Obama sfida i Repubblicani, pronta regolarizzazione per 5 milioni di immigrati senza documenti. Odore di impeachment

Il New York Times ha rivelato che il presidente ha deciso che annuncerà la prossima settimane un decreto esecutivo che preveda le norme per attuare la riforma dell’immigrazione, da anni è bloccata al Congresso dall’opposizione ferma del GOP (Grand Old Party). Così intende “liberare” milioni di immigrati – che vivono e lavorano da anni negli Stati Uniti – dall’incubo dell’espulsione. Ma potrebbe essere battaglia senza esclusione di colpi, perfino quello più pesante, il “processo” del Congresso per aver violato la Costituzione e le sue prerogative presidenziali. Biden decisivo…

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Washington – Barack Obama avrebbe deciso di ignorare le proteste del Gop – Grand Old Party, il Partito Repubblicano – e si accingerebbe ad annunciare la firma del decreto esecutivo per attuare la riforma dell’immigrazione, da anni bloccata al Congresso dall’opposizione conservatrice e che permetterebbe di regolarizzare fino a 5 milioni di immigrati che rischiano l’espulsione dagli Stati Uniti. Lo ha rivelato il New York Times, citando fonti interna all’amministrazione democratica, che avrebbero spiegato come la riforma che Obama intende attuare, appellandosi all’autorità che permette al presidente di firmare ordini esecutivi. Secondo questo decreto esecutivo, l’attività dei 12mila agenti federali dell’U.S. Customs and Border Protection il servizio federale cui compete la sorveglianza delle frontiere e la gestione dell’immigrazione.

Tra le misure adottate quella che permetterebbe a molti genitori di bambini – cittadini americani perché nati negli Stati Uniti (secondo le regole dello ius soli, tradizionale criterio di alcuni Stati anglosassoni per acquisire la cittadinanza) – di ottenere il permesso di soggiorno e di lavoro, liberandoli finalmente dall’incubo di essere espulsi e separati dalle famiglie. Solo attuando questa misura si stima che sarebbero regolarizzate fino a 3,3 milioni di persone, che vivono da almeno cinque anni nel Paese (altro requisito previsto per ottenere la celeberrima “Green Card”). Una parte sostanziosa di queste persone è priva di documenti personali, secondo il Migration Policy Institute, un think-tank indipendente e apartitico con sede a Washington, che studia i fenomeni connessi alla migrazione dei popoli.

Un altro milione di irregolari sarebbero regolarizzati grazie a un aumento di protezioni previste per chi è arrivato bambino negli Stati Uniti, ossia i destinatari delle previsioni normative del cosiddetto ‘Dream Act’ di Obama, che sarebbe esteso alle famiglie. Ancora, sarebbero incrementate le opportunità per gli immigrati con un elevato livello di qualificazione professionale.

Contemporaneamente, la riforma prevederebbe un aumento delle risorse finanziarie per proteggere il confine meridionale degli Stati Uniti, rilanciando anche un controverso programma chiamato Secure Communities. Alle agenzie federali coinvolte sarebbero date indicazioni per considerare prioritaria l’espulsione di pregiudicati, stranieri che rappresentano un pericolo per la sicurezza nazionale o che sono appena entrati nel Paese.

Secondo questo ordine esecutivo svelato dal NYT, non verrebbe considerata prioritaria l’espulsione di immigrati entrati da anni in America, con forti legami familiari e che non avrebbero precedenti penali gravi. 

Negli ultimi anni, soprattutto dopo l’entrata in vigore delle norme sull’immigrazione approvate dall’Amministrazione 20141114-Joe-Barton-220x280Bush – che però procedette all’ultimo tentativo di sanatoria, arrendendosi all’opposizione del Senato a maggioranza Repubblicana –  sono aumentate in modo esponenziale le espulsioni di questo tipo. Le fonti della Casa Bianca che hanno parlato con il quotidiano newyorkese hanno però rilevato il fatto che il pacchetto delle misure esecutive è ancora in fase di elaborazione e potrebbe cambiare prima dell’annuncio, previsto la prossima settimana, dopo il ritorno di Obama dal tour in Asia (domenica prossima).

Non è esclusa anche la possibilità che lo stesso annuncio slitti, ma sembra che “prima della fine dell’anno” – ossia prima dell’insediamento del 144° Congresso (a maggioranza GOP) – il presidente procederà a riformare con un colpo di mano l’immigrazione.

L’annuncio di Obama sarebbe non solo una specie di dichiarazione di guerra al Congresso, ma anche una doccia fredda sulla possibilità di trovare un modus operandi bipartisan tra Casa Bianca e Capitol Hill, un dialogo auspicato dopo la batosta sofferta dal Partito Democratico dopo le recenti elezioni di Mid Term, che potrebbe avere subito effetti negativi sulle audizioni al Senato per la conferma di Loretta Lynch quale nuovo segretario alla Giustizia20141114-tom-cole-220x280. Beneplacet che è vincolante, come noto.

Ancora, la battaglia per l’approvazione del budget federale che, come minaccia il leader del Tea Party al Senato Ted Cruz, potrebbe essere bloccato, a meno che non contenga misure tese a impedire al presidente di applicare quella che definisce una vera e propria ‘sanatoria esecutiva‘.

Peraltro, dopo la rivelazione del New York Times, si sono levate voci sulla possibilità che l’eventuale mossa di Obama possa avere un seguito costituzionale, con l’apertura della procedura di impeachment, ossia la messa in stato d’accusa per violazione della Costituzione federale. Joe Barton, membro repubblicano della Camera dei Rappresentanti per il Texas, ha dichiarato a Newsmax TV che l’impeachment è una possibilità contemplata.

L’avvio della procedura di impeachment spetta alla Camera dei Rappresentanti, la Camera Bassa del Congresso. Sul tema, altre fonti repubblicane hanno negato questa eventualità, sostenendo che questa voce sia stata messa ad arte dai Democratici. Una “fantasia dei 20141114-trey-gowdy-220x280Democratici“, l’ha definita Tom Cole, deputato repubblicano dell’Oklahoma, vicino al leader del GOP John Boehner (eletto nell’Ohio). “Nessuna procedura di impeachment è pendente, nessuno l’ha proposta“, ha detto Cole nel corso di un’intervista a MSNBC mercoledì. 

L’avvio dell’impeachment potrebbe portare acqua al mulino democratico in prospettiva della battaglia elettorale per il mantenimento della Casa Bianca, così i Repubblicani si mantengono freddi su questa opzione che potrebbe far passare Obama come vittima, non come inetto a governare

Ma la battuta più feroce l’ha fatta il deputato Trey Gowdy, eletto alla Camera dei Rappresentanti nella Carolina del Nord, che alla domanda se l’impeachment fosse un’opzione possibile, ha risposto seccamente: “No. Voi avete mai incontrato il VicePresidente Biden?“. Insomma, sostituire un inetto con un cretino – secondo la vulgata corrente negli Stati Uniti – sarebbe come dare agli Stati Uniti una mazzata sui piedi. Biden salverebbe Obama dall’ignominia dell’impeachment e allo stesso tempo le speranze di Hillary Rodham Clinton di arrivare alla Casa Bianca. Non tutti i Biden verrebbero così per nuocere…

(Credit: US House of Representatives, The Hill, MSNBC, New York Times, Adnkronos) © RIPRODUZIONE RISERVATA