Lo ‘stress test’ russo sulla difesa aerea della NATO, in clima di piena ‘guerra gelida’

Grandi manovre, fra provocazione e simulazione di guerra, sui cieli europei da parte dell’aeronautica russa in silenzio radio e contro ogni prassi di “cortesia”. Voli civili a rischio

Un Tupolev Tu95 "Bear" come quelli che hanno impegnato le capacità della difesa aerea della NATO negli ultimi giorni
Un Tupolev Tu95 “Bear” come quelli che hanno impegnato le capacità della difesa aerea della NATO negli ultimi giorni

L’allarme diffuso nella prima serata di ieri, per la potenziale minaccia delle forze aeree russe “a spasso” dai cieli dell’Europa Ccentro-Orientale all’Atlantico, conferma che le tensioni con la Russia sono ormai quasi oltre il livello di guardia.

La Nato infatti ieri ha annunciato di aver fatto scattare lo “scramble” della difesa aerea in almeno quattro occasioni, lanciando i caccia dei Paesi dell’Alleanza alla ricerca degli aerei di Mosca, impegnati negli ultimi giorni nelle grandi manovre sui tre mari e un oceano: Mar Baltico, Mar del Nord e Mar Nero, più Atlantico.

Manovre russe definite dall’Alleanza Atlantica “su larga scala” e “poco abituali”, prima di precisare che le missioni lanciate hanno riguardato soprattutto i caccia di tre Paesi membri, alzatisi in volo per intercettare un gruppo di otto velivoli russi in formazione sull’Atlantico.

All’avvicinarsi degli F-16 “Fightin Falcon” portoghesi, sei bombardieri Tupolev Tu-95 hanno invertito la rotta, mentre due hanno continuato imperterriti fino alla Gran Bretagna, dove sono stati “presi in consegna” prima dai caccia della Raf  e poi da quelli norvegesi.

Aspetto inusuale, gli aerei russi hanno mantenuto un costante silenzio radio, tacendo all’Alleanza anche i piani di volo e, aspetto più preoccupante, non comunicando affatto con i controllori di volo civili, circostanza che rende tutte queste manovre molto pericolose per l’aviazione civile.

Dunque, le grandi manovre dell’aviazione militare russa hanno riguardato almeno quattro episodi tra martedì e mercoledì.

Nel pomeriggio di martedì, sette bombardieri russi hanno sorvolato il Mar Baltico, mantenendo nello spazio aereo internazionale, ma allertando le aviazioni militari della Germania, della Danimarca, della Finlandia e della Svezia.

Secondo round alle tre del mattino di mercoledì, quando otto bombardieri di Mosca hanno sorvolato il Mar del Nord, mantenendosi sempre nello spazio aereo internazionale, “puntando” la Norvegia. Quando i caccia di Oslo si sono alzati, sei hanno fatto marcia indietro, mentre due hanno proseguito verso l’Oceano Atlantico, impegnando l’aviazione britannica e quella portoghese.

Ancora, nel pomeriggio di mercoledì, quattro aerei russi hanno sorvolato il mar Nero, mantenendosi nello spazio aereo internazionale e allertando l’aviazione turca.

Infine, nel pomeriggio di ieri, alcuni aerei russi hanno sorvolato il mar Baltico, mantenendosi nello spazio aereo internazionale.

Un pericolo o una provocazione, ma la configurazione assunta dai velivoli russi evoca i peggiori incubi delle aviazioni occidentali. Soprattutto perché permane alta la preoccupazione per le modalità in cui avvengono questi casi di sconfinamento”, con gli aerei russi in silenzio radio e “invisibili” al traffico civile (a causa del transponder spento).

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