I 110 anni dell’Aci: molte luci e qualche ombra. Servizi stradali al top grazie a operatori sul territorio

Festa di compleanno per l’Aci, l’Automobile Club d’Italia, nato nel 1905 a Torino. Nel capoluogo piemontese è accorso il gotha dell’automotive italiano. In 110 anni milioni di interventi di soccorso sull’intera rete viaria. Nel 1989 i lavoratori dell’Aci sono stati insiegniti del titolo di ‘buoni samaritanì da San Giovanni Paolo ll. Un aneddoto personale: soccorso e assistito di tutto punto l’ultimo dell’anno

Angelo Sticchi Damiani, presidente dell'Aci, Jean Todt, presidente della Fia, e John Elkann, presidente di FCA, tagliano la torta dei 110 anni dell'Automobil Club d'Italia (foto Adnkronos)
Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Aci, Jean Todt, presidente della Fia, e John Elkann, presidente di FCA, tagliano la torta dei 110 anni dell’Automobil Club d’Italia (foto Adnkronos)

Torino – Festa di compleanno per l’Aci, l’Automobile Club d’Italia, nato nel 1905 proprio a Torino, dove è stato festeggiato lo storico annivessario dei 110 anni di storia dell’associazione che, nel corso di oltre un secolo, si è sempre più radicata sul territorio con oggi oltre cento sedi provinciali, 1500 delegazioni, 4000 punti di servizio a cui si rivolgono direttamente ogni anno circa 30 milioni di italiani e oltre un milione di famiglie associate.

A fare gli onori di casa il presidente di Aci, Angelo Sticchi Damiani che nel corso di una cerimonia a Palazzo Madama ha tagliato la torta di compleanno con due ospiti d’eccezione, il presidente di Fca, John Elkann e il presidente della Fia, Jean Todt. E proprio Elkann ha ricordato come non solo la storia dell’Aci abbia in questi anni accompagnato la storia dell’Italia ma come spesso si sia incrociata anche con quella della sua famiglia, con il senatore Giovanni Agnelli che nel 1899 fondò la Fiat e con Filippo Caracciolo che per oltre vent’anni guidò l’Aci.

Il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi in un intervento video ha ricordato come nel 1905 le auto circolanti in Italia erano poco più di 2200 e oggi sono circa 37 milioni. “Allora la funzione di Aci era promuovere la cultura dell’auto, oggi quella funzione si è arricchita di nuove sfide che si chiamano mobilità urbana, sicurezza, rispetto dell’ambiente, nuove tecnologie, servizi ai cittadini sempre più efficienti“.

La storia dell’Aci e dell’auto in Italia è stata invece al centro di un convegno in cui il presidente Sticchi Damiani ha ripercorso le tappe salienti dell’associazione, dalla nascita, al contributo determinante che l’Aci diede nel 1923 alla stesura del primo Codice della strada che stabilì la circolazione sulla destra delle carreggiate. E ancora l’entrata in funzione nel 1955 del soccorso stradale Aci che in 60 anni ha effettuato milioni di interventi sull’intera rete viaria e i cui lavoratori sono stati insiegniti nel 1989 dal titolo di ‘buoni samaritanì da Giovanni Paolo ll.

Aci è l’auto dell’Italia – ha sottolineato Sticchi Damiani – forte di 110 anni di storia e della grande esperienza al servizio della mobilità Aci porta gli automobilisti nel futuro con un sistema di servizi e prodotti ogni giorno più innovativo. Siamo la più antica istituzione nazionale nel settore della mobilità e del turismo, punto di riferimento per istituzioni, filiera dell’automotive e per l’intero settore dei trasporti e l’esperienza accumulata in 110 anni a servizio degli automobilisti ci permette di garantire verso la collettività e lo Stato un’azione efficiente ed innovativa a supporto dell’economia, della società, della sicurezza stradale, della salvaguardia ambientale e dell’ammodernamento della Pubblica amministrazione“, ha concluso.

Al convegno è intervenuto anche il sindaco di Torino, Piero Fassino, che in qualità di presidente Anci ha confermato la “piena disponibilità dell’Associazione dei Comuni italiani a lavorare con l’Aci per la messa a punto di politiche comuni a favore di cittadini, territorio e automobilisti“.

Sul ruolo di Automobil Club nelle ultime decisioni dei governi italiani, usi a spremere gli automobilisti come limoni, ciascuno di voi si sarà già fatta l’opinione migliore. A nostro avviso l’Aci avrebbe dovuto giocare un ruolo più incisivo per attenuare la morsa fiscale sulle famiglie e sulle imprese, anche in contrasto con le direttive europee (si consideri per esempio la detrazione dei costi aziendali delle auto, che ovunque è del 100%, in Italia del 20%) e il fatto che questo non sia avvenuto è direttamente connesso alla impostazione partitocratica acquisita dall’Aci, che ha buchi di bilancio drammatici e che dalla connessione con la politica nazionale e locale trova linfa per sopravvivere.

Al contrario, i servizi resi sul territorio sono spesso di qualità straordinaria, ma solo grazie alla coscienza degli operatori locali.

Sono stato tra i siciliani rimasti bloccati sotto la neve il 31 dicembre scorso, su una strada provinciale che porta a Valledolmo dalla SS120 dell’Etna e delle Madonie. Sono socio Aci e ho chiesto l’intervento del Soccorso Aci intorno alle 18 di quell’ultimo pomeriggio dell’anno.

Sono stato soccorso da uno dei titolari del servizio Aci di Castellana Sicula, Di Prima, che ha cercato di tirare fuori la mia auto bloccata in una buca di neve fresca. Impossibilitato a rimettermi sull’auto, mi ha assistito di tutto punto fin quasi alle 22, quando un mio cugino è venuto a recuperarmi. 

Onestamente, l’ultimo giorno dell’anno solo le qualità personali degli addetti dell’Aci possono assistere in questo modo. E, occorre dirlo, non è un caso sia accaduto in Sicilia (dove alle lacune pubbliche – Protezione Civile, Anas e Regione – suppliscono sempre i privati con abnegazione)

(Credit Adnkronos) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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