Censis: investire su scali e traffico aereo per crescita Italia

Ricerca promossa con la società di gestione di Venezia e Treviso, che insieme all’aeroporto di Verona e Brescia ha costituito il polo aeroportuale del Nord-Est. Margini di sviluppo del traffico passeggeri

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Roma – Tanta ricchezza nei cieli del mondo. Sono stati 3,1 miliardi i passeggeri del traffico aereo mondiale nel 2013. Diventeranno 7,1 miliardi nel 2030. L’aviazione civile genera un fatturato a livello globale di 306 miliardi di euro e impiega 5,5 milioni di addetti. Considerato l’indotto (compreso il turismo), il valore complessivo supera i 1.000 miliardi di euro, con 33 milioni di occupati.

Nel 2030 il valore generato dall’aviazione civile salirà a 714 miliardi di euro, mentre il valore complessivo, incluso l’impatto turistico, è stimato in crescita fino a 2.600 miliardi di euro. Flussi di ricchezza notevoli che si muoveranno per i cieli del mondo, dai quali l’Italia rischia però di rimanere tagliata fuori.

È quanto emerge da una ricerca realizzata dal Censis e promossa da Save, società che gestisce gli aeroporti di Venezia e Treviso e che con l’aeroporto Valerio Catullo di Verona ha costituito il polo del Nord-Est, mettendo in rete appunto anche gli scali di Verona e Brescia. Un polo aeroportuale che ha uno scenario di sviluppo tale da contribuire alla possibilità di crescita reale dell’Italia, ma a patto che il nostro Paese sappia competere su questo settore per guadagnare la propria quota nel mercato turistico internazionale, attraendo visitatori provenienti dai Paesi del Medio ed Estremo Oriente.

I passeggeri sbarcati e imbarcati negli aeroporti italiani nel 2013 sono stati 144 milioni, ovvero il 4,7% dei passeggeri aerei mondiali. I passeggeri sono aumentati anche nel periodo della crisi del 12,1% (gennaio-settembre 2007-2014) e del 66,3% nel lungo periodo 2002-2014.

Per preservare la sua quota di mercato nel traffico aereo, visti i trend del settore a livello globale, da qui al 2030 l’Italia dovrà salire a una capacità di accoglienza pari a 330 milioni di passeggeri, ossia determinando un balzo di capacità dell’ordine del +129% rispetto a oggi.

Dalla ricchezza dei cieli potrebbe arrivare un forte impulso all’occupazione, con 745.000 posti di lavoro in più e un valore economico pari a 3,1 punti percentuali di Pil. Se l’obiettivo fosse invece quello di accrescere la quota di mercato degli aeroporti italiani di 2 punti percentuali nel 2030, i nostri aeroporti dovrebbero essere in grado di accogliere invece 472 milioni di passeggeri (+227% rispetto a oggi). Si genererebbero così 1,3 milioni nuovi posti di lavoro e un valore economico pari a 5,5 punti percentuali di Pil. 

(askanews)