Il Patriarca caldeo di Baghdad propone digiuno penitenziale alla vigilia di Natale per ritorno dei profughi a Mosul

Mar Louis Sako domanda ai fedeli di non celebrare in modo “mondano”, con sfarzo e abbondanza, Natale e Capodanno in segno di solidarietà con i fuggitivi della piana di Ninive, perseguitati dall’Esercito islamico. AsiaNews aderisce al digiuno proposto dal Patriarca e chiede a tutti i lettori di dare il corrispettivo del digiuno a sostegno della campagna “Adotta un cristiano di Mosul”

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Erbil – Il Patriarca caldeo di Baghdad, Louis Raphael Sako, ha invitato tutti i cristiani dell’Iraq a compiere un digiuno alla vigilia di Natale per implorare dal Signore il ritorno dei profughi a Mosul e nella piana di Ninive. Allo stesso tempo, Mar Sako ha chiesto ai suoi fedeli di non organizzare “alcun festeggiamento mondano” a Natale e a Capodanno come “segno di solidarietà con i loro fratelli sfollati, che stanno vivendo una sofferenza indescrivibile“.

Nel suo messaggio di auguri per Natale, Mar Sako ha ricordato di aver visitato in questi giorni “alcuni campi dei profughi in Ankawa, e in Alqosh e nei villaggi di Amadiya e Aqra. Ho incontrato i preti di Zakho, e ho esperimentato quanto è pesante e dolorosa la loro croce“. In queste località del Kurdistan oltre 120mila cristiani hanno trovato rifugio, fuggendo da Mosul e dalla piana di Ninive perché cacciati o braccati dalle milizie jihadiste islamiste dell’Isil (Islamic State of Iraq and Levant), che ne hanno minacciato l’esistenza stessa con violenze indicibili attualmente al vaglio della Corte Penale Internazionale, che indaga per crimini contro l’umanità e crimini di guerra.

20141213-rifugiati-iracheni-mod-320x213Il Patriarca di Baghdad ha suggerito ancora a tutti i cristiani di vivere l’Avvento “con il digiuno, preghiera, riflessione e caritàe, in particolare, ha rivolto l’invito di un digiuno penitenziale da lunedì 22 dicembre fino alla notte del 24 dicembre, non toccando cibo o bevanda fino a mezzogiorno, come “nei giorni di Bautha“. Il digiuno di Bautha ricorda quello che il profeta Giona propose agli abitanti di Ninive per la loro conversione.

Digiuniamo – ha scritto Mar Sako – per la liberazione di Mosul e dei villaggi della piana di Ninive, perché la pace e la sicurezza tornino in queste zone, e tutti possano rientrare nelle  loro case, ai loro lavori e alle loro scuole. Ricordiamo ciò Cristo ha detto: ‘Questa razza di demoni non si scaccia se non con la preghiera e il digiuno’ (citando Matteo 17, 21)”. “Siamo sicuri che la nascita di Cristo, che ha condiviso la nostra storia personale e quella dell’umanità – ha continuato  – ascolterà la nostra preghiera e accetterà il nostro digiuno e realizzerà la nostra speranza e il nostro desiderio di tornare alle nostre case e vivere la nostra vita normale come era prima“.

Un invito esteso peraltro a “tutti i cristiani a non organizzare nessun tipo di festeggiamento mondano a Natale o Capodanno, specialmente in queste situazioni amare. È un segno di solidarietà con i loro fratelli sfollati i quali stanno vivendo una sofferenza indescrivibile“.

Augurando un buon Natale “nei nostri cuori e nei nostri campi profughi“, il Patriarca caldeo di Baghdad ha concluso il suo messaggio di auguri spingendo ancora a “digiunare e dare la mano ai bisognosi, visitandoli e consolandoli“. Un digiuno unito alla massima espressione di solidarietà verso chi sta peggio, è in condizioni di bisogno o vive la persecuzione.

Aderendo all’invito del Patriarca caldeo di Baghdad, anche l’agenzia di stampa AsiaNews – edita dal PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere) propone ai propri lettori di seguire il digiuno proposto da Mar Sako e chiede di dare il corrispettivo del digiuno per la campagna “Adotta un cristiano di Mosul”

(Credit: AsiaNews, Tempi)