Iraq: oltre 100 uomini Isil si arrendono all’esercito. Patriarca di Baghdad ai musulmani: più coraggio contro i jihadisti

Il Patriarca caldeo di Baghdad, Mar Louis Raphael I Sako, crede nel mondo musulmano e nei religiosi islamici che rifiutano le violenze dei terroristi, però li esorta ad “avere più coraggio” nello sconfessare gli attacchi. Tra i miliziani arresisi all’esercito iracheno anche uomini vicini all’ex leader di al-Qaeda in Iraq, Abu Musab al Zarqawi

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Baghdad – Oltre 10 miliziani dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante si sarebbero arresi, e costituiti, all’esercito iracheno ieri a Jurf al Sakhar, 60 chilometri a sud-ovest di Baghdad. Lo ha riferito il presidente della Commissione sicurezza del consiglio provinciale di Babil, Thamer Theban, in un comunicato stampa.

Tra i jihadisti, secondo il funzionario iracheno, ci sarebbero due leader locali, Dawood Salman al Faihan e Aref al Janabi, considerati vicini all’ex leader di al-Qaeda in Iraq, Abu Musab al Zarqawi, ucciso in un attacco aereo congiunto giordano-statunitense il 7 giugno 2006, nei pressi di Ba‘qūba.

Nel frattempo, il Patriarca Caldeo di Baghdad, Mar Louis Raphael I Sako, si rivolge ai musulmani perché si faccia “fronte comune” di tutto il popolo iracheno – cristiani e musulmani – contro i jihadisti dell’Isil. Finora – denuncia Mar Sako – “ha 20141023-miliziani-isil-320x220prevalso la paura”.

Sua Beatitudine è intervenuto a Milano a un convegno, dopo aver partecipato nelle scorse settimane al Sinodo straordinario sulla famiglia. Il Patriarca di Baghdad è convinto nella buona fede dei religiosi islamici che aborrono a parole le barbare violenze dell’Isil e del Fronte al-Nusra, continuatrice dell’opera di al-Qaeda in Siria. Tuttavia, Mar Louis Raphael I Sako non teme di sferzare i chierici musulmani. “Ho chiesto di uscire per le strade e testimoniare qual è il vero islam”, ha affermato il prelato, convinto che l’Isil non rappresenti la religione di Maometto, “che al Nusra e al Qaeda non rappresentano” il mondo musulmano.

Noi ci crediamo, ma bisogna dirlo in modo aperto“, ha ribadito, ma è convinto sempre di più che “questa mancanza di coraggio” nel denunziare e sconfessare gli attacchi, le barbarie e le brutalità dei jihadisti non aiuti la causa della pace e del futuro prospero dell’Iraq, basato sulla civile convivenza tra religioni diverse.

Per Mar Louis Raphael I Sako serve un “rifiuto pubblico” forte, netto e di condanna delle violenze verso “innocenti, colpiti solo perché professano un’altra religione“.

Vedremo se questo appello al coraggio si concretizzerà.

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