La Nato a un passo dall’attivazione dell’Articolo 5 per il coinvolgimento diretto della Turchia nella lotta contro l’Isil?

I jihadisti del sedicente neo-califfato sono giunti al confine tra Siria e Turchia, il cui territorio è stato oggetto di colpi di mortaio. Razzi sulla città siriana di Ain al-Arab. Iran e Russia presto nella Coalizione? In Egitto costituita branca egiziana dell’Isil, con l’obiettivo di colpire “gli Usa e i cristiani”

20140929-isil-syria-655x367

Ankara – I jihadisti sunniti dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (Isil) presenti in Siria sono arrivati a pochi chilometri dal confine con la Turchia, nonostante i raid aerei della coalizione contro le loro postazioni. Per questo motivo l’esercito turco ha rafforzato la presenza di carri armati alla frontiera e il Parlamento discuterà questa settimana se partecipare all’offensiva contro i miliziani del sedicente “califfo”.

Le milizie fondamentaliste sono arrivate a cinque chilometri da Ain al-Arab (Kobane in curdo), una città siriana strategica, su cui sono piovuti 15 razzi lanciati dai jihadisti, che hanno ucciso almeno una persona. Colpi di mortaio hanno colpito anche la città strategica siriana di Ain al-Arab (Kobane in curdo). I miliziani hanno lanciato 15 razzi verso il centro della loclaità, uccidendo almeno una persona. Colpi di mortaio hanno raggiunto il territorio turco.

Ankara ha schierato carri armati e blindati nella città di Mursitpinar, rafforzando il dispositivo strategico in vista di un attacco diretto e deliberato verso il Paese, considerato da al-Baghdadi da espugnare per ridare al “califfato islamico” l’antico splendore. 

Se l’attacco verso Ankara si verificasse, si aprirebbe la strada all’intervento diretto della Nato, in funzione della clausola contenuta nell’Articolo 5 del Trattato di Washington, che impone la mutua solidarietà nel caso uno degli Stati membri sia attaccato. 

L’ultima volta che l’Articolo 5 è stato avocato fu l’11 Settembre, dopo l’attacco agli Stati Uniti, che fu considerato per questo un attacco contro tutti gli Stati membri dell’Alleanza Atlantica. 

L’Articolo 5 del Trattato di Washington recita: 

The Parties agree that an armed attack against one or more of them in Europe or North America shall be considered an attack against them all and consequently they agree that, if such an armed attack occurs, each of them, in exercise of the right of individual or collective self-defence recognised by Article 51 of the Charter of the United Nations, will assist the Party or Parties so attacked by taking forthwith, individually and in concert with the other Parties, such action as it deems necessary, including the use of armed force, to restore and maintain the security of the North Atlantic area.

Any such armed attack and all measures taken as a result thereof shall immediately be reported to the Security Council. Such measures shall be terminated when the Security Council has taken the measures necessary to restore and maintain international peace and security .

Le Parti concordano che un attacco armato contro uno o più di essi in Europa o Nord America sarà considerato come un attacco contro tutti loro e di conseguenza cncordano che, se tale attacco armato si verifica, ciascuno di loro, nell’esercizio del diritto di auto-difesa individuale e collettiva riconosciuto dall’Articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, assisterà la Parte o le Parti cosi attaccate attraverso imediate, individuali e di concerto con altre Parti le azioni che si rendessero necessarie, incluso l’uso delle forze armate, per ristabilire e mantenere nell’Area Nord Atlantica.

Ogni attacco armato e tutte le misure prese come risultato di ciò saranno riportate al Consiglio di Sicurezza. Tali misure saranno concluse quando il Consiglio di Sicurezza abbia preso le misure per ristabilire e mantenere la pace e la sicurezza internazionale.

L’allargamento del conflitto – che è il vero obiettivo perseguito dall’Isil e dalle forze fondamentaliste islamiste – è il passaggio che comporterà nuove e risposte, come l’inclusione di Russia e Iran nella Coalizione internazionale, ma forse anche un ingresso strutturato dell’Egitto, in considerazione dell’annunciata costituzione della costola egiziana dell’Isil, Jund al Khilafah Kinana (I soldati del Califfo in Egitto), che secondo il sito di analisi SITE oggi ha aderito alla battaglia per la ricostituzione del “califfato” con l’obiettivo dichiarato di colpire “gli Stati Uniti e i cristiani”. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA