L’UNHCR ha chiesto al Consiglio di Sicurezza ONU di processare la Corea del Nord per crimini contro l’Umanità

La Commissione delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (Unhrc) ha approvato una  ha passato una mozione con cui si chiede al Consiglio di Sicurezza di deferire il regime di Pyongyang davanti la Corte Penale Internazionale. “Improbabile” che la misura superi il voto dei 15, dove Russia e Cina (alleati de facto di Kim Jong-un) sono membri permanenti e con diritto di veto. Nel febbraio scorso un rapporto delle Nazioni Unite ha fatto luce sulle atrocità compiute dal regime sulla popolazione

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Ginevra – La Commissione delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (Unhrc) ha chiesto al Consiglio di Sicurezza di deferire la Corea del Nord di fronte alla Corte Penale Internazionale per crimini contro l’umanità. La mozione è passata con il voto favorevole di 111 Stati, mentre 19 hanno votato contro e 55 si sono astenuti. La mozione non è vincolante, ma sarà affrontata dal Consiglio di Sicurezza in modo da passarne la competenza all’Assemblea Generale degli Stati, che la voterebbe il prossimo mese (di seguito il quadro completo del voto).

La composta reazione del Governo Nord-Coreano non si è è fatta attendere, sotto forma di minaccia di riprendere i test nucleari proferita da Chi Myong-nam, un consulente del governo di Pyongyang sui diritti umani. 

La mozione tiene conto del Rapporto Onu sui diritti umani in Corea, presentato nel febbraio 2014 e basato sulle testimonianze di esuli. Nel documento, si punta il dito contro le “atrocità inenarrabili e senza paragoni nel resto del mondo” che vengono compiute “su larga scala” contro “tutta la popolazione nordcoreana“. Nel testo si citano anche i campi di lavoro, dove sarebbero rinchiuse decine di migliaia di prigionieri. Pyongyang li definiscecentri di detenzione dove le persone vengono convinte a migliorare i propri pensieri e a ragionare sui propri errori“.

Michael Kirby, investigatore per l’Unhcr sui crimini commessi in Nord Corea e tra i firmatari del Rapporto, ha definito la mossa di ieri “un passo importante nella difesa dei diritti umani“. La risoluzione non nomina mai il leader supremo della Corea del Nord, Kim Jong-un, ma ricorda che il documento Onu ritiene responsabili “i più alti livelli dello Stato” per gli abusi ai diritti umani.

Tuttavia, diplomatici e analisti internazionali nutrono forti dubbi che la mozione sia adottata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e che si riesca a definire il regime nordcoreano di fronte all’ICC (Internationa Criminal Court), per la presenza tra “i 15” della Russia e della Cina, che hanno diritto di veto in qualità di membri permanenti e che sono i principali alleati di Kim Jong-un. Difatti, Mosca e Pechino hanno votato contro la mozione, insieme a Cuba, Iran, Siria, Bielorussia, Venezuela, Uzbekistan e Sudan.

Sin So-ho, rappresentante nordcoreano alle Nazioni Unite, ha commentato: “Gli sponsor e i sostenitori di questa mozione devono essere ritenuti responsabili per tutte le conseguenze, perché sono loro che hanno distrutto l’opportunità e le condizioni per una cooperazione in materia di diritti umani“. Una forma evidente di ulteriore minaccia, che probabilmente resterà solo verbale per la forte influenza della Cina sul Paese.

Tutti i Paesi dell’Unione Europea hanno votato a favore della mozione (anche con una certa dose di ipocrisia, visto che non si arriverà al processo: ma resta il voto simbolico).

Il rapporto della commissione di inchiesta fu redatta sulla base di interviste con dozzine fuoriusciti dal Paese, i quali hanno descritto nei dettagli il sistema di repressione usato, comprese le torture, la riduzione alla fame e la detenzione di massa in campi di prigionia contenenti 120mila persone. Di contro, la Nord Corea ha accusato di mentire i fuoriusciti che hanno collaborato con la Commissione di inchiesta.

(Fonte: AsiaNews)