Confindustria: Pil italiano +1,8% con il Quantitative Easing

Nell’arco di 2 anni un risparmio di 3,2 miliardi di interessi per le imprese

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Roma – Il Quantitative Easing annunciato dalla Bce si tradurrà per l’Italia in un aumento del Pil dell’1,8% nell’arco di due anni: +0,8% nel 2015 e +1% nel 2016. Questa la stima del Centro Studi di Confindustria, aggiungendo che per le imprese ci sarà un risparmio di 3,2 miliardi sugli interessi. “I tassi reali a lungo termine sono ancora alti, in relazione alle condizioni di crescita economica, in molti paesi dell’Euroarea – spiegano Pasquale Capretta e Ciro RapacciuoloE tendono a salire con la riduzione della dinamica dei prezzi, ormai sottozero. Lo stimolo fornito dai bassi tassi nominali a consumi e investimenti, perciò, è limitato e addirittura si riduce. Ciò, insieme al rischio deflazione, ha reso necessario il programma di espansione monetaria appena annunciato dalla Bce e lungamente atteso“.

La sua ampiezza – proseguono – è tale da diminuire i tassi reali sui titoli a lungo termine di 109 punti base, in base alle elaborazioni del CsC. Parte di tale ribasso è stata già realizzata dai mercati in vista proprio della decisione BCE. Inoltre, il QE produce un indebolimento del tasso di cambio effettivo dell’euro, che il CsC quantifica dell’11,4%, anch’esso in parte già avvenuto“.

Il combinato tassi-cambio rafforza l’attività economica – concludono – Il Centro Studi di Confindustria calcola che i minori tassi alzano il Pil italiano dello 0,2% nel 2015 e di un ulteriore 0,4% nel 2016; il cambio più debole dello 0,6% in ciascun anno. La spinta complessiva è, dunque, pari allo 0,8% nel 2015 e all’1,0% nel 2016. La diminuzione dei tassi sui titoli si trasmette al costo del denaro pagato dalle imprese, con un risparmio che il CsC stima in 3,2 miliardi di euro all’anno“.

(askanews)

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