La violenza non si ferma in Ucraina orientale: ribelli filorussi bombardano mercato di Mariupol, 15 civili morti

Razzi “Grad” lanciati sul grande mercato di un quartiere residenziale della città. Un attacco deliberato su civili, crimine di guerra. I separatisti negano di aver bombardato i civili. Fonti non verificate: gli ucraini hanno sparato e sbagliato il bersaglio, colpendo il quartiere di Mariupol

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Donetsk (Ucraina) – Almeno 15 civili sono morti e almeno 46 sono rimasti feriti in un bombardamento dei ribelli filo-russi su un mercato di Mariupol, bastione di Kiev nell’Ucraina orientale. Lo ha reso noto il capo della polizia locale, all’indomani dell’annuncio dei separatisti che non intendo riprendere i negoziati.

Razzi ‘Grad’ sono piovuti sul grande mercato di un quartiere residenziale della città di 500.000 abitanti affacciata sul Mare di Azov. Lo ha riferito il ministero dell’Interno ucraino, citato dall’agenzia Unian. I razzi hanno colpito edifici residenziali, automobili e un mercato cittadino, conferma l’Ansa. Secondo le fonti locali, i razzi sarebbero caduti nella periferia orientale della città. 

Mariupol è collocata lungo la strategica arteria che collega le regioni orientali controllate dai ribelli alla penisola di Crimea, annessa dalla Russia a marzo. Ad agosto l’esercito ucraino aveva faticato a respingere l’offensiva dei ribelli su Mariupol e le molte vittime avevano indotto il presidente, Petro Poroshenko, ad acconsentire alla tregua firmata il 5 settembre. I ribelli controllano già l’aeroporto di Mariupol e stanno intensificando la loro offensiva per conquistare la città.

I separatisti dell’autoproclamata repubblica popolare di Donetsk negano di essere i responsabili del lancio di razzi su Mariupol. “Questa è disinformazione“, ha detto un portavoce del ‘ministero della Difesa’ dei ribelli alle agenzie di stampa locali. “Le forze della milizia non hanno aperto il fuoco su Mariupol o sulle sue case“. Le forze armate e il ministero dell’Interno di Kiev accusano invece i separatisti della strage.

Secondo alcune fonti non verificate, si sarebbe trattato di colpi provenienti dalle forze ucraine, che avrebbero clamorosamente fallito l’obiettivo, colpendo un quartiere di Mariupol

L’inasprimento dei combattimenti nel sud-est ucraino sarebbe coerente con la volontà di contrattare un nuovo cessate il fuoco da una posizione di vantaggio, lucrando così vantaggi da un maggiore controllo di un territorio più vasto, in vista di una demarcazione ‘ufficiale’ dei “confini”.

A Mosca, accusata da più parti di sostenere i separatisti, ci sarebbe l’interesse a continuare a destabilizzare sotto il profilo politico ed economico l’Ucraina, in cui al potere c’è un governo filo-occidentale (ma forse più contro la Russia) che punta addirittura all’ingresso nella Nato. Per ora il leader ribelle, Aleksandr Zakharcenko, dichiara di non voler cercare un compromesso con Kiev per una tregua. Tuttavia la diplomazia continua a lavorare nel sottobosco. Lo stesso Zakharcenko ieri ha sottolineato di essere pronto a parlare con il presidente ucraino Petro Poroshenko, ma  “solo con lui“.

Un accordo di pace appare per ora lontano. Dopo che è saltato il vertice in formato Normandia tra Putin, Hollande, Poroshenko e Merkel previsto il 15 gennaio ad Astana, mercoledì scorso i ministri degli Esteri dei quattro Paesi si sono incontrati a Berlino e hanno lanciato un appello per il ritiro delle armi pesanti dalla linea di fuoco.

Le ultime stragi (quella odierna a Mariupol e quella di giovedì a Donetsk) rendono chiaro che l’accordo è rimasto lettera morta. 

Aggiornamento 2, 24/01/2015.  ore 16:54:25 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

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