Torino Film Festival, The Rover conferma il talento e lo sguardo di David Michôd

Il regista australiano presenta il suo sguardo disilluso sul futuro dell’umanità con la sua seconda opera  

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Scampati a una sparatoria contro le forze armate, tre sbandati si danno alla fuga. Nel corso della traversata in auto hanno un battibecco che provoca l’uscita di strada del mezzo. Sempre sull’attenti, rubano velocemente un altro mezzo e riprendono: quello che non sanno è che il proprietario dell’auto rubata non ha nessuna intenzione di lasciarli andare. Questo si metterà sulle loro tracce, minacciando anche il fratello di uno dei tre ladri, incontrato per caso sul suo cammino.

Il secondo film di David Michôd è una vera sorpresa. Non solo perché in “The Rover” si rivede quel road movie ruvido e sporco tanto caro alla visione post-apocalittica di George Miller (“Mad Max”), e quel gusto secco , asciutto ma essenziale dei dialoghi, figli della penna di Cormac McCarthy (“La strada”); Michôd ha anche il pregio di costruirsi uno spazio del tutto personale confermando le sue affinatissime doti autoriali ed estraendo il meglio dagli attori a disposizione.

Per Guy Pearce, già presente nell’esordio di Michôd (“Animal Kingdom”), è il ruolo che vale una carriera: il suo vagabondo senza nome è da subito presentato al pubblico come un folle, uno per cui non fare certo il tifo, costretto a certi comportamenti dalla disastrosa situazione in cui il mondo è precipitato. O almeno così sembrerebbe. Perché l’indole dei personaggi fa di tutto per non sentire il peso dell’ambientazione, non c’è alcuna remore del cataclisma verificatosi, nessun rimpianto. Come se l’umanità avesse aspettato l’apocalisse a braccia aperte per poter finalmente dare ampio sfogo alla sua innata indole selvaggia.

All’epoca in cui un uomo che commette un crimine efferato non riceve alcuna punizione, non è più concessa pietà. Il cataclisma non è dunque solamente una condanna meritata, ma inevitabile.  

Ridotti ai minimi termini i dialoghi, il regista australiano dà ampio sfogo al suo talento registico (che di questi tempi andrebbe salvaguardato), e grazie a una messa in scena minimalista delinea un mondo alla deriva e lancia il suo grido disperato (attraverso lo spettro di un possibile futuro) sull’attuale situazione. Con un ritmo mai stanco, ma composto ad arte da tanti piccoli quadretti che rimangono impressi negli occhi per la perizia nei particolari “The Rover” è senza dubbio tra i migliori film dell’anno e costituisce un nuovo passo avanti nel bistrattato genere post-apocalittico.

Il film sbarcherà nelle sale italiane dal 4 dicembre grazie a Koch Media.   

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Il trailer ufficiale italiano