¡Que viva México! Esteban Gutierrez alla Ferrari 50 anni dopo i fratelli Rodriguez

L’arrivo del giovane protetto da Carlos Slim – l’uomo più ricco del mondo – apre scenari di cambiamenti radicali e pone qualche interrogativo: Maurizio Arrivabene per taluni significa “parti male”? Il silenzio di Marc Genè e Pedro de la Rosa su Twitter. Così potrebbe avere un significato diverso il regalo di Natale della Ferrari ai due piloti spagnoli…

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Maranello – L’arrivo di Maurizio Arrivabene (perdonateci il giuoco di parole) sembra aver portato una ventata di novità alla Ferrari, dove spira aria di rivoluzione! Messicana, diremmo, visto l’ingaggio di Esteban Gutierrez come collaudatore e terzo pilota della Scuderia di Maranello per la prossima stagione. Uno della quasi-filiera – si potrebbe dire – viste le due ultime stagioni di F1 disputate a cavalcioni del Cavallino (motore) che ha spinto la Sauber. 

Una decisione inaspettata per molti, che apre alcuni scenari interessanti sul futuro della Rossa, costretta a confrontarsi con i problemi di reperimento delle risorse come tutti gli altri, solo con un fascino maggiore in più. E con un ‘circolo di amici’ diverso da tutti gli altri team di F1, in grado di materializzare lo charme maranelliano in termini di investimenti pubblicitari. 

E infatti, sui motivi tecnico-pecuniari che sostengono la scelta di Gutierrez, vi invitiamo a leggere il bell’articolo dell’amico Antonio Rendina (qui): si parla di denaro e di sponsor, di sostituzioni…

Ma l’aspetto relativo alle sponsorizzazioni non è l’unico, seppur importante, a determinare il mutamento di rotta ferrarista. Ci sono aspetti – a nostro avviso – di natura industriale altrettanto importanti e che coinvolgono il ruolo del gruppo FCA nel continente americano, compreso il martoriato Messico, attualmente di fronte a una terribile crisi di sicurezza, che minaccia di scardinare perfino le fondamenta (o quel che ne resta) della convivenza civile.

Quindi, a parte il tono da “amarcord” recitato dalla nota della Scuderia Ferrari – che ha richiamato i 50 anni dall’avventura dei fratelli Rodriguez a Maranello e citato i molti tifosi della Ferrari in Messico (ma dove non ha tifosi la Ferrari?) – lo scenario più interessante riguarda gli aspetti industriali e quelli psicologici sulla filiera FDA (Ferrari Driver Academy), oltre al probabile ben servito a Marc Genè e Pedro de la Rosa come collaudatori. 

Sia Genè che de la Rosa hanno taciuto su Twitter – che usano di frequente – sull’ingaggio di Gutierrez, segno di una certa sorpresa (e forse anche di un preciso fastidio). Lo stesso vale per Davide Rigon, che però non può temere niente, essendo coinvolto nel programma WEC di Maranello.

Il reset impresso da Arrivabene, che si potrà apprezzare meglio nei prossimi giorni quando sarà più chiaro il futuro di Genè e de la Rosa, passa evidentemente per la transizione “rivoluzionaria” in senso astronomico (quindi “di ritorno”) alla Phillip Morris come maggiore sponsor della Scuderia. Un ritorno che la presenza di Arrivabene catalizza e che coinvolge anche gli investimenti italiani del gruppo, che non ha tra i propri brand solo le sigarette e che non ha tra i propri consiglieri di amministrazione solo Carlos Slim.

Nel Cda di PM c’è anche un tizio come Roger Penske, che svolge un ruolo interessantissimo anche nell’automotive con Penske Automotive Group (attiva anche in Italia dove conta di rilevare un centinaio di concessionari di auto) e con VM motori di Cento. Nel motorsport il brand Penske ha contribuito a scrivere pagine storiche, cui rimando, ma che potrebbe anche (ipotesi allo stato primordiale) avere un futuro anche con l’Alfa Romeo e con il ruolo che la casa di Arese dovrebbe svolgere nel rilancio delle vendite della parte europea dei brand di FCA. Né possono essere tralasciati gli interessi industriali del gruppo automobilistico italo-americano in Messico e nell’america latina.

Insomma, non solo sport. Infatti, nell’ingaggio di Gutierrez c’è poco sport – con tutto il rispetto per il giovane pilota messicano – e molto business. 

Se si fosse considerato solo l’elemento sportivo – e tenuto conto che Jules Bianchi avrebbe giocato un ruolo non secondario nei piani della Ferrari, se non fosse stato per quella maledetta ruspa e per chi (malgrado le autoassoluzioni) ne ha determinato i presupposti – la valorizzazione di uno dei giovani virgulti della FDA sarebbe stata la conseguenza logica. Raffaele Marciello, per fare un nome a caso…, avrebbe potuto perfettamente conciliare la propria attività in GP2 e quella di collaudatore e terzo pilota di Maranello.

Si potrebbe obiettare che Marciello non ha esperienza. Vero, ma con questi chiari di luna, l’esperienza in F1 Marciello potrebbe farla solo nel mondo dei sogni. Un peccato, che mortifica in qualche modo gli sforzi e gli investimenti della Ferrari in FDA e che mostra una certa difficoltà a far fruttare gli investimenti nella filiera-giovani di Maranello (in attesa di Lance Stroll, evidentemente…).

Tornando a Marc Genè e Pedro de la Rosa, alla recente cena natalizia della Ferrari i due hanno ricevuto come regalo un trolley e una bicicletta. Non vorremmo fosse già un anticipo subliminale di Arrivabene, che per molti ha già avuto il significato di “parti male”: pedalare…

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John Horsemoon

Sono uno pseudonimo e seguo sempre il mio dominus, del quale ho tutti i pregi e i difetti. Sportivo e non tifoso, pilota praticante(si fa per dire...), sempre osservante del codice: i maligni e i detrattori sostengono che sono un “dissidente” sui limiti di velocità. Una volta lo ero, oggi non più. Correre in gara dà sensazioni meravigliose, farlo su strada aperta alla circolazione è al contrario una plateale testimonianza di imbecillità. Sul “mio” giornale scrivo di sport in generale, di automobilismo e di motorsport, ma in fondo continuo a giocare anche io con le macchinine come un bambino.