Nigeria, l’Arcivescovo di Jos ammonisce: “non dimenticate che anche noi soffriamo, Boko Haram va fermata”

Monsignor Ignatius Kaigam ha raccontato le sofferenze di un Paese colpito dalle violenze di matrice islamista. Per il prelato “non è uno scontro fra cristiani e musulmani”, ma gesti di un gruppo sempre più potente, che colpisce chiunque si frapponga ai suoi obiettivi. Egli auspica maggiore impegno internazionale e “più determinazione contro il terrorismo”. Numeri sconcertanti: almeno tre milioni di persone sono state colpite dalle violenze islamiste

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Jos – “Non dimenticate che siamo qui, che anche noi stiamo soffrendo, che centinaia di persone sono state uccise, vi sono migliaia di sfollati che non hanno un posto in cui vivere. Abbiamo bisogno di aiuto e di un sostegno concreto per mettere fine a questi attacchi”. È questo l’appello lanciato attraverso AsiaNews da monsignor Ignatius Kaigama, 20150113-monsignor-ignatius-kaigama-320x240arcivescovo di Jos (nella foto a sinistra), in Nigeria, insanguinata dalle violenze di matrice islamista del gruppo Boko Haram.

Solo negli ultimi giorni almeno 20 persone sono state uccise da tre bambine, utilizzate come kamikaze a Maiduguri e Potiskum: bambine di circa 10 anni o poco più, usate dai terroristi come (inconsapevoli) bombe umane. L’orrore oltre l’orrore, che non ha scatenato alcuna reazione dei pacifisti e pacifinti progressisti europei e itlaiani.

L’alto prelato cattolico ha voluto ammonire la comunità internazionale, sottolineando che serve maggiore determinazione per fermare l’avanzata del movimento jihadista in Nigeria (ma anche in Camerun). Per questo obiettivo, serve lo stesso spirito di unità e coraggio mostrati dopo gli attacchi dei giorni scorsi in Francia

L’esercito nigeriano ha invocato l’intervento della comunità internazionale contro Boko Haram per scongiurare ulteriori carneficine come quella avvenuta il 3 gennaio scorso nella città di Baqa, nel nord-est del Paese, quando i miliziani jihadisti hanno compiuto un raid nella cittadina dello Stato del Borno, causando centinaia di morti e decine di migliaia di sfollati. Un bilancio ancora provvisorio, perché il timore è che le vittime siano più di 2000.

Per un portavoce del ministero della Difesa, citato da AsiaNews, “Boko Haram rappresenta il male che dobbiamo eliminare tutti insieme“. Sulla strage di Baqa anche il segretario generale Onu Ban Ki-moon ha espresso il proprio sconcerto, unito alla condanna di tutti “gli atti depravati dei terroristi di Boko Haram“. 

Per l’arcivescovo di Jos è necessaria “maggiore attenzione” alle violenze perpetrate da questo movimento jihadista, violenze che si ripetono con “crescentefrequenza nel Paese africano a un passo dal caos. “Non dimenticate che siamo qui, che stiamo soffrendo” ha aggiunto monsignor Kaigama, ricordando che “che molte persone sono state uccise, vi sono moltissimi sfollati che hanno bisogno di aiuto“. Inoltre, Kaigama ha posto in rilievo la crescita di Boko Haram. “Hanno catturato governatori locali, stanno centrando gli obiettivi fissati, possiedono armi sempre più sofisticate. Hanno adottato strategie diverse, attaccano anche le persone comuni” e per farlo usano persino ragazzine e bambine, ha ricordato il religioso nigeriano.

Monsignor Kaigama ha spiegato che “i musulmani in Nigeria non sostengono e non incoraggiano questo tipo di violenze” e che anche gli imam sono intervenuti a più riprese per condannare questi attacchi, parlando “in modo sempre più forte e chiaro contro Boko Haram“, anche se è necessaria “maggiore determinazione contro il terrorismo“. Nel ricordare che quanto avviene in Nigeria “non è un problema, uno scontro fra cristiani e musulmani“, ma si è al cospetto “di un gruppo islamista terrorista, che attacca chiunque si frapponga alle sue mire o non mostri collaborazione totale”. “Gli attacchi sono sempre più numerosi – si conclude il messaggio di Jaigama che osserva vada – migliorata la sicurezza“. “Speriamo che governo e responsabili della comunità internazionale possano fare qualcosa per mettere fine alle violenze“, auspica con forza l’arcivescovo di Jos. 

Ad ottobre le autorità della Nigeria avevano annunciato il raggiungimento di un possibile cessate il fuoco con i terroristi di Boko Haram, collegato al rilascio delle oltre 200 studentesse rapite a Chibok, nel Borno, lo scorso aprile. La tregua sarebbe servita anche per consentire il regolare svolgimento delle prossime elezioni presidenziali e legislative, in programma per il prossime mese di febbraio. Tuttavia, il possibile accordo è stato smentito in un secondo momento dal sedicente leader del movimento islamista, Abubakar Shekau, e le violenze proseguono senza sosta. 

Fondato nel 2002, il movimento estremista in un primo momento ha focalizzato la propria battaglia contro l’educazione di matrice occidentale. Infatti, Boko Haram in lingua Hausa significa “L’istruzione occidentale è proibita“. Dal 2009 i miliziani del gruppo sferrano attacchi e promuovono azioni di tipo militare, col proposito di creare uno Stato islamico retto dalla sharia.

Le azioni del gruppo hanno già causato migliaia di vittime, in particolare nel nord-est della Nigeria, dove sono stati presi di mira anche la polizia e il quartier generale dell’Onu nella capitale Abuja.

Fonti indipendenti hanno calcolato che almeno tre milioni di persone sono state colpite, a vario titolo, dalle violenze efferate di Boko Haram.

(Fonte: AsiaNews)