Festival di Roma 2014, Richard Gere presenta il suo ultimo film: “Ho capito cosa vuol dire essere invisibile”

L’attore presente per l’anteprima di “Time Out of Mind”, sul red carpet anche Benicio del Toro e le giovani star di “Scrivimi Ancora”

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All’Auditorium Parco della Musica continua la nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, dove oggi è stato il giorno che ha visto susseguirsi sul red carpet i volti di Richard Gere, Benicio del Toro e Wim Wenders, tra gli altri.

Gere è intervenuto per presentare in anteprima europea “Time Out of Mind” diretto da Oren Moverman, in cui l’attore interpreta la figura di un homeless che tenterà di ridare un senso alla propria vita, partendo dal rapporto con la propria figlia.

“Questo è un copione che è arrivato dieci anni fa sulla mia scrivania, ma non riuscivo a trasporlo per il grande schermo. Avevo problemi a comunicarlo nella maniera giusta. Quando è uscito il libro Land of the Lost Souls: My Life on the Streets di Cadillac Man,  ho capito che era arrivato il momento di portare in scena l’opera.

“Ho fatto molte ricerche” ha continuato Gere, “sono andato nei rifugi, e nelle strade per questi dieci anni in cui pensavo alla storia. L’esperienza di stare sulla strada mi ha emozionato di più. Abbiamo fatto un test day e sono andato al Greenwich Village,  dove ci sono tante persone e molto movimento, per vedere se qualcuno mi riconosceva fra la folla. Ma nessuno lo ha fatto o mi ha dedicato del tempo, nessuno, mi ha mai guardato negli occhi. Come attore, ma anche come essere umano, ho capito cosa vuol dire essere invisibile.

“Sono fortunato a poterlo dire. In questa esperienza sono voluto entrare nel senso di desiderio di appartenere a qualcosa, di trovare casa, un posto nel mondo. Da suo sfollato”.

Contemporaneamente anche Benicio del Toro, accompagnato da Claudia Traisac e Josh Hutcherson calcavano il red carpet romano in vista della presentazione di “Escobar: Paradise Lost”, trasposizione sullo schermo delle vicende del noto criminale colombiano Pablo Escobar; il film segna anche il debutto alla regia dell’italiano Andrea Di Stefano.

La Sala Sinopoli ha visto poi la partecipazione di Wim Wenders, autore di film memorabili come “Il cielo sopra Berlino”, “L’amico americano” o “Paris, Texas”, giunto a Roma per mostrare il documentario “Il sale della terra” diretto insieme a Juliano Salgado, figlio del celebre fotografo Sebastião Salgado, a cui l’opera è dedicata. L’incontro inoltre si è rivelato un’ottima occasione per discutere sul rapporto che lega inevitabilmente cinema e fotografia. Il documentario sarà nelle sale italiane dal 23 ottobre.

Pioggia di fan invece per i protagonisti del film #ScrivimiAncora (“Love, Rosie”), Lily Collins e Sam Claflin, veri idoli delle adolescenti grazie alla loro partecipazione a franchise cinematografici come “Biancaneve e il cacciatore” o alla celebre saga degli “Hunger Games”.

Il film, diretto dal tedesco Christian Ditter, racconta di due ragazzi (Collins e Claflin) che amici per la pelle fin da bambini sono costretti a separarsi: il loro rapporto proseguirà tramite e-mail, lettere, cartoline ed SMS, costantemente in bilico tra amicizia e amore.

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