“Iran e Russia potrebbero entrare nella coalizione contro lo Stato Islamico”, rivela ministro siriano

Ali Haidar, ministro per la riconciliazione nazionale: “Sosteniamo qualsiasi sforzo internazionale per distruggere i gruppi terroristici”. Mosca propone agli Usa uno sforzo congiunto: lo ha sostenuto il vice-ministro degli Esteri russo, Mikhail Bodganov, in un’intervista a un quotidiano moscovita

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Damasco – L’Iran e la Russia potrebbero entrare a far parte della coalizione internazionale voluta dagli Stati Uniti per combattere lo Stato islamico (Is). E’ quanto sostiene il ministro siriano per la riconciliazione nazionale Ali Haidar. “C’è la possibilità che la coalizione si allarghi e l’Iran e la Russia si uniscano in coordinamento con la Siria e l’Iraq“, ha detto Haidar.

In un’intervista esclusiva con il sito di Rudaw, Haidar ha aggiunto che il governo di Damasco vede positivamente i bombardamenti da parte degli Stati Uniti contro le postazioni dei jihadisti. “Sosteniamo qualsiasi sforzo internazionale per distruggere i gruppi terroristici come l’Is e il Fronte al-Nusrah“, ha detto, ribadendo che ”le istituzioni statali siriane e le basi dell’esercito siriano non devono essere colpite in alcun caso. In altre parole, ci deve essere un completo coordinamento con il governo siriano“.

Haidar ha quindi detto che il suo governo era stato avvisato dell’avvio dei raid. “Siamo stati avvisati degli attacchi in anticipo dal nostro ambasciatore alle Nazioni Unite – ha confermato – Abbiamo anche avuto consultazioni con il governo iracheno per quanto riguarda gli eventi in corso in Siria“. Sulla partecipazione di alcuni Paesi arabi alla Coalizione Internazionale contro l’Is, il ministro siriano ha detto che “noi non siamo contro i sauditi, né i turchi o il Qatar o i giordani. Del resto, si uniscono per attaccare l’Is“.

20140930-Mikhail-Bogdanov-312x207A proporre uno sforzo congiunto Stati Uniti-Russia per contrastare l’Is è il vice-ministro degli esteri russo, Mikhail Bodganov, che, in una intervista al quotidiano Kommersant, ha sottolineato la pericolosità del “collettivo internazionale di terroristiprovenienti da 70-80 Paesi che “vengono addestrati in Iraq e in Siria e acquisiscono capacità in questi paesi“.

Rappresentano una minaccia eccezionale alla sicurezza nazionale dei Paesi, senza contare che hanno passaporti, di paesi occidentali soprattutto, che consentono loro di spostarsi senza problemi in tutto il mondo, senza visti e ulteriori controlli. È una situazione pericolosissima e un’altra ragione per cui Stati Uniti e Russia devono condividere gli sforzi per contrastare questa minaccia“, ha spiegato limitando a “qualche decinail numero di russi che hanno aderito all’Is.

In realtà, le autorità di governo russe furono le prime a denunciare il rischio costituito dai foreign fighters e lo scorso anno fonti dell’intelligence russa avevano denunciato che erano diverse centinaia i russi partiti per la Siria.

(Adnkronos)