Vicenza pronta per la mostra “Tutankhamon Caravaggio Van Gogh. La sera e i notturni dagli Egizi al Novecento” – foto

Il tema della notte nella storia dell’arte attraverso l’arte egizia e le opere di Tiziano, Caravaggio, Van Gogh, Monet, Cezanne, Gauguin fino al Novecento di Mondrian, Rothko, Guccione in rassegna nella Basilica Palladiana di Vicenza dalla vigilia di Natale al prossimo 2 giugno

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Vicenza – Simbolica, come la data della sua inaugurazione, è la mostra “Tutankhamon Caravaggio Van Gogh. La sera e i notturni dagli Egizi al Novecento” che, dalla vigilia di Natale al 2 giugno 2015, animerà il piano superiore della Basilica Palladiana di Vicenza. Ideata e curata da Marco Goldin, promossa dalla Fondazione Teatro Comunale della città di Vicenza  in collaborazione con il Comune di Vicenza e Linea d’ombra, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona, Main Sponsor il Gruppo Segafredo Zanetti, l’esposizione abbraccia un periodo storico-artistico di enorme respiro tanto da lasciare qualche perplessità sul senso del progetto che, piuttosto che volto all’indagine scientifica, è incardinato su suggestioni e sensazioni.

Con 115 opere – provenienti da musei e collezioni di tutto il mondo – e sei sezioni tematiche, il percorso espositivo intende – come dichiarato da Marco Goldin – raccontare “la notte come esperienza psicologica, come immagine di uno spazio che è vicino e lontano al tempo stesso. Immagine della realtà e del dissolversi di quella stessa realtà. Racconto e annullamento del racconto, nuovamente realtà che si spinge oltre la realtà. Da questa apparente contrapposizione tra elemento della concretezza ed elemento della dispersione, nasce l’idea di un racconto che vuole diventare cammino attraverso le immagini. Che fa della notte il simbolo di un viaggio che avviene e di un luogo al centro del quale si sta.”

Si parte dalla notte dei tempi, quella che per gli Egizi era l’oscurità dopo la morte; sotto un cielo stellato e cullati dal suono simulato del vento i visitatori potranno scoprire 22 opere – tra sculture e manufatti – ritrovate nelle piramidi – le dimore per eccellenza della notte eterna – e in prestito dal prestigioso Museum of Fine Arts di Boston. Le maschere funebri, i gioielli, i giochi dei bambini, le sculture in pietra e gli enigmatici ritratti del Fayum – ai quali è accostata la novecentesca Donna addormentata (Il sogno), un legno policromo di Lopez Garcia – ricreano così la visione della prosecuzione dell’uomo nell’aldilà alla base del culto dei morti e dei rituali funebri degli antichi Egizi.

Il balzo temporale verso il secondo momento della mostra è enorme. La pittura e l’incisione sono i linguaggi scelti per raccontare il crepuscolo, l’alba, la notte piena, intesi – in chiave psicologica – come involucro di storie, di riflessioni, di attimi strappati alle ore come nei quadri raffiguranti la vita di Cristo. In un’orgia di chiaroscuri tra Quattrocento e Novecento, sfilano le interpretazioni dell’adorazione dei pastori, dell’orazione nell’orto, della salita al Calvario, della deposizione a firma di Giorgione, Tiziano, Veronese, El Greco, Tintoretto, Caravaggio, Carracci, di Lopez Garcia fino alla contaminazione tra Poussin e Bacon mentre le 16 incisioni della terza sezione danno spazio alle luci soffuse di Rembrandt e agli scorci teatrali di intensità plastica del settecentesco Piranesi.

È con l’Ottocento e il romanticismo che la rappresentazione del notturno raggiunge la sua massima espressione con le struggenti marine di Turner, il sentimentalismo degli americani Allston, Cole, Church, Lane, la luna splendente di Wyeth, il realismo poetico di Corot e Millet, le sfuggenti pennellate in Normandia e nel Canal Grande di Monet, il crepuscolo autunnale e i parchi di Parigi di Van Gogh sino alle modernissime notti d’estate di Mondrian che traghettano verso la sala “Sere e notti del Novecento. Il cielo e lo spirito”. Non più visto come rappresentazione fisica di una parte del giorno, il notturno del XX secolo diviene strumento di riflessione sul tempo e nell’astrattismo di Rothko, Noland, Morris Louis in America e di De Staël in Europa e  in Piero Guccione e Wyeth che lo interpretano ancora come un omaggio alla realtà.

Il percorso si conclude con una carrellata di capolavori  che riassume e racchiude il senso dell’esposizione, volta a un’indagine sulla storia dell’uomo ma in penombra. Ecco che l’assenza di luce copre i misfatti della deposizione di Cristo di Luca Giordano e dell’assassinio brutale di una donna di Cezanne mentre si fa calda coperta nella “Notte di Natale” di Gauguin – opera di complessa datazione e interpretazione – presente a Vicenza anche con una sensuale donna tahitiana di spalle, modellata dalla luce di un tramonto d’oltreoceano nelle tonalità dell’arancione, esaltate, non a caso, dall’accostamento con l’opera di Rothko “N. 202. (Arancione e marrone)”.

Di grande impatto le due tele scelte per la chiusura della mostra: il “Narciso” di Caravaggio che si specchia nella pozza scura di acqua con uno sguardo anelante e indagatore – indice di un moto dell’anima – e “Sentiero di notte in Provenza” di Van Gogh che, sotto una volta stellata di pennellate bianche, verdi, blu e gialle, evoca la magia della notte ma, soprattutto, il suo mistero profondo che non è altro che il riflesso del destino dell’uomo e dei suoi interrogativi sulla vita.

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LUOGO: Vicenza, Basilica Palladiana – “Tutankhamon Caravaggio Van Gogh. La sera e i notturni dagli Egizi al Novecento”

ORARI: da lunedì a giovedì dalle ore 9 alle ore 19 mentre da venerdì a domenica dalle ore 9 alle ore 20

COSTO DEL BIGLIETTO: Intero € 13, ridotto € 10, minorenni € 7. Per informazioni dettagliate consultare la pagina della mostra qui

TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 0422 429999

E-MAIL INFO: museocivico@comune.vicenza.it

SITO UFFICIALE: http://www.museicivicivicenza.it