L’Istat intravede la ripresa, ma la disoccupazione resterà alta. Vista offuscata dallo spirito del tempo?

“La fase di contrazione dell’economia italiana è attesa arrestarsi nei prossimi mesi, in presenza di segnali positivi per la domanda interna”, spiega l’Istituto nazionale di statistica. Le condizioni del mercato del lavoro restano difficili

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Roma – La fine della crisi è vicina (ma a noi sembra di averla già sentita questa filastrocca…) e infatti l’Istat intravede la ripresa. “La fase di contrazione dell’economia italiana è attesa arrestarsi nei prossimi mesi, in presenza di segnali positivi per la domanda interna“, spiega l’Istituto nazionale di statistica nella nota mensile.

In Italia, nel terzo trimestre del 2014, l’attività economica ha continuato a mantenersi debole e il PIL è risultato ancora in flessione (-0,1% su base congiunturale) a seguito dell’accentuarsi della contrazione del valore aggiunto sia nella manifattura sia nelle costruzioni (rispettivamente, -0,6% e -1,1%), ma in presenza di una stazionarietà nel settore dei servizi. Nel complesso, l’indicatore composito anticipatore dell’economia italiana “confermerebbe una sostanziale stazionarietà della crescita nel trimestre finale dell’anno“.

L’onda lunga della crisi continua dunque a pesare sul mercato del lavoro. “Le condizioni rimangono difficili con livelli di occupazione stagnanti e tasso di disoccupazione in crescita“. Il tasso di disoccupazione, rileva l’Istat, ha continuato a salire. In ottobre, i dati destagionalizzati hanno evidenziato una crescita di tre decimi di punto rispetto a settembre, raggiungendo il valore massimo di 13,2%, sensibilmente più elevato rispetto alla media europea (11,5%).

La crescita del tasso di disoccupazione è visibile anche nei dati non destagionalizzati: nel terzo trimestre si è verificato un incremento di cinque decimi di punto rispetto allo stesso trimestre del 2013. L’andamento si deve alla crescita delle persone in cerca di occupazione (+5,8% l’aumento tendenziale) e tra queste è aumentata soprattutto la quota di disoccupati in cerca di prima occupazione (+17,6%).

La crescita delle persone in cerca di lavoro si accompagna comunque a un allungamento dei periodi di disoccupazione: l’incidenza dei disoccupati di lunga durata (quota di persone che cercano lavoro da più di un anno) è salita nell’anno in corso dal 56,9% al 62,3%.

Questo gruppo di individui, generalmente considerati poco appetibili dalle imprese, sottolinea l’Istat, costituisce un fattore di freno alla discesa della disoccupazione soprattutto nel Mezzogiorno.

Alla crescita dei disoccupati si è aggiunta anche quella delle persone definite più vicine al mercato del lavoro (+8,3% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente). Tra gli inattivi, inoltre, sono cresciuti coloro che non hanno cercato attivamente lavoro perché ritengono di non riuscire a trovarlo, i cosiddetti lavoratori scoraggiati (+6,5%).

Nel complesso la ricerca del posto di lavoro risulta caratterizzata da elementi contrastanti: da un lato nuovi attori si muovono alla ricerca di un posto di lavoro, dall’altra le persone già sul mercato sperimentano difficoltà crescenti nel trovare una occupazione.

Resta un mistero quali dati inducano l’Istat a ritenere prossima la ripresa economica, se la disoccupazione continuerà a crescere, sicché le visioni potrebbero essere offuscate da una certa…miopia (forse in ossequio alla spirito ottimista e annunciativista del tempo…)!

(Credit: Adnkronos)