Papa Francesco alla Moschea Blu, in preghiera come Benedetto XVI

Il Pontefice ha in programma un incontro con il Patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo I, per rafforzare il dialogo ecumenico in vista della ricomposizione dell’unità cristiana

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Istanbul – Papa Francesco alla Moschea di Sultan Ahmet, più nota come Moschea Blu. Questo il primo atto compiuto dal Pontefice dopo il suo arrivo a Istanbul, nella seconda giornata del suo viaggio in Turchia.

Questa mattina al suo arrivo a Istanbul Francesco è stato accolto dal patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I. Nella città sul Bosforo, il Pontefice ha in programma un incontro con una delegazione della piccola comunità cattolica (53mila fedeli) oltre che con Bartolomeo.

Accolto dal mufti di Istanbul, Francesco ha attraversato il cortile e sull’ingresso della moschea si è tolto le scarpe prima di entrare. Con le mani giunte e il capo abbassato, Bergoglio è rimasto oltre 3 minuti, con gli occhi chiusi, a pregare, mentre l’imam aveva le mani aperte nel gesto della preghiera liturgica e pronunciava a bassa voce delle formule.

Nel 2006 c’erano stati invece due minuti di silenzio quando Benedetto XVI si raccolse anche lui in preghiera in unione al muftì. “Preghiamo per la fratellanza e per il bene dell’umanità“, aveva detto Ratzinger durante la visita alla più celebre moschea di Istanbul, quando gli avevano mostrato il libro delle preghiere islamiche, dicendo che “ogni preghiera musulmana comincia col nome di Allah, Allah è il nome di Dio“.

Il gesto compiuto oggi da Papa Francesco e da Benedetto XVI nel 2006 hanno un illustre precedente nella preghiera di San Giovanni Paolo II nella moschea di Damasco, anche se lì si svolse davanti al luogo tradizionalmente definito la tomba di Giovanni Battista.

Una visita a Santa Sofia, la ex cattedrale di Bisanzio intitolata alla Divina Sapienza, sulle orme di Paolo VI che la visitò nel 1967, di Giovanni Paolo II nel ’79 e di Benedetto XVI nel 2006, è stato il secondo atto compiuto da Papa Francesco al suo arrivo a Istanbul. Al momento della presa di Costantinopoli, durante la Quarta Crociata, la chiesa simbolo dell’Oriente cristiano fu saccheggiata e profanata dai latini. Furono rubate dalla chiesa molte reliquie, tra cui una pietra della tomba di Gesù, il latte della Vergine Maria, il sudario di Gesù e le ossa di alcuni santi, portate verso le chiese dell’ovest. Sotto oò governo latino di Costantinopoli (1204-1261) la chiesa divenne una cattedrale cattolica romana.

Santa Sofia a Istanbul è stata la cattedrale cristiana di rito bizantino fino al 1054, sede patriarcale greco-ortodossa, cattedrale cattolica, poi moschea, infine museo dal 1935. Nota per la sua gigantesca cupola, apice dell’architettura bizantina, fu terminata nel 537. Oggi l’uso del complesso come luogo di culto (moschea o chiesa) è proibito.

Tuttavia, nel 2006, subito prima della visita del Papa Benedetto XVI, è stato segnalato che il governo turco ha permesso di destinare una piccola stanza del complesso museale per essere utilizzata come sala di preghiera da chiunque lo voglia.

(AGI)