindibile legame tra la stabile presenza del vescovo e la crescita del gregge”, ricordando che “ogni riforma autentica della Chiesa comincia dalla presenza: quella di Cristo che non manca mai ma anche quella del pastore che regge in nome di Cristo. Quando latita il pastore o non è reperibile -ha avvertito – sono in gioco la cura pastorale e la salvezza delle anime”.

Infine, Papa Bergoglio ha lanciato un monito con chiarezza didascalica, as usual (come al solito, ndr): “Servono intimità, assiduità, costanza, pazienza. Non servono vescovi con scadenza fissata, che hanno bisogno di cambiare sempre indirizzo, come le medicine che perdono la capacità di guarire o come quegli insipidi alimenti che sono da buttare perché oramai inutili”.

Ultimo aggiornamento 18/09/2014, ore 17:05:36 | (Adnkronos)