Siria, finito l’incubo di Greta e Vanessa! Palazzo Chigi conferma: “sono libere, presto in Italia”

Palazzo Chigi, attraverso un tweet, ha confermato la notizia anticipata dalla Turchia. In precedenza la Farnesina e i Servizi Segreti avevano mostrato prudenza. La notizia rimbalza su Twitter. Adnkronos: pagato riscatto di 12 milioni di dollari

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Roma – Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le due volontarie italiane rapite il 31 luglio scorso in Siria, sono state liberate. La conferma è arrivata da un tweet di Palazzo Chigi, da parte del Governo italiano: “Greta Ramelli e Vanessa Marzullo sono libere, torneranno presto in Italia”, recita il post sul sito di microblogging.

Stante a quanto affermato da fonti legate ai ribelli siriani, infatti, le due giovani lombarde sarebbero state rilasciate. Diversi tweet riferibili a account dei ribelli riferiscono del rilascio, ma non c’è ancora una conferma ufficiale. 

Dalla Farnesina è arrivata una precisazione: “verifiche in corso”. Da Forte Braschi, sede dell’intelligence esterna (AISE) è arrivato un secco “no comment”, che potrebbe voler dire tutto e niente allo stesso tempo.

A lanciare la notizia “non confermata” un profilo Twitter di un giovane siriano che afferma di vivere a Istanbul.

In un altro tweet, rispondendo al collega dell’Agenzia Italia Fabio Greco, il giovane afferma che secondo le informazioni di un reporter siriano le due giovani donne “sono state liberate e saranno domattina in Turchia”

Le due giovani donne sono state rapite in Siria, ad Alabsmo, presso Aleppo, il 31 luglio 2014. Si trovavano in quel martoriato Paese per condurre il Progetto Horryaty, un mal organizzato progetto di cooperazione umanitaria, sgangherato nei presupposti organizzativi tanto quanto motivato da buone intenzioni. Erano entrate tre giorni prima in Siria da Atma, a pochi chilometri di distanza dal campo profughi omonimo.

Le due ragazze lombarde – Marzullo di Brembate, nel bergamasco, Ramelli di Besozzo, in provincia di Varese – erano al loro secondo viaggio in Siria in poco meno di quattro mesi. Nello scorso mese di marzo, avevano compiuto un sopralluogo per capire cosa fosse necessario alla popolazione civile. È probabile che in quell’occasione i sequestratori abbiano “preso le misure” della facilità di sequestrarle, vista l’assenza di misure minime di sicurezza e l’assoluta dabbenaggine in tutta l’operazione.

Vanessa Marzullo, 21 anni, studia mediazione linguistica e culturale all’Università di Milano, dove ha cominciato a imparare l’arabo oltre all’inglese. Sulla sua pagina Facebook ha raccontato la guerra, ha postato fotografie di bombe e di bimbi dilaniati, e ha descritto la sua esperienza in Siria.

Il 20 settembre scorso si era diffusa la notizia, mai confermata, che nel corso del sequestro fossero già state vendute due volte ad altri gruppi, ma senza finire nelle mani degli jihadisti dell’ISIS (Islamic State of Iraq and al-Sham). La notizia era stata pubblicata dal quotidiano libanese ‘Al-Akhbar’ – anti-israeliano e considerato vicino alle milizie sciite Hezbollah – che aveva ricostruito le circostanze del sequestro, avvenuto grazie a un inganno con cui erano state portate in casa “del capo del Consiglio rivoluzionario di Alabsmo“, insieme al giornalista de Il Foglio Danielere Ranieri, che però era riuscito a scappare.

Il 31 dicembre scorso, in un video di 23 secondi pubblicato su YouTube e subito cancellato, le due volontarie avevano rivolto al Governo italiano un appello in inglese: “Siamo Greta Ramelli e Vanessa Marzullo. Supplichiamo il nostro governo e i loro mediatori di riportarci a casa prima di Natale. Siamo in grande pericolo e possiamo essere uccise. I nostro governo ed i mediatori sono responsabili delle nsotre vite“.

Poche ore dopo la diffusione del video, il ramo siriano di al Qaeda, il Fronte al-Nursa, aveva confermato di tenere in ostaggio le due ragazze. 

È probabile che alla loro liberazione si sia pervenuti grazie all’intervento delle risorse di intelligence turche, che svolgono un controverso ruolo nella vicenda siriana.

Secondo l’Adnkronos, per la liberazione delle due ragazze sarebbero stati pagati 12 milioni di dollari. Lo si desumerebbe da un tweet lanciato dal profilo di un jihadista, eyad khateb

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In aggiornamento

Aggiornamento 6, 15/01/2015, ore 19:13:20 | © RIPRODUZIONE RISERVATA