Omicidio del piccolo Loris: convalidato il fermo della madre, Veronica Panarello. Consegnato il secondo cellulare

Dai risultati dell’autopsia il responso: nessuna violenza di carattere sessuale, neanche passata. L’Istituto Comprensivo frequentato dal bambino lo ricorda con un manifesto struggente


Ragusa – Il Gip di Ragusa, Claudio Maggioni, ha convalidato ieri il fermo di Veronica Panarello, la mamma del piccolo Loris accusata di averlo ucciso in modo barbaro. Il Giudice delle Indagini Preliminari ha così verificato come fondata la linea degli inquirenti, che hanno indicato la donna come autrice del delitto innaturale del figlioletto di otto anni. A seguito di questo passaggio formale, Maggioni ha emesso il mandato di custodia cautelare in carcere per la donna, che è rinchiusa nella sezione femminile della casa circondariale di piazza Lanza a Catania. 

Un venerdì di colpi di scena nell’inchiesta, vista la comparsa improvvisa di un secondo telefono cellulare, la cui utenza sarebbe intestata a un’amica di Veronica Panarello. Questo sarebbe il telefono ritenuto – forse a torto – “segreto” di cui si è parlato nei giorni scorsi e di cui sembra fosse stata negata l’esistenza davanti al Gip durante l’interrogatorio. Senonché, l’avvocato della donna – Francesco Villardita – ha poi affermato che la signora Panarello stessa avrebbe consegnato il telefono agli inquirenti. 

Durante l’interrogatorio di garanzia la donna ha continuato a respingere le accuse mossele e a ripetere la sua versione dei fatti. L’interrogatorio – lungo e “molto articolato” – è servito alla donna per rispondere “a tutte le domande senza alcun cedimento” e per confermare “la stessa versione dei fatti, senza contraddirsi“, ha detto il legale della donna. Davanti al Gip la donna ha ripetuto la propria innocenza e ha affermato di volere “pienamente collaborare“, ribadendo di aver accompagnato il figlio a scuola e di essere stata vista da una “vigile urbano che era in servizio, indicando anche il sesso dell’ufficiale di polizia giudiziaria, una donna, di cui ha fatto il nome“.

Successivamente, Veronica Panarello ha atteso l’ordinanza del Gip presso il penitenziario catanese dove si trova rinchiusa. La difesa ha svolto il proprio lavoro, avanzando istanza di scarcerazione, visto che “c’è stata un’opposizione da parte della difesa alla convalida del fermo – ha confermato l’avvocato Villardita – perché riteniamo che non ci siano i presupposti del pericolo di fuga in quanto il pericolo di fuga è l’elemento principe per potere avere un decreto di fermo da parte del Pm o della polizia giudiziaria“. In realtà, vi sono altrui due presupposti – la reiterazione del reato e la possibilità di inquinare le prove – che in un caso di cotanta delicatezza emergono con forza come ipotesi da non scartare e in concorso con l’eventuale potenziale capacità di far perdere le proprie tracce. 

Secondo il legale di Veronica Panarello, la donna “ha manifestato ancora una volta la sua disponibilità a collaborare con le forze di polizia e la magistratura“, ma non ha rivelato che natura avrebbe questa collaborazione e questa disponibilità. Sull’ipotesi di sottoporre la donna a perizia psichiatrica, Villardita ha spiegato che “in questa fase non si può richiedere assolutamente nulla, nessuna perizia, nessun incidente probatorio“. “Alla signora Panarello non è stato fatto vedere alcun filmato, la signora ha risposto sulla base di quelli che sono gli atti e quindi solo ed esclusivamente sui fotogrammi che sono riportati su carta stampata e a colori, ma – ha aggiunto – non è stato fatto vedere alcun filmato e si è difesa esclusivamente su quelli che sono gli atti processuali“.

Circa le fascette di plastica – che gli inquirenti ritengono possa trattarsi dell’arma del delitto – l’avvocato ha chiarito che la sua assistita ha spiegato al Gip che “sono venute fuori solo ed esclusivamente perché lei stessa, nell’intento di dare una mano alla polizia giudiziaria alla ricerca del colpevole, ha chiesto alle maestre se fosse vero che avevano richiesto al bambino di portarle a scuola per fare degli esperimenti e alla risposta negativa delle maestre si è prodigata affinché queste fascette arrivassero agli inquirenti, ai quali lei le ha consegnate spontaneamente per poter andare alla ricerca della verità“.

L’avvocato Villardita ha peraltro preannunciato – dopo la convalida del fermo da parte del Gip – “con molta probabilità ricorreremo al Tribunale del riesame. Tutto ciò, ovviamente, previo colloquio con la mia assistita che avverrà domani mattina in carcere a Catania” (ossia oggi).

Risultati autopsia: no violenze pregresse su Loris – I risultati finali dell’autopsia sul corpo del piccolo Loris, intanto, escluderebbero violenze presenti e pregresse, un dato che confermerebbe il movente non sessuale dell’omicidio.

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Intanto per le vie di Santa Croce Camerina è stato affisso un manifesto funebre firmato dal dirigente e da tutto il personale dell’Istituto Comprensivo “Psaumide” di Camarina, frequentato dal bambino. Sul sito web dell’istituto scolastico, è stata pubblicata una locandina – di uguale contenuto – in cui si afferma che “sgomento e dolore attanagliano i nostri cuori – si legge nel manifesto – la rabbia graffia le nostre anime e lacrime amare sgorgano dai nostri occhi. Seppure addolorati, però, dobbiamo guardare nel profondo del nostro cuore, in quell’angolo offuscato dal male, per scorgervi la gioia della speranza, del ricordo e dell’amore dato e ricevuto“.

Secondo il dottor Giuseppe Brullo, medico di Veronica Panarello, la donna non sarebbe capace di commettere un gesto come l’uccisione del figlio. “Non mi ha mai dato l’impressione di essere una persona debole di mente – ha affermato il professionista, ribadendo che la donna è “una persona normale, normalissima e lucida. Tra l’altro molto attaccata ai suoi figli“.

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