Libia, Corte Suprema scioglie Parlamento. Gentiloni: “rischio guerra civile, ricomporre le parti”. Come? Non si sa…

In Libia “pericolo di deriva fondamentalista”, dice Roberta Pinotti (ministro della Difesa). Perché finora Ansar al-Sharia organizzava un parco tematico tipo Disneyword…

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Roma – La Corte Suprema libica ha annullato i risultati delle elezioni parlamentari del 25 giugno scorso, che hanno portato alla creazione della Camera dei Rappresentanti riunita a Tobruk a causa delle minacce delle milizie islamiste, uscite sconfitte dalla tornata elettorale. L’organo rappresentativo del popolo libico è stato dichiarato “incostituzionale” dai giudici.

La decisione era stata sollecitata da un parlamentare islamista che aveva chiesto un parere sulla costituzionalità del voto del 25 giugno, che poi ha aperto la strada alla formazione del governo di Abdullah al-Thani. I “deputati di Tobruk” hanno fatto reso noto di non accettare una decisione maturata sotto la minaccia islamista. Secondo un portavoce infatti, i giudici sarebbero stati messi “sotto pressione” dalle milizie islamiste di Alba della Libia, che controllano Tripoli.

Il governo italiano, nelle persone dei ministri di Esteri e Difesa, hanno espresso la preoccupazione che la situazione nel Paese dirimpettaio peggiori. Il neo-titolare della Farnesina, Paolo Gentiloni, ha affermato che l’Italia “sostiene lo sforzo per impedire lo scivolamento verso la guerra civile“, un rischio che oggi, ha avvertito, “è molto grande“.

La decisione della Corte Suprema libica, ha commentato, “non è una notizia incoraggiante“. Secondo Gentiloni “è importante che l’Italia svolga il suo ruolo con l’Europa e che rilanci l’iniziativa per una ricomposizione“, una “situazione che ha un impatto direttamente sul nostro Paese“. Per questo, per Gentiloni, bisogna lavorare insieme con l’inviato Onu per rilanciare il negoziato. Ma Gentiloni non prende in considerazione una situazione di fatto: gli islamisti non vogliono negoziare, vogliono impossessarsi della Libia con la forza della violenza, dopo aver maturato una dura sconfitta elettorale.

Sulla stessa lunghezza d’onda il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, secondo la quale in Libia vi è il “pericolo che il conflitto si aggravi ed entrino ulteriori elementi fondamentalisti“, con la capacità di arrivare a minacciare i Paesi europei. “In Siria e in Iraq – ha ricordato la titolare di Via XX Settembre – i conflitti in corso hanno già provocato devastanti effetti, soprattutto sulle popolazioni inermi. La minaccia rappresentata dal cosiddetto ‘Stato islamico’ è evidente a tutti noi, e negli ultimi mesi ha giustamente ricevuto l’attenzione di tutta la comunità internazionale. Di fronte a quella violenza, non ci è consentito volgere lo sguardo altrove; abbiamo il dovere morale di reagire e la necessità di intervenire con urgenza, perché lo ‘Stato islamico’ non può progredire oltre nella devastante azione“. Parole in linea con il paradigma tautologico adottato dalla senatrice Pinotti, che nulla aggiunge se non dichiarazioni di principio, senza però dar seguito a queste parole.

Perché alla valutazione della ministra Pinotti si aggiungono le notizie preoccupanti provenienti dalla Cirenaica, dove sarebbe stato visto – secondo l’emittente radiofonica tunisina “Mosaique FM” – il leader terrorista algerino Mokhtar Belmokhtar, già al vertice di al-Qaeda nel Maghreb Islamico (AQMI), ora legatosi allo ‘Stato Islamico dell’Iraq e del Levante di Abu Bakr al-Baghdadi. Il leader jihadista sarebbe stato avvistato nella città di Derna.

Insieme a Belmokhtar – nome de plume islamista di Khāled Abū l-ʿAbbās ci sarebbero miliziani sauditi ed egiziani, segnalati da fonti vicine ai sostenitori dell’ex rais libico Muhammar Gheddafi.

L’unico modo per aiutare la Libia sarebbe quello di sostenere – con ogni mezzo, compresi i mezzi militari – le forze lealiste e laiche del generale Khalifa Belqasim Haftar, ufficiale ex gheddafiano, poi esiliato negli Stati Uniti e promotore dell’azione militare “Dignità della Libia” che ha coagulato dal maggio scorso tutte le forze che si oppongono ai jihadisti islamisti di Alba Libica, di Ansar al-Sharia e di tutte le formazioni minori che si riconoscono con l’Isil siro-iracheno.

La signora Pinotti finora che ha fatto per promuovere un’azione dell’Italia a favore del popolo libico libero (che ha messo in minoranza gli islamisti), oltre a emettere apodittiche dichiarazioni o auspicare ricomposizioni impossibili tra i nemici della libertà e chi la libertà sta cercando di promuoverla?

Non si sa…

Ultimo aggiornamento 6/11/2014, ore 18:20:12 | © RIPRODUZIONE RISERVATA