Caso Marò, la pagliacciata continua. Renzi mette la “mordacchia” alla stampa

Renzi dopo colloquio con Modi: “faremo il possibile, ma evitiamo polemiche con l’India”. Così da Brisbane il presidente del Consiglio che, a margine dell’assemblea plenaria del G20, ha avuto un breve colloquio con il premier indiano. Il governo italiano è prono all’illegale comportamento indiano. Che fine ha fatto l’attivazione dell’arbitrato internazionale previsto dal Diritto Internazionale Marittimo (UNCLOS)?

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Roma – Per arrivare a una soluzione del caso che coinvolge l’Italia – ma che tocca personalmente due militari in servizio di Stato su una petroliera battente bandiera italiana, i due fucilieri della Brigata San Marco, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone – l’Italia “farà tutto ciò che è necessario“, ma “bisogna evitare le polemiche con l’India“. Così Matteo Renzi da Brisbane, che a margine della plenaria del G20 ha avuto un breve colloquio con il primo ministro indiano Narendra Modi.

La vicenda è ‘congelata‘ dallo scorso 13 settembre, quando uno dei due militari, Massimiliano Latorre, è rientrato in Italia per un periodo di convalescenza di tre mesi, per curare i postumi dell’ischemia che lo aveva colpito alla fine di agosto. In quella contingenza, la Corte Suprema indiana aveva accolto l’istanza presentata dalla sua difesa, perché potesse ritornare in Italia, con l’impegno di ritornare in India entro il 13 dicembre prossimo.

Continua dunque l’atteggiamento colpevolmente remissivo dell’Italia verso l’illegale comportamento indiano, che in definitiva smaschera le bugie dette in questi mesi sia dal ministro degli Esteri pro tempore, Federica Mogherini (oggi Alto Rappresentante per la PESC e, in tale qualità, uno dei vice-presidenti della Commissione Europea), sia dal ministro della Difesa Roberta Pinotti, le quali hanno sempre sbandierato il fatto che il Governo avesse già deliberato l’attivazione dell’arbitrato internazionale previsto dal diritto internazionale marittimo (ANNEX VII. ARBITRATION, UNCLOS/United Nations Convention on the Law of the Sea of 10 December 1982, subscribed ad Montego Bay/ALLEGATO VII. ARBITRATO, Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare del 10 Dicembre 1982, sottoscritta a Montego Bay: disponibile quiquale mezzo per la risoluzione di una controversia per l’applicazione delle norme stesse

Il fatto che coinvolge i due fucilieri della Marina Militare si è svolto infatti – per ammissione della Suprema Corte indiana – in acque internazionali, ossia in “high seas” (alto mare) e quindi ineriscono la previsione dell’articolo 97 della stessa UNCLOS, che ha per titolo “Penal jurisdiction in matters of collision or any other incident of navigation” (Giurisdizione penale in materia di collisioni od ogni altro incidente di navigazione).

Al primo comma di questo articolo della UNCLOS si stabilisce il principio della prevalenza della giurisdizione dello Stato di bandiera della nave (o del cittadino) coinvolto in atti che prevedano conseguenze penali: “nel caso di una collisione o di ogni altro incidente di navigazione concernente una nave in alto mare [ossia in acque internazionali, ndr], che includa responsabilità penale o disciplinare del comandante o di ogni altra persona in servizio della nave, nessun procedimento penale o disciplinare può essere istituito contro tali persone tranne che dall’autorità giudiziaria o amministrativa dello Stato di bandiera (the flag State, ndr)  o dello Stato di cui è cittadino la persona“.

Che fine ha fatto questo arbitrato internazionale? È importante saperlo, perché l’attivazione VERA dell’arbitrato imporrebbe la consegna dei due fucilieri della Marina Militare a un Paese Terzo (per esempio la Svizzera), in attesa della soluzione della controversia sull’interpretazione della norma da applicare. 

Invece, il Governo italiano continua nell’immobilismo e Renzi non può mettere la mordacchia alle “polemiche”, come le chiama da presidente del Consiglio dei ministri, evocando l’idea di un’autocensura tollerabile forse in India, non in Italia. 

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