Pakistan, furia omicida talebana: massacrati 132 bambini nella scuola dell’esercito di Islamabad

Lo sdegno di tutto il mondo. Ban Ki-moon, Onu: “atto vigliacco contro bambini indifesi“. Obama: “atroce”. Renzi: “bambini uccisi. Inconcepibile. Il mondo reagisca”. Gentiloni: “crimine contro l’umanità”. Ma i talebani pakistani rilanciano: “è stato solo un trailer. Presto nuovi attacchi”. Premier pakistano Nawaz Sharif: “Fino a quando questo paese non sarà ripulito dai terroristi, questa guerra continuerà”

A man carries a student, who was injured during an attack by Taliban gunmen on the Army Public School, after he received treatment at a hospital in Peshawar


Islamabad – Il Pakistan è stato colpito dall’attentato più atroce della sua storia. Il bilancio finale è da strage: 141 morti, di cui 132 bambini, in gran parte sotto i 15 anni, massacrati nella scuola per i figli dei militari dell’esercito a Peshawar, nel nord del Paese. La più sanguinosa tragedia della storia pakistana, dicevamo, perché neanche nell’attentato che costò la vita all’ex premier Benazir Bhutto, a Karachi nel 2007, la furia orba dei fondamentalisti islamici arrivò a tanto: allora i morti furono infatti 139, due meno di ieri.

L’attacco è stato sferrato da un commando di nove miliziani talebani del Teherek-e-Taliban Pakistan (TTP), risultati tutti uccisi alla fine di sette interminabili ore di battaglia, quando i soccorritori hanno potuto contare anche 124 persone ferite, di cui 121 giovani e giovanissimi figli dei militari pakistani.

Un attacco tanto sanguinoso che ha causato anche il ferimento di 124 persone, di cui 121 giovani e giovanissimi, esecrato perfino dai talebani afghani.

La carneficina è iniziata alle 11 di mattina, ora locale, ed è andata avanti per 7 ore, fino a quando l’esercito è riuscito a riconquistare il controllo dell’edificio. La scuola è frequentata da un migliaio di studenti, tra i 10 e 18 anni, e i sopravvissuti hanno visto l’inferno in terra. Alcuni sono riusciti a fuggire, altri si sono finti morti e chi è sopravvissuto ha raccontato di scene raccapriccianti simili a quelle dei rastrellamenti delle SS naziste: gli uomini del commando hanno fatto irruzione nelle aule e sparato a caso, rincorrendo gli alunni e stanando quelli rintanati sotto i banchi, giustiziando perfino chi – con un ultimo alito di istinto di sopravvivenza – si era finto morto.

Silenzio, nessuna parola, nessuna richiesta: solo il crepitìo delle armi automatiche rivolte a ragazzi che non potevano difendersi. Gesto vigliacco di individui collocatisi fuori dal consesso umano.

I nove uomini del commando hanno scalato il muro di cinta della struttura e sono entrati tutti – secondo fonti talebane – indossando giubbotti esplosivi. Qualcuno ha sentito che parlassero con accento straniero tra loro, probabilmente arabo. Ultimo orrore, hanno usato ragazzi e bambini come scudi umani.

La strage di Peshawar ha avuto come obiettivo la Warsak Road School (dal nome della strada dove si trova), inserita nel Sistema di Scuole e College pubblici gestiti dall’esercito pakistano.

Secondo le rivendicazioni in tempo reale da parte dei talbani, l’attacco vigliacco è stato una rappresaglia per l’offensiva dell’esercito di Islamabad nel Waziristan Settentrionale, la zona tribale al confine con l’Afghanistan dove gli “studenti coranici” hanno le proprie roccaforti. “Abbiamo scelto con cura la scuola militare perché il governo ha preso di mira le nostre famiglie, e le nostre donne. Vogliamo far provare loro (ai militari) il nostro stesso dolore“, ha spiegato Muhammad Umar Khorasani, portavoce del gruppo che ha rivendicato la strage.

La scuola è stata scelta proprio perché frequentata dai figli di alti ufficiali delle esercito pakistano. Secondo Muhammad Umar Khorasani, era stato dato l’ordine di sparare a tutti gli studenti adulti, ma non toccare i più piccoli, ma evidentemente questo fine distinguo non è stato applicato dalle belve disumane che hanno attaccato giovani inermi, giustiziati come vermi. Molti, ha raccontato un medico del Lady Reading Hospital, avevano ferite al petto e alla testa, le autorità stanno verificando se è vero che molti cadaveri avessero la testa mozzata.

Di fronte a un attacco di questo livello di violenza, il mondo ha reagito (ma solo con le parole).

Il premio Nobel per la Pace Malala Yousafzai, che proprio lo stesso gruppo talebano riuscì quasi ad uccidere nel 2012 per il suo impegno a favore dell’educazione femminile, si è detta con “il cuore a pezzi“.

Il presidente americano, Barack Obama, ha parlato di atto “atroce“.

Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha definito l’attacco “orrendo e codardo contro bambini indifesi“.

L’Alto Rappresentante dell’Ue per la PESC, Federica Mogherini, ha parlato di attacco “ai valori universali, ma anche al futuro del Paese e ai nostri futuri“, con un equilibrismo linguistico.

Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ha definito la strage “crimine contro l’umanità”, manifestando la solidarietà italiana alle famiglie dei trucidati e al governo pakistano.

Anche il presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, ha affidato a Twitter il proprio sdegno: “Bambini, bambini uccisi, bambini uccisi a scuola. Inconcepibile. Il mondo deve reagire all’orrore

Il governo pachistano non fermerà la lotta contro il terrorismo, ha assicurato il premier pakistano Nawaz Sharif. Fino a quando questo paese non sarà ripulito dai terroristi, questa guerra continuerà, non ho dubbi. Ne ho parlato anche con il governo afghano e insieme combatteremo il terrore“, ha sottolineato, ricordando che l’offensiva dei miliziani è arrivata dopo un’operazione dell’esercito contro roccaforti talebane.

Se i talebani afghani hanno condannato l’attentato come atto “contro l’Islam“, il portavoce dei talebani pakistani ha rilanciato: “è solo un trailer e presto ci saranno altri attacchi“, ha minacciato Khorasani.

(Credit: AGI)