Il Brasile ha scelto ancora Dilma Rousseff, ma il Paese è spaccato in due
La presidente uscente ha ricevuto il 51,6% dei voti contro il 48,4% dello sfidante Neves. “Muito obrigada! #Dilmais4anos”, ha twittato la presidente confermata. Neves ha riconosciuto la sconfitta, ma ha ringraziato gli oltre 50 milioni di brasiliani che l’hanno votato. Decisiva la sconfitta nel suo Stato, Minas Gerais
Brasilia – Dilma Rousseff è stata riconfermata presidente del Brasile battendo lo sfidante al ballottaggio Aecio Neves. Rousseff, 66 anni, ha ricevuto il 51,6% dei voti contro il 48,4 di Neves.
“Non credo che queste elezioni abbiano diviso il Paese. Credo che abbiano mobilitato idee ed emozioni a volte contraddittorie, ma spinte da un sentimento comune: la ricerca di un futuro migliore del Paese“, ha commentato la presidente confermata per il secondo mandato, dopo che aveva ringraziato i suoi elettori con un tweet :”Muito obrigada! #Dilmais4anos”
Muito obrigada! #Dilmais4anos pic.twitter.com/LcPPKMOgHz
— Dilma Rousseff (@dilmabr) 26 Ottobre 2014
Tuttavia la leader del Partito dei Lavoratori ha prima ribadito che il suo Paese non è uscito “diviso in due” dal voto, poi ha però chiesto l’unione di “tutti i brasiliani e brasiliane, senza eccezioni“, una evidente contraddizione. In realtà il Brasile è spaccato in due. A una prima analisi del voto, la parte più povera del Paese ha ribadito il proprio sostegno conservatore alla presidente in carica, mentre la parte più aperta al mondo e al cambiamento ha votato Neves, ma non ha prevalso.
Dilma Rousseff è erede politica dell’ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva e ha conquistato il secondo mandato, fino al 31 dicembre 2018. In base ai risultati del conteggio del 99,98% dei voti, ieri la presidente è stata scelta da oltre 54 milioni di elettori, quasi 3,5 milioni in più rispetto all’avversario Neves, fermatosi al 48,36%. Sulla sconfitta del candodato del Partito Socialdemocratico (di centro destra), il voto nello Stato di Minas Gerais, dove Neves ha governato per otto anni, prima di accedere al senato.
La presidente ha poi espresso la “forte speranza” che “l’energia mobilitante” delle ultime elezioni “abbia preparato un buon terreno per costruire ponti” e che con la “forza” di questo sentimento sia “possibile trovare punti in comune e costruire una prima base di conoscenza per fare avanzare il nostro Paese“.”Chiedo a tutti i brasiliani senza eccezione di unirsi per il futuro del Paese“, ha affermato, “sono pronta al dialogo e sara’ il mio primo impegno di questo secondo mandato“, ha aggiunto, impegnandosi a promuovere riforme politiche e a combattere la corruzione. Vera piaga di ogni Stato onnipresente e articolato in una burocrazia politico-amministrativa dai lunghi tentacoli.
Il candidato socialdemocratico ha riconosciuto la sua sconfitta e chiesto l’unione del Paese “intorno a un progetto onesto“. In un breve discorso davanti ai suoi sostenitori a Belo Horizonte, lo sconfitto ha ringraziato “gli oltre 50 milioni di brasiliani che hanno puntato alla via del cambiamento“, consentendogli di “tornare a sognare la costruzione di un nuovo progetto“.
Dilma Roussef non ha mai risposto alle richieste di estradizione del noto criminale Cesare Battisti, delinquente efferato ma ammantatosi di ideologia comunista e rivoluzionaria, un mantello che però non può nascondere le quattro condanne all’ergastolo per quattro omicidi commessi durante volgari rapine spacciate per atti rivoluzionari negli anni di piombo.
(Credit: Adnkronos)