F1, Rosberg si ripete nel pomeriggio a Interlagos, poi Hamilton. Räikkönen terzo tempo, Ricciardo vola in assetto gara

Tre bandiere rosse per Vergne, Alonso che si trasforma in pompiere e Gutierrez che è disoccupato per il 2015

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San Paolo – Ancora Nico Rosberg sugli scudi nella sessione pomeridiana di libere del GP del Brasile, penultima prova del mondiale di F1, al termine delle quali il tedesco inseguitore nella classifica piloti ha rifilato poco più di due decimi al compagno di squadra e leader del campionato piloti, Lewis Hamilton.

Rosberg è stato dietro a Hamilton quando i piloti hanno girato sulle medium (banda bianca), la mescola più dura portata dalla Pirelli a San Paolo, pagando un ritardo di due decimi. Con le soft invece il pilota tedesco ha mostrato di essere a proprio agio, anche se al termine del turno ha lamentato la formazione di bolle sul battistrada (soprattutto sulle anteriori), causate probabilmente dalla temperatura elevata sul tracciato e dall’asfalto nuovo, da cui emerge la parte oleosa del bitume che causa il graining (ossia l’irregolare arricciamento del battistrada) e un’aderenza più precaria.

Alle spalle delle due Frecce d’Argento di Stoccarda un redivivo Kimi Räikkönen, più a proprio agio con le mutate condizioni di aderenza, che rendono più guidabile una monoposto ostica per il finlandese, incorso peraltro in un’uscita di pista incruenta nella Curva 13, che però non ha causato danni e ha consentito alla Ferrari di tenere dietro Daniel Ricciardo, sulla prima Toro Rosso.

L’australiano è stato il primo a montare le soft, ma ha impressionato con il suo passo di gara, perfino migliore delle Mercedes, grazie al quale Ricciardo spera di svolgere un ruolo nel processo di assegnazione del titolo iridato, visto che la matematica lo esclude dalla vittoria finale, ma non ancora dalla seconda posizione.

Dietro la prima Red Bull, le due Williams di Bottas e Massa, divise da 64 millesimi, poi Fernando Alonso con una Ferrari che a 20 minuti dal termine ha fatto fuoco e fiamme: nel vero senso della parola. Lo spagnolo ha dovuto parcheggiare la sua monoposto ai lati della pista, mentre il posteriore mostrava altre lingue di fuoco, spente con celerità da…llo stesso pilota. Carente la prontezza di riflesso del personale di servizio a bordo pista, ma l’intoppo ha causato la seconda bandiera rossa del turno (la terza in assoluta finora, dopo quella di questa mattina per l’incidente di Juncadella nel primo turno e dopo quella di Vergne di cui parliamo dopo). Nessuna preoccupazione tra i tecnici di Maranello, perché il motore montato sulla monoposto di Alonso era una unità già montata in precedenza e quasi arrivata alla fine del ciclo di vita, per cui nessuno scenario di penalità.

Dietro la Ferrari dello spagnolo, Daniil Kvyat con la Toro Rosso, Sebastian Vettel con la cugina maggiore Red Bull e Kevin Magnussen, con la prima McLaren seguito dalle due Lotus di Maldonado e Grosjean. Solo 13° tempo per Hülkenberg, sull’unica Force India in pista: i danni provocati da Juncadella in mattinata hanno impedito ai meccanici di riparare la monoposto per consentire a Perez di partecipare alla sessione pomeridiana. Alle spalle della monoposto anglo-indiana, le due Sauber di Gutierrez e Sutil, poi la McLaren di Button, in evidente difficoltà, con una monoposto nei guai nella mattinata.

Infine Jean-Eric Vergne, con l’ultimo tempo, ma in realtà il francese ha compiuto solo cinque giri, prima di dare forfait per un problema alla power unit. Il suo stop – dopo soli 11 minuti dall’inizio dei canonici 90 minuti del pomeriggio del venerdì – ha causato la prima bandiera rossa, mentre l’ultima è stata dispiegata per lo sto di Gutierrez, che ha lamentato problemi elettrici sulla sua Sauber.

Domani ultimo turno di libere alle 14 ora italiana, poi qualifiche dalle 17.

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FORMULA 1 GRANDE PRÊMIO PETROBRAS DO BRASIL 2014 – LIBERE 2

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John Horsemoon

Sono uno pseudonimo e seguo sempre il mio dominus, del quale ho tutti i pregi e i difetti. Sportivo e non tifoso, pilota praticante(si fa per dire...), sempre osservante del codice: i maligni e i detrattori sostengono che sono un “dissidente” sui limiti di velocità. Una volta lo ero, oggi non più. Correre in gara dà sensazioni meravigliose, farlo su strada aperta alla circolazione è al contrario una plateale testimonianza di imbecillità. Sul “mio” giornale scrivo di sport in generale, di automobilismo e di motorsport, ma in fondo continuo a giocare anche io con le macchinine come un bambino.