Orrore in Siria: uomo lanciato dal tetto di un palazzo e poi lapidato. La colpa? Essere omosessuale

I miliziani jihadisti dell’Isil eseguono la sentenza di un tribunale islamico e pubblicano le foto su Twitter. Le macabre immagini riportano gli ultimi tragici istanti dell’uomo e mostrano la ferocia di un’ideologia neonazista ammantata di religiosità. Nel silenzio assordante del mondo musulmano

20141210-gruppo-tetto-palazzo-655x436


Baghdad – Tra Siria e Iraq, dove l’Eufrate ha fatto germogliare una parte importante della cultura occidentale, oggi fiorisce il fiore macabro dell’ideologia neonazista ammantata di religiosità islamica, in cui gioca un ruolo essenziale il silenzio della maggioranza dei musulmani, che non insorgono contro questo orrore.

Un uomo – di cui si ignorano le generalità – è stato condannato a morte con un supplizio inumano: il lancio dal tetto di un palazzo di tre piani e poi la lampidazione fino alla morte. Il truce assassinio per un solo motivo: l’uomo era stato accusato di essere omosessuale, una colpa grave in posti in cui regna la furia e la ragione è in ritirata.

Questa la sorte  terribile di quest’uomo, ennesima vittima delle retate delle SS islamiste dell’Isil (Islamic State of iraq 20141210-lettura-proclama-655x436and Levant) – Daesh nell’acronimo arabo – e delle sentenze emesse dai tribunali islamici, le cui immagini sono state divulgate attraverso un account su Twitter legato all’autoproclamato e sedicente ‘Stato Islamico”.

Nella sequenza di immagini, la cui autenticità tuttavia non può essere accertata, si vede prima un gruppo di 7-8 miliziani a volto coperto, ripresi insieme al condannato in cima al tetto del palazzo. Poi c’è un’immagine che ritrae il gruppo jihadista fotografato da vicino, in cui si vede uno dei jihadisti leggere la condanna a morte, il cui testo viene riportato nella didascalia: “Il tribunale islamico di Wilayet al-Furat ha deciso che un uomo che ha praticato la sodomia deve essere gettato dal punto più alto della città e poi lapidato a morte“. Diabolico orrore. 

Di seguito sono state pubblicate altre foto orripilanti  dell’uomo lanciato dal tetto del palazzo e poi dello schianto a terra. L’ultima immagine ritrae da lontano il condannato senza vita con la faccia rivolta a terra. Con Wilayet al-Furat i dell’Isil sono soliti indicare un’area al confine tra Siria e Iraq, nel punto in cui l’Eufrate entra in Iraq nei pressi del valico di frontiera di Albu Kamal-Qaim. L’Eufrate da fiume di civiltà si è trasformato in incolpevole ospite delle truppe dell’orrore islamico, mentre continua l’assordante silenzio della società musulmana, che continua a lamentare episodi di islamofobia, ma non si rende conto che i primi nemici di questi efferati e sanguinari oscurantisti sono coloro che – al di là di ogni credo e religione – vogliono vivere solo in pace.

Riusciranno i musulmani perbene e contrari a questo orrore a vivere con il peso del silenzio di fronte a questi crimini?

© RIPRODUZIONE RISERVATA