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Il saluto commosso di Luca di Montezemolo alla Ferrari e ai primi ferraristi: i lavoratori di Maranello (foto e video)

Lunedì prossimo, 13 Ottobre, si insedierà ufficialmente il nuovo presidente della Ferrari, Sergio Marchionne, e si concluderà l’Era Montezemolo a Maranello: una lunga storia d’amore. L’ormai ex presidente ha incontrato 2000 lavoratori di Maranello, su loro richiesta: finora Marchionne non può vantare un simile onore

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Maranello – “Non è facile”, ha esordito Montezemolo visibilmente commosso e più volte interrotto da lunghi applausi al saluto dato ai dipendenti della Gestione Industriale Ferrari. Una richiesta pervenuta direttamente dalle donne e dagli uomini della Ferrari, che nei giorni scorsi avevano più volte espresso l’auspicio di poter tributare un saluto diretto a Luca Cordero di Montezemolo, prima della sua uscita da Maranello, dopo dopo 23 anni di servizio devoto al Cavallino Rampante.

Così, non potendolo fare personalmente con ognuno di loro, Montezemolo li ha voluti incontrare dopo che, in precedenza, aveva già parlato alla Gestione Sportiva prima della partenza del team per i Gran Premi di Giappone e di Russia.

Così, 2000 persone si sono incontrate nella tensostruttura interna alla fabbrica per salutare Montezemolo, in un’atmosfera carica di commozione e riconoscenza reciproca, frutto di un lavoro attento da entrambe le parti diretto a un unico scopo: fare e mantenere grande la Ferrari nel mondo, sulle strade come nei circuiti di Formula 1. Con risultati non sempre in linea con gli auspici, nelle corse, straordinariamente vincenti nella produzione delle berlinette di Maranello, la cui vendita ha dato fatturati crescenti, con record continuamente abbattuti.

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Montezemolo è salito sul palco dopo due brevi interventi introduttivi del vicepresidente Piero Ferrari – figlio del Drake – e dell’amministratore delegato Amedeo Felisa, e al termine di un video che ha ripercorso i suoi 23 anni di successi, con le note della canzone di Gino Paoli “Una lunga storia d’amore” come colonna sonora. 

Nel suo discorso il presidente uscente della Ferrari ha più volte ribadito l’importanza dei lavoratori di Maranello. “Siete voi la forza di questa azienda, che è la più bella al mondo. Siete voi i veri artefici dei suoi trionfi. Siete voi la Ferrari”. Poi ha ricordato i successi in Formula 1, dove la Ferrari resta la scuderia più vincente, e delle vetture GT del Cavallino in giro per il mondo, dicendosi “orgoglioso di aver vissuto con voi questi anni meravigliosi” e certo che “il futuro della Ferrari, che non produce vetture ma sogni, resterà luminoso perché qui ci siete tutti voi”.

Un momento di grande tensione emotiva si è respirato quando Montezemolo ha rivolto un pensiero affettuoso e commosso per Michael Schumacher e per Jules Bianchi, il giovane pilota della Marussia cresciuto nella Ferrari Drive Academy che lotta per la vita, dopo il drammatico incidente di Suzuka di domenica scorsa.

Dopo il discorso di Montezemolo, rappresentanti delle donne e degli uomini della fabbrica sono saliti sul palco per un abbraccio simbolico all’uomo che ha cambiato la storia industriale della Ferrari e che è il presidente più vincente della Ferrari in Formula 1, ancor più di Enzo Ferrari in persona.

All’uscita Montezemolo è stato letteralmente sommerso dall’affetto della gente, che voleva stringergli la mano, farsi un “selfie”, manifestargli l’affetto e la stima per questa “lunga storia d’amore”, che ha fruttato nuovi metodi di lavoro, attenzione per i dipendenti, un rapporto migliore in fabbrica, oltre a straordinari risultati finanziari nelle vendite e le vittorie nel Mondiale di F1.

Da lunedì prossimo, questo libro di storia della Ferrari sarà riposto nella bacheca: resteranno i numeri, che sono incontrovertibili; si manterranno (si spera) le prassi relazionali con i dipendenti e i lavoratori; immutato si manterrà il fascino della GT con il Cavallino Rampante sul muso. Toccherà agli storici dell’economia valutare fra qualche tempo la profondità e la straordinaria qualità del lavoro innovativo introdotto da Montezemolo a Maranello, a dispetto di pregiudizi che circondano (e precedono) il collaboratore più vicino a Gianni Agnelli.

Oggi solo una cosa si può dire: se i lavoratori di una fabbrica del gruppo Fiat Chrysler Automobiles chiedono un incontro a Sergio Marchionne, non è certo per abbracciarlo e salutarlo con commozione.

Grazie Montezemolo, la Ferrari le deve molto (forse molto più di quanto lei debba alla Ferrari).

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John Horsemoon

Sono uno pseudonimo e seguo sempre il mio dominus, del quale ho tutti i pregi e i difetti. Sportivo e non tifoso, pilota praticante(si fa per dire...), sempre osservante del codice: i maligni e i detrattori sostengono che sono un “dissidente” sui limiti di velocità. Una volta lo ero, oggi non più. Correre in gara dà sensazioni meravigliose, farlo su strada aperta alla circolazione è al contrario una plateale testimonianza di imbecillità. Sul “mio” giornale scrivo di sport in generale, di automobilismo e di motorsport, ma in fondo continuo a giocare anche io con le macchinine come un bambino.