Tutti contro Beppe Grillo sulla mafia. Crocetta: ”Cerca i voti di Cosa Nostra”. Maria Falcone: ”Parole aberranti”
Polemiche per le parole del leader del M5S, secondo il quale “la mafia aveva una sua morale” e il Governatore “non si sa cosa è sotto tutti i punti di vista”. Il presidente: “È un emerito ignorante. Cosa nostra ha sterminato bambini anche nel passato”. La sorella del magistrato ucciso a Capaci: “insulto a tutte le vittime”. Rita Borsellino: “stia più attento con le parole”. Si è trasformato lo #Sfiduciaday in un #ProCrocettaday?
Palermo – Il dubbio è fondato: ma chi consiglia Beppe Grillo quando va in Sicilia a parlare di temi che non conosce? Oppure, ha capito Beppe Grillo che su certi temi non è lecito ballare sul filo del paradosso, con il pericolo di scivolare su un crinale giustificazionista della criminalità organizzata, incompatibile con la razionalità di persone perbene?
E ancora: Beppe Grillo si rende conto di aver trasformato il cosiddetto #Sfiduciaday in uno spot promozionale a favore del presidente della Sicilia, Rosario Crocetta, che invece potrebbe essere attaccato – sotto il profilo amministrativo – su uno dei capitoli del proprio governo, aprendo l’ideale libro a caso, con una benda suglio occhi?
A queste domande non ci sono risposte ufficiali: noi – sommessamente – pensiamo che Beppe Grillo non si renda conto della specialità del tema “Sicilia”, nel bene come nel male. E che sia portato a parlare dei problemi di questa terra – generati dai siciliani, da noi siciliani! – utilizzando il paradigma dell’analisi politica “normale”, quindi suscettibile di essere analizzata, interpretata, raccontata e presa in giro con canoni ordinari, tra cui quello del ragionamento paradossale, teso a dire verità in apparenza sciocchezze.
E se Grillo non capisce che parlare di ‘mafia’ significa parlare di presenza diabolica e, allo stesso tempo, di abdicazione della funzione dirigente dei ceti più attrezzati dell’isola (sotto il profilo culturale) – per il quieto vivere, ovviamente – allora la storia si ripeterà ogni volta che il leader del M5S arriverà in Sicilia, magari solleticando la risata di qua, eccitando il giustizialismo di là, parafrasando gli intercalari correnti del linguaggio comune – minchia di qua e di là, random – e cavando il classico ragno dal buco. Anzi, ottenendo un effetto paradossale.
Come quello ottenuto con la serie di affermazioni assai discutibili proferite ieri sera durante il sermone al popolo del Movimento 5 Stelle, trasformatosi in uno straordinario spot a favore di Rosario Crocetta. Il quale oggi – vincendo facile facile – può uscirsene con un “Grillo è un emerito ignorante, filomafioso” che unisce giudizio sprezzante (e per il quale si assume la responsabilità penale) a una costatazione de facto, perché molti protagonisti della vita siciliana hanno preso posizione, mettendosi in scia al presidente siciliano, per una serie di giudizia molto severi sulle parole dette ieri davanti a Palazzo dei Normanni (sede del più antico Parlamento d’Europa: e forse l’età si vede tutta…).
Alle parole di Crocetta sono seguite quelle di Maria Falcone (“parole aberranti”) e di Rita Borsellino (“meglio documentarsi prima”). “La mafia aveva una sua morale”, detto da Grillo, non si può proprio sentire e chi lo afferma dichiara in modo manifesto di non conoscere la storia della congrega criminale chiamata ‘mafia’.
ROSARIO CROCETTA – Il presidente della Sicilia ha commentato in modo sprezzante: “Grillo è un millantatore, un emerito ignorante, uno xenofobo, omofobo e filomafioso che cerca i voti di Cosa nostra e che vuole consegnare la Sicilia ai vecchi gruppi di potere“, con la consueta eleganza. E ancora: “La mafia non ha mai avuto una condotta morale“, ha dichiarato Crocetta all’Adnkronos, ricordando che “cosa nostra ha sterminato bambini anche nel passato e la novità degli intrecci con gli affari è solo una stupidità storica di chi non conosce la mafia. Invece di parlare della mafia Grillo torni a fare i suoi show. Non si avventuri su questo terreno. Quando uno parla della mafia con la disinvoltura con cui lo fa Grillo, dicendo che bisogna quotarla in borsa, questi affari se li vada a fare a Genova“. Non doveva pensarla così il presidente siciliano, quando pagò oltre 30mila Euro di cachet al comico genovese, durante la sua sindacatura a Gela.
Indossando i panni del sociologo de rua – facilitato questa volta dal leader del M5S – Crocetta ha anche detto che “Grillo pensa che possa sostituirsi nel consenso, così come al Nord fa con la Lega, al Sud lo fa con l’arretratezza e la conservazione mafiosa. Arriva i difendere i padrini, ormai è chiaro che va a braccetto con Dell’Utri“, con una fine analisi politica. , Eppure, ha ammonito il rivoluzionario della Sicilia, Grillo “sottovaluta culturalmente i siciliani. I siciliani dovrebbero fare con Grillo quello che hanno fatto la scorsa settimana gli alluvionati di Genova con lui, gli hanno detto ‘Vai a spalare’. E lo stesso dovrebbero fare i siciliani“. Un’osservazione cui si potrebbe facilmente rispondere che ‘si potrebbe spalare le macerie di un’amministrazione dalle dubbie capacità‘, ma oggi non si può: Grillo le ha detto troppo grosse e Crocetta vincerebbe la partita comunque per abbaondono (del senno) dell’avversario.
Ma il giudizio di Crocetta non poteva che allungarsi anche sulla riuscita del cosiddetto #Sfiduciaday e alla raccolta di firme contro il “governatore” siciliano, promossi dal M5S. “È stato un flopday, altro che sfiducia day. Non mi pare che siano più le folle oceaniche del passato per Grillo, per un evento annunciato da giorni con musica e spettacolo“, ha osservato Crocetta, che di spettacoli e di ‘panem e circenses‘ se ne intende, eccome.
Commentando poi la frase di Beppe Grillo, secondo il quale “Crocetta non si sa cosa è sotto tutti i punti di vista“, il presidente della Sicilia replica in modo acuto: “Si capisce, invece, benissimo quello che sono. Invece non si capisce Grillo. Perché dietro questo barbone c’è il volto bieco dei potentati economici siciliani e italiani“. “Mi sono fatto una risata, ma gelida. Perché mentre prima faceva ridere, ora penso che i siciliani e gli italiani devono capire che si trovano di fronte a un millantatore che si presenta come antisistema e invece è la stampella del sistema di potere“, si conclude il ragionamento di Crocetta sul discorso tenuto da Grillo ieri sera a Palermo. Insomma, “Antani sulle Cinque Terre, con svincolo a La Spezia“. Ma de che?
MARIA FALCONE E RITA BORSELLINO – Più puntuale e meglio articolato – del resto non poteva essere diversamente -l’opinione di Maria Falcone e Rita Borsellino sul discorso di Grillo a Palermo. “Sono sdegnata dalle parole aberranti di Grillo sulla mafia. Come si fa a dire che la mafia “aveva una sua morale”? E’ un insulto a tutte le vittime di Cosa nostra“, ha osservato la sorella di Giovanni Falcone, uno dei caduti siciliani alla lotta al crimine organizzato (non chiamatela ‘mafia’, togliete a questi criminali ogni parvenza di onorabilità cavalleresca, ndr). “Invito il signor Grillo a fare un ripasso della storia, soprattutto da quanto scritto da Giovanni Falcone – ha ribadito Maria Falcone, di recente insignita dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano per il suo impegno contro la mafia – Non si parla di cose cosi’ importanti con superficialità. Grillo mostra di sconoscere il significato della mafia. Ha trattato con leggerezza un argomento che ha creato tanto dolore. Grillo disconosce il sacrificio di Giovanni Falcone o altre vittime di Cosa nostra“, conclude con tono giustamente professorale di fronte a cotanta ignoranza.
Anche Rita Borsellino non è stata tenera con il leader del M5S. “Dovrebbe stare un po’ più attento con le parole, sapendo che fa opinione e che le sue parole hanno un peso specifico nell’opinione pubblica. Gli chiedo di documentarsi meglio prima di sparare giudizi come battute da un palco“, ha detto l’ex europarlamentare e sorella del giudice Paolo Borsellino, che si considera non solo sorella di una vittima di mafia “ma una cittadina, una palermitana che ha vissuto quei terribili anni delle stragi“. Come molti di noi, noti e meno noti.
Complimenti a Beppe Grillo per essere riuscito a trasformare una protesta contro un branco di inadatti all’amministrazione di una regione così cruciale come la Sicilia in un puntello per la loro sopravvivenza. Bravo!
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