Addio a Giulio Questi, regista cult del cinema sperimentale italiano

Scompare a 90 anni il regista bergamasco, protagonista di una retrospettiva all’ultimo Torino Film Festival

QuestialChiara


Torino – È di queste ore la notizia della morte di Giulio Questi, nato a Bergamo 90 anni fa. La notizia desta ancor più dispiacere se si pensa che il regista era stato assoluto protagonista di una retrospettiva a lui dedicata dal Torino Film Festival, nell’edizione appena conclusasi.

Questi, che quest’anno aveva anche pubblicato “Uomini e comandanti”, libro di racconti incentrato sulla Resistenza, ha firmato soltanto tre lungometraggi, ma è entrato di diritto nella rosa dei registi considerati cult del cinema di genere italiano.

Dopo aver co-diretto alcuni film con nomi del calibro di Elio Petri, Marco Ferreri e Giuliano Montaldo, esordisce come regista unico nel 1967 con l’indimenticabile “Se sei vivo spara”, considerato uno degli spaghetti-western più violenti mai realizzato, il ché gli causò non pochi problemi con la censura dell’epoca. Il film con Tomas Milian protagonista, infatti, venne prima vietato ai minori di 18 anni, poi sequestrato definitivamente per tornare nelle sale ampiamente mutilato di alcune scene.

Dal 2004 è però disponibile in DVD una director’s cut con il montaggio finale del regista.

Questi dirigerà successivamente altri due film, il giallo “La morte ha fatto l’uovo” e il surreale “Arcana”, ritirandosi dal cinema e lavorando per la televisione.  

La direzione del Torino Film Festival ha fortemente voluto salutare il regista italiano:

caro Giulio,

è stato un grande piacere e un vero divertimento conoscerti: nei giorni della settimana che hai trascorso a Torino sei stato una fonte di continue scoperte, per il pubblico e tutti noi che ti ascoltavamo, con il tuo senso dell’umorismo e l’abitudine (magnifica) di giocare “al ribasso”, di inserire sprazzi illuminanti di teorie di cinema e di moralità all’interno di racconti e aneddoti, senza prenderti troppo sul serio ma anche senza sminuire mai il tuo lavoro, di scrittore, cineasta, narratore. Che tu avessi humour, cultura e umanità si capiva dai film, lunghi e corti, che hai realizzato, dalle invenzioni con cui hai anticipato decenni di cinema successivo, dalla tua instancabile voglia di raccontare, con parole e immagini, il mondo che vedevi cambiare dall’osservatorio di casa tua. Ma essere partecipi di queste qualità dal vivo è un regalo enorme che hai fatto agli spettatori del Torino Film Festival. Dovunque tu sia adesso, spero ti stia divertendo a riprendere vecchi compagni e irriducibili nemici con la tua camerina digitale. Un grande abbraccio, Giulio!

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Il trailer di “Se sei vivo spara”: