Allarme degli 007 tedeschi: lo ‘Stato Islamico’ può compiere un “attacco terroristico su larga scala in Occidente”

Il settimanale Der Spiegel cita un’analisi del BND tedesco, secondo cui i jihadisti avrebbero l’obiettivo di “provocare” la reazione dei Paesi occidentali che partecipano alla Coalizione Internazionale, perché inviino truppe di terra in Iraq e Siria. L’eventuale morte del califfo può accelerare questo processo?

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Il Bundesnachrichtendienst (BND), il Servizio Informazioni Federale addetto allo spionaggio estero, ha lanciato l’allarme sulla possibilità di un “attacco terroristico su larga scala in Occidente“. Lo afferma il settimanale tedesco Der Spiegel in un articolo che cita un’analisi degli 007 di Angela Merkel.

Secondo le informazioni in possesso dal magazine tedesco, il devastante attacco rientrerebbe in una nuova escalation della “strategia di terrorismo mediatico” volto a sconvolgere l’Occidente, che di fronte a un attentato terroristico di vaste proporzioni non potrebbe che reagire inviando truppe di terra in Iraq e Siria.

Questa evoluzione della lotta dell’Isil contro ‘gli infedeli’ (cristiani ed ebrei) si innesterebbe anche nella retorica della “battaglia finale” del bene – costituito dai mujahiddin puri e timorati di Allah – e “l’esercito dei Crociati”, infedeli e da sottomettere. L’Isil potrebbe perfino accelerare questo processo, per arrivare allo scontro finale, che secondo un 20141111-Bundesnachrichtendienst-320x179Hadith musulmano dovrebbe avvenire nei pressi della località di Dabiq, al confine tra la Siria e la Turchia, tra le truppe islamiche e quelle dei “Crociati”.

Nel numero di ottobre della rivista dell’Isil, ‘Dabiq‘, si farebbe riferimento proprio alla Germania come luogo del prossimo attacco terroristico, dopo aver citato i due attentati costati la vita a due soldati canadesi lo scorso mese. L’effetto politico perseguito dai jihadisti sarebbe quello di far reagire i governi occidentali, perché scendano sul terreno della guerra di territorio, anche sulla scorta della reazione delle rispettive opinioni pubbliche.

Secondo il BND, dunque, l’attacco a un obiettivo occidentale (magari altamente simbolico) sarebbe “il prossimo passo logico”. 

Naturalmente, il ferimento dell’autoproclamato ‘califfo’ – Abu Bakr al-Baghdadi (nome de plume, si fa per dire, di Ibrāhīm ibn ʿAwwād ibn Ibrāhīm al-Badrī al-Ḥusaynī al-Qurashī al-Sāmarrāʾī, originario di Samarra – avvenuto nella notte tra venerdì e sabato scorso nei pressi di al-Qaim una città al confine tra Iraq e Siria, durante un bombardamento aereo della Coalizione Internazionale, potrebbe accelerare la decisione di colpire l’Occidente, sia come atto di ulteriore escalation che come atto di rappresaglia. Ieri, ricordiamo, era circolata perfino la notizia dell’uccisione del leader dell’Isil, grazie a un tweet del ministro degli Esteri iracheno, al-Jaabari, poi rivelatosi un fake.

C’è però un terzo elemento che spingerebbe i dirigenti jihadisti a colpire uno degli Stati occidentali: la risposta alla “chiamata” per il jihad e per l’uccisione degli infedeli da parte dei musulmani a titolo individuale (con modalità da “lupi solitari”, l’incubo delle intelligence) è stata flebile, blanda, non ha raccolto l’adesione delle migliaia di musulmani fondamentalisti, che i leader dell’Isil  pensavano si sarebbero mossi in massa dopo l’ordine di attacco. All’Isil servirebbe dunque un poderoso atto mediatico a fini interni, volto a convincere i riluttanti mujahiddin a intraprendere la lotta.

Ovvio che l’analisi del BND tedesco sia già stata oggetto di valutazione da parte delle intelligence alleate, anzitutto in ambito NATO. Un fatto è certo, la tensione è altissima, richiede occhi aperti da parte di tutti e pazienza per i controlli di sicurezza, ovunque vengano richiesti.

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